2021-11-23
Massimiliano Romeo: «Guerra assurda tra vaccinati e no. Il pensiero unico zittisce la scienza»
Massimiliano Romeo (Ansa)
Il senatore leghista: «Il pensiero unico imbavaglia pure la scienza. Puntare solo sulle dosi è sbagliato. E serve convincere gli scettici».«Puntare solo sulle dosi è sbagliato. È fondamentale non alimentare divisioni, bensì convincere gli scettici con una comunicazione efficace. Tocca al governo proporre misure complementari».«La guerra fra vaccinati e non vaccinati è assurda, controproducente». La voce di Massimiliano Romeo ha un peso nel centrodestra. Il capogruppo dei senatori della Lega decide di prendere la parola e di elencare una serie di priorità per uscire da una contrapposizione insensata «che non è nell'interesse del Paese». Brianzolo di Monza, poco avvezzo ai bizantinismi, osserva l'orizzonte politico e non si sottrae alle domande: dal dualismo Salvini-Giorgetti alla corsa al Quirinale, dal nebuloso trattato con la Francia alle giravolte renziane, tutto passa da quegli scranni. Dove lui è appostato per intercettare umori, trappole e verità.Senatore Romeo, il suo intervento contro il green pass per i lavoratori nel giorno della fiducia risuona ancora nell'aula.«Ho fatto quell'intervento a titolo personale per evidenziare una sensibilità differente. Anche Salvini, all'interno dell'indicazione di votare la fiducia, aveva sottolineato l'importanza della libertà di opinione sul green pass. Questa guerra fra vaccinati e non vaccinati non è nell'interesse del Paese. Soprattutto se i primi sono in quota bulgara, l'85% degli italiani. Ho delle perplessità, le contrapposizioni frontali non affievoliscono le differenze ma le incrementano».Eppure i governatori come Massimiliano Fedriga spingono per un green pass più invasivo.«Capisco i governatori, che da quasi due anni sono in trincea e con sforzi sovrumani garantiscono l'attuazione del piano sanitario. Ma siamo sicuri che la quarta ondata non dipenda anche da fattori diversi dai non vaccinati? Il governo deve valutare in modo approfondito e proporre misure complementari al vaccino. In caso contrario rischia solo di moltiplicare le manifestazioni degli scettici e di conseguenza i contagi».Quali sarebbero le misure complementari?«Ho 50 anni, sono vaccinato e credo nell'efficacia del siero per proteggere dalle forme gravi. Ma puntare solo sulle dosi è sbagliato. Sono favorevole anche a potenziare il tracciamento, a promuovere terapie precoci, a sviluppare le monoclonali, a installare macchinari di purificazione dell'aria».Per esempio?«D'inverno, al chiuso, il virus circola di più. E allora servono investimenti su questi macchinari ionizzanti a scuola, sui mezzi pubblici, negli uffici. Presenteremo un emendamento in merito; si fanno superbonus su tutto, perché non su strumenti di supporto al vaccino per affievolire la pandemia?».Si parla di green pass per soli vaccinati. Che ne pensa?«Rimango perplesso. Lo ribadisco, è fondamentale non alimentare divisioni e resistenze, ma convincere gli scettici con una comunicazione efficace. Il pensiero unico imbavaglia anche la scienza. Il 4 agosto ho chiesto al ministro Roberto Speranza che nel bollettino giornaliero del ministero venisse inserita la percentuale dei non vaccinati nelle terapie intensive. Leggere i numeri è sempre istruttivo. Non mi ha mai risposto».Dall'osservatorio del Senato vede anche il dualismo Salvini-Giorgetti?«Sono nella Lega dal 1992, un'anima di lotta e di governo c'è sempre stata: chi governa deve affrontare più compromessi rispetto a chi va in mezzo alla gente. Discutere nelle assemblee, nei consigli federali, nelle segreterie è del tutto normale. Abbiamo una linea politica e un segretario vincente: lui fa la sintesi del dibattito interno e noi lo seguiamo. Il dualismo Salvini-Giorgetti è un'arma per chi vuole creare divisioni, non bisogna cadere nelle trappole».Ha letto il Trattato del Quirinale?«No. E questo è grave perché al di là del contenuto c'è la percezione di un parlamento esautorato. Si va avanti a colpi di fiducia, solo ratifiche; ci si chiede di alzare la mano e nulla più. Ma con questo sistema si rischiano sorprese come quella arrivata la scorsa settimana quando il governo è andato sotto due volte. Scandalo? No, il parlamento ha fatto il parlamento».In Senato tira già aria di battaglia del Quirinale? Draghi o Berlusconi?«È presto. C'è rispetto per le scelte del presidente Mattarella e del premier Draghi. È chiaro che in questa tornata il centrodestra ha i numeri per essere protagonista e Salvini sta lavorando per cementare l'unità della coalizione. Berlusconi sarebbe un candidato ottimale, ma si valuteranno i numeri, il momento, le opportunità».Sullo spezzatino Tim che posizione avete?«Riteniamo che il governo debba esercitare tutti i poteri; abbiamo a cuore innanzitutto la salvaguardia dei posti di lavoro e lo sviluppo della banda larga».Si nota un avvicinamento di Matteo Renzi.«Onestamente su certi temi c'è sintonia con Italia viva. Siamo agli antipodi sui migranti ma sulle realtà produttive da supportare e sulla giustizia c'è consonanza di idee. Del resto, la politica è l'arte del possibile, non solo con Renzi».Con chi altri, nel campo avverso?«Sull'estensione del green pass a un anno per i guariti da Covid e sulla validità dell'esame sierologico il Movimento 5 stelle ha le stesse nostre idee. Invece siamo in totale disaccordo sull'applicazione del reddito di cittadinanza così com'è. Ma in Italia oggi si parla solo di Covid».E di cosa si dovrebbe parlare?«Di costi dell'energia, di lavoro da rilanciare seriamente, di reddito di cittadinanza da riformare. Ci sono imprese che chiudono perché non riescono a pagare le bollette rincarate del cento per cento, ci sono materie prime con prezzi assurdi. La manovra dovrà tenere conto della vita reale».Come pensa di farlo, la Lega?«C'è il tesoretto di otto miliardi, usiamolo per ridurre le tasse ad artigiani, commercianti, partite Iva, le categorie più colpite dalla pandemia. In questo periodo hanno chiuso 327.000 piccole imprese, bisogna salvare il vero tessuto economico italiano».Lei disse che Fedez era interessato al ddl Zan solo per vendere più smalti per le unghie.«Era una provocazione ma non ci sono andato lontano. Il Pd cominciò a ripetere “O Zan o morte" come ai tempi di “O Conte o morte", allora feci un intervento in cui invitai i dem a fermarsi e riaprire il tavolo per non farsi male. Il ddl Zan lo hanno affossato loro».
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