2020-08-02
Mattarella tuona solo contro Salvini
Il presidente, invece di occuparsi dello scandalo nella magistratura o dei rischi legati ai migranti, interviene per mettere in croce chi osa criticare le mascherine.In Italia si può dire tutto e il contrario di tutto, ma dipende da chi lo dice. Può accadere che Luca Palamara, plenipotenziario della magistratura inquirente, dica: «Matteo Salvini ha ragione, ma dobbiamo attaccarlo lo stesso» e che Matteo Salvini venga mandato a processo. Allo stesso tempo Luca Lotti (Pd, uno dei petali più preziosi del Giglio magico) che andava a cena con Palamara, viene rinviato a giudizio, insieme a un alto ufficiale dei carabinieri. Hanno qualche problema qua e là, per rivelazioni sul processo Consip, ma nessuno se ne occupa. Peraltro del ministro Alfonso Bonafede si sono perse le tracce. Capita così che il presidente del Csm che per inciso è anche il presidente della Repubblica nella cerimonia del ventaglio - in effetti fa tanto, forse troppo caldo - parli di tutto tranne che di leggi, legalità e giustizia. Insomma non ci ha detto nulla sulla legittimità del prolungamento dello stato d'emergenza (insigni costituzionalisti e dunque suoi ex colleghi hanno storto assai il naso segnalando scricchiolii sinistri, e si sottolinea sinistri, nell'impalcatura democratica e istituzionale), come non ci ha detto nulla sul fatto che la credibilità della magistratura è fortemente intaccata dalle rivelazioni sull'unica sentenza di condanna a carico di Silvio Berlusconi che sarebbe stata preordinata. Sergio Mattarella però quando è in ballo la salute pubblica diventa fermissimo e anzi fa capire che certi atteggiamenti, ad esempio di Matteo Salvini che in Senato ha detto di non sopportare più la mascherina, sono da condannare. Il buon presidente ci ha proprio tenuto a scandire la parole: «È un errore non mantenere le precauzioni di sicurezza e le cautele sanitarie ritenendola espressione di libertà. Occorre evitare di confondere la libertà con il diritto di far ammalare altri. Serve un dovere di equilibrio con il valore della vita evitando di confondere la libertà con il diritto» perché «imparare a convivere con il virus non vuol dire comportarsi come se il virus non ci fosse più». Sarebbe forse da cattivi ricordare a Sergio Mattarella quel 6 febbraio quando andò nella scuola Manin all'Esquilino a Roma, frequentata da molti bambini della comunità cinese, a stringere mani e parlare di pace e amicizia nei giorni in cui dalla Lombardia e dal Veneto si chiedeva di chiudere le frontiere con la Cina e di mettere in isolamento chi tornava da quel Paese. A Wuhan il 6 febbraio c'erano già stati - ammesso che le cifre fornite da Pechino abbiano un senso - 724 morti e 37.000 contagi. A proposito di mascherine non risulta che il presidente abbia emesso un fiato quando il ministro Francesco Boccia (Pd) - era il 26 febbraio - sbeffeggiava Attilio Fontana, il presidente della Regione Lombardia, che si era presentato in conferenza stampa con una mascherina. Anzi il collega del Pd Maurizio Martina (ex segretario nazionale del partito) disse: «Era proprio necessario per il presidente Fontana farsi immortalare sui social con una mascherina alla bocca? Penso proprio di no. In un momento come questo le istituzioni devono dare un segno di equilibrio e compostezza e lavorare sodo con serietà, evitando di alimentare panico per non danneggiare ulteriormente i cittadini e il Paese». Il saggio Carlo Calenda aggiunse: «È la spettacolarizzazione di una vicenda che sta assumendo contorni grotteschi. I lombardi hanno reagito con pragmatismo e serietà».Il Quirinale tacque, ma il 26 febbraio i contagiati erano 378 (258 in Lombardia) e i morti già 13, più di oggi. Un mese più tardi il capo della Protezione civile sempre in polemica con Attilio Fontana- a proposito caro presidente Mattarella che ci dice del fatto che si è scoperto che la zona rossa in Lombardia l'ha negata il governo? - che ne aveva reso obbligatorio l'uso disse: «Ho detto che non uso la mascherina, ma rispetto le regole del distanziamento sociale» e in quella circostanza Franco Locatelli del Consiglio superiore di sanità aggiunse: «In questo momento certamente non abbiamo ancora dato come indicazione quella di usare le mascherine». Il 4 aprile i contagiati in totale in Italia erano 124.632 di cui 88.274 positivi, 3.994 in terapia intensiva e i morti erano già 15362. Dal Quirinale se non ricordiamo male non sentimmo nessun rimprovero. Ma oggi Mattarella va molto oltre e ci spiega che i diritti non possono essere esercitati a discapito della salute. Come sa il presidente abbiamo qualche problema di sbarco di migranti. Ne arrivano abbastanza e molti sono positivi e troppi scappano pur essendo portatori del virus dai centri di accoglienza e si dileguano. Abbiamo cominciato a registrare un nuovo minimo aumento di contagi, andando a vedere mentre gli italiani vengono multati se non portano la mascherina, mentre si sono usati i droni per stanare pericolosi bagnanti che in solitudine prendevano il sole, mentre si sono sanzionati cercatori di funghi in mezzo ai boschi, dei migranti infetti che sono scappati nessuno ci dice nulla. Forse perché è ancora valida la profezia del professor Massimo Galli che dal Sacco di Milano il 24 marzo ci faceva sapere che gli africani non si ammalano perché »è probabile ci sia una diversa disponibilità e diverse caratteristiche dei recettori per il virus in alcune etnie, in alcune popolazioni, soprattutto di origine africana». Eccolo un pregiudizio etnico positivo peraltro confermato dal virologo organico al Pd Pier Luigi Lopalco che aveva voglia di candidarsi in Puglia e che ci ha spiegato: «Il virus non lo portano gli immigrati, il virus viaggia in prima classe». Poi arriva il virologo scomodo e libero Andrea Crisanti e dice: «I migranti sono un bel problema, vanno testati subito con il tampone appena sbarcano o arrivano in Italia. I giovani sono pericolosissimi. A noi nei centri di accoglienza non hanno fatto entrare per fare i test e ricordo che i cinesi ritardando la comunicazione dei dati hanno favorito la diffusione del virus». Presidente Mattarella vogliamo metterci una bella mascherina sopra così non parliamo dei migranti che fuggono, dei tamponi non fatti? Oppure pensa davvero che « serve un dovere di equilibrio con il valore della vita evitando di confondere la libertà con il diritto», e invece di preoccuparsi delle mascherine di Salvini si occupa delle inadempienze del ministro Luciana Lamorgese e del governo? Sa presidente è una questione di salute pubblica.