2018-05-29
Mattarella allo scoperto: attenti ai risparmi
Il presidente della Repubblica ha cassato un governo che si fondava sul consenso degli italiani dicendo di voler tutelare i loro soldi. E allora dov'era quando le banche, tipo Etruria, hanno ridotto la gente sul lastrico? E perché ha salvato Mps usando fondi pubblici? Per affossare il governo di 5 stelle e Lega, Sergio Mattarella ha sostenuto di essere in quanto presidente della Repubblica il garante dei risparmiatori. «È mio dovere, nello svolgere il compito di nomina dei ministri, essere attento ai risparmi degli italiani», ha detto spiegando l'ostinazione con cui ha rifiutato di incaricare Paolo Savona come ministro dell'Economia. In realtà, l'articolo 47 della Costituzione, quello che si occupa dei soldi, non fa alcun cenno al ruolo del capo dello Stato, limitandosi a dire che «la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme, coordina e controlla l'esercizio del credito». Nel secondo comma si entra nel vivo parlando di accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione e all'investimento diretto e indiretto in azioni, ma di un garante dei risparmiatori insediato al Quirinale non si trova traccia in nessuno dei 139 articoli di cui è composta la Carta su cui si fonda la nostra repubblica. È il governo che, semmai, ha il compito di tutelare i risparmi, e infatti le misure in materia passano da Palazzo Chigi, comprese le nomine del governatore della Banca d'Italia, ossia dell'autorità di vigilanza sul credito, e dei commissari della Consob, l'organismo che tutela gli investimenti nelle società quotate.Il capo dello Stato insomma non ha alcun ruolo di garanzia in materia, anche se Mattarella per far secco un candidato ministro troppo critico nei confronti della Germania e dell'Europa si è impossessato della questione. Ammettiamo tuttavia che il capo dello Stato abbia tra le proprie competenze anche quella di vigilare sui risparmi degli italiani. In tal caso, verrebbe da chiedersi dove fosse nel novembre del 2015, quando il governo Renzi varò per decreto il cosiddetto salvataggio delle banche in difficoltà, vale a dire Etruria, Banca Marche, Carichieti e Cariferrara. Come è noto con quel provvedimento furono azzerati i risparmi di migliaia di risparmiatori e uno di questi, scoperto di non aver più un soldo, addirittura si suicidò. Che fece all'epoca l'autonominato garante del denaro degli italiani? Ve lo spieghiamo subito: dopo aver firmato senza batter ciglio il decreto che di fatto mandava in fumo i risparmi, il presidente della Repubblica non aprì bocca. A buoi ormai scappati, quando cioè le banche erano state fatte fallire a spese di pensionati e piccoli investitori, gli scappò una di quelle prediche inutili di fine anno, assicurando agli italiani che sarebbero stati approntati interventi di sostegno nei confronti di chi avesse perso tutto. Garanzia che trascorsi tre anni si può dire non sia servita a molto, dato che la maggioranza dei truffati non ha visto l'ombra di un quattrino.Ma le distrazioni dell'uomo che dal Colle oggi dice di vigilare sui nostri soldi non riguardano solo le quattro banche finite quasi in default nel 2015. Quando il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, intervenne a gamba tesa sull'amministratore delegato del Monte dei Paschi di Siena, licenziandolo, Mattarella probabilmente non si accorse di ciò che stava succedendo in una delle più grandi banche italiane e lasciò fare. Tuttavia, invece dell'annunciato salvataggio da parte della banca d'affari americana Jp Morgan, arrivò una crisi di liquidità che costrinse lo Stato a intervenire con 20 miliardi, diventando di fatto il principale azionista del Monte. Che faceva il presidente della Repubblica in quei giorni? Era in vacanza o dormiva? E dire che qualche cosa di questa oscura faccenda deve essergli passato sotto il naso, perché nell'ottobre del 2017 per impedire che l'istituto andasse a gambe all'aria fu varato un decreto. Anche quelli con cui lo Stato intervenne nel Monte erano soldi dei risparmiatori, anzi degli italiani, tuttavia non pare che il presidente della Repubblica abbia avuto sussulti. Dichiarazioni, ammonimenti, messaggi alle Camere, tutti strumenti che il Quirinale usa quando ha da dire qualche cosa, ma che all'epoca si guardarono bene dal citare la faccenda e così pure venne fatto quando saltarono per aria le banche venete, un crac che ha travolto un'intera regione. Forse Mattarella è garante dei risparmi ma con esclusione di quelli dei veneti? Oppure si attiva a tutela dei soldi degli italiani soltanto quando il governo non è del Pd, che guarda caso è il suo partito di provenienza? Sospetti legittimi, visto che nel 2015, quando Renzi decise di anticipare il bail in, direttiva europea che complicò ancor di più la soluzione delle crisi bancarie, dal Colle non proferirono verbo, ma firmarono senza discutere.Ma allora che razza di garante è l'autonominato revisore dei conti? Forse è un tutore a giorni alterni e solo se qualcuno critica la Germania e il dogma della fede nell'Europa. Tuttavia una cosa ci piacerebbe scoprire: ora che ha messo tutto nelle mani di Carlo Cottarelli, affidandogli l'incarico di formare il governo, il capo dello Stato vigilerà con altrettanto scrupolo sull'aumento dell'Iva e sulle altre tasse che incombono sui risparmi degli italiani? Controllerà con pari attenzione a quella usata nei confronti del professor Savona anche le decine di nomine nelle partecipate dello Stato, tipo Cassa depositi e prestiti, che dovranno essere fatte a breve? Anche quelle, caro presidente, incidono sul portafogli degli italiani, così come incidono la spartizione e la lottizzazione. E vorremmo che lei non si distraesse.
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