2025-04-02
I giudici: «Sulla Le Pen sentenza nel 2026»
Marine Le Pen (Getty Images)
La Corte d’appello di Parigi annuncia i tempi per la decisione: in caso di esito favorevole, quindi, la leader sovranista potrà correre per l’Eliseo nel 2027. Intanto il magistrato che l’ha giudicata è stato messo sotto scorta per le minacce. Domenica Rn in piazza.Il giorno dopo la batosta subita dalla democrazia francese a causa dell’esclusione, per via giudiziaria, dalle prossime elezioni presidenziali di Marine Le Pen, la patria della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo si è risvegliata più divisa che mai. Al di là della condanna a quattro anni di carcere, in parte coperti dalla condizionale e in parte scontati con il braccialetto elettronico, della pena pecuniaria di 100.000 euro, ciò che lascia perplessi molti francesi è la condanna a cinque anni di ineleggibilità nei confronti di Le Pen. Questa parte del verdetto a carico della leader del Rassemblement national ha, di fatto, minato il principio della presunzione d’innocenza e il diritto alla difesa, che dovrebbero proteggere tutti i cittadini da punizioni arbitrarie, fino alla formazione di una sentenza definitiva al terzo grado di giudizio. Durante tutta la giornata, i media hanno trasmesso i passaggi dell’intervista di Le Pen al tg di Tf1 di lunedì sera. Negli estratti, la leader del Rassemblement national (Rn) citava le motivazioni della sentenza di condanna, lette dal presidente del tribunale Bénédicte Giraud de Perthuis de Laillevault. Nel frattempo, internet ha fatto riaffiorare delle dichiarazione del giudice sessantatreenne che ieri è stato posto sotto protezione dopo aver ricevuto delle minacce. Il filmato mostrava il magistrato esprimere apprezzamento per un ex giudice franco-norvegese, Eva Joly, già parlamentare Ue e candidato alle presidenziali del 2012 per i Verdi.Le forze politiche sono rimaste accampate sulle posizioni espresse nel giorno precedente, dopo la proclamazione della sentenza. Socialisti, Verdi e macronisti hanno continuato ad esprimere apprezzamenti per la condanna. Invece il partito di estrema sinistra de La France Insoumise (Lfi), la destra moderata dei Républicains (Lr) e l’alleato dell’Rn, Eric Ciotti leader de L’Union des droites pour la République (Udr) hanno ribadito le proprie critiche. Il premier François Bayrou, che subito dopo la sentenza si era detto «turbato», e che ieri è stato attaccato da più parti per questa sua uscita. Lo stesso premier, a metà pomeriggio, durante il question time all’Assemblea nazionale, ha socchiuso la porta ad una possibile via parlamentare per far evolvere la legge sull’esecuzione immediata di una pena, quella che ha reso ineliggibile Marine Le Pen. Rispondendo a Ciotti, il premier ha affermato: «Non voglio lasciare dire che la nostra democrazia sarebbe messa in difficoltà dall’autorità giudiziaria». Ma Bayrou ha anche dichiarato che una «riflessione deve essere fatta» dal Parlamento sull’esecuzione provvisoria di alcune pene «che fa si che delle decisioni pesanti e gravi non siano suscettibili di ricorso».L’apertura del premier è stata presa come una palla al balzo da Ciotti che ha annunciato la presentazione, a giugno, «una proposta di legge per sopprimere l’esecuzione provvisoria per la pena dell’ineleggibilità».Sempre durante il question time, il ministro della Giustizia, Gérald Darmanin ha auspicato che «l’intervallo per il nuovo giudizio (in appello, ndr) alla Corte d’appello di Parigi possa essere organizzato entro un termine il più possibile ragionevole». Termine che è stato definito più tardi dalla stessa Corte d’appello, che ha annunciato di voler affrontare il caso «nell’estate 2026». Quindi in tempo utile rispetto alle presidenziali del 2027. Per poter concorrere, la Le Pen dovrà ottenere un’assoluzione o anche una condanna senza esecuzione provvisoria.Prima degli interventi dei membri del governo in Parlamento, gli esponenti di vari partiti si erano espressi sulla condanna di Marine Le Pen. L’ex premier Edouard Philippe, fondatore del partito Horizons alleato dei macronisti e potenziale candidato alle prossime presidenziali ha detto di «comprendere che questa situazione disturbi una parte dei francesi ma che, in quanto responsabili politici, si debba evitare di commentare le decisioni della giustizia». Un altro ex premier, Gabriel Attal, si è chiesto polemicamente «a partire da quale livello nei sondaggi i politici sono al di sopra della legge». Già, a proposito di sondaggi, dopo la sentenza a carico di Le Pen, l’istituto Odoxa-Blackbone ne ha realizzato uno per Le Figaro secondo il quale sei francesi su dieci non considerano il verdetto sfavorevole a Le Pen come un handicap per l’Rn. Un’indagine di Touluna-Harris Interactive per la radio Rtl mostra che Bardella sarebbe in testa al primo turno delle presidenziali a quota 35-36%, come Le Pen prima della sentenza. In mattinata, Bardella e la stessa Le Pen avevano promesso battaglia. Il primo ha dichiarato su Cnews che l’Rn «andrà fino in fondo per accompagnare questa indignazione» e che lui è «totalmente leale» nei confronti della leader del partito. Dal canto suo, Marine Le Pen ha dichiarato che non lascerà «che i francesi si lascino rubare un’elezione presidenziale», mentre il suo partito ha annunciato una manifestazione a sostegno della sua leader questa domenica.
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)