2024-06-01
Si chiude il cerchio con i Berlusconi. Marina nominata Cavaliere del lavoro
Mattarella fa pace con la storia e riconosce all’imprenditrice il titolo che più identificava il padre. La figlia: «Lo dedico a lui».Il cerchio si chiude. E ciò che fu tolto con una congiura di palazzo al padre Silvio Berlusconi viene restituito alla figlia Marina. Ufficialmente e in modo solenne, in un’Italia che almeno attorno a questo nome ha trovato la pacificazione. Il gesto del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di nominare Cavaliere del lavoro Marina Berlusconi non ha soltanto il valore simbolico del riconoscimento onorario, ma porta con sé quello sostanziale del risarcimento politico. Poiché attorno a quel nome nulla può essere soltanto protocollare, è come se il Quirinale avesse voluto fare pace con la Storia e rimettere le cose a posto.Marina Berlusconi «Cavaliera» non può che far felice innanzitutto suo padre da lassù, che di quel titolo si era fregiato nel 1977 a 41 anni e lo aveva portato con orgoglio come un doppiopetto Caraceni, un vessillo destinato a diventare identificazione onomatopeica: il Cavaliere di Arcore, e ho detto tutto. A tal punto che, quando nel 2013 lui decadde da senatore per effetto della legge Severino, nessun commentatore, nessun italiano smise di chiamarlo Cavaliere. Preceduto dal sinonimo fino alla fine e anche dopo, come accade agli uomini speciali. Da cavaliere lui era più elettrico della figlia, pacata e saggia nel raccoglierne l’eredità istituzionale ma anche nel rimanere lontana dalla «politique politicienne».Oggi è proprio Marina, scelta dal Colle - su proposta del ministro per il Made in Italy Adolfo Urso - a suggellare il passaggio del testimone dedicando l’onorificenza al padre, che a sua volta l’aveva ottenuta da Giovanni Leone. «Desidero esprimere la mia profonda gratitudine al capo dello Stato e al Consiglio dell’Ordine al Merito del Lavoro per avermi onorata con questo prestigioso riconoscimento. Lo dedico a Silvio Berlusconi, mio padre, che è stato e sempre sarà il Cavaliere. Lui ha creduto in me, mi ha sostenuto e mi ha dato la possibilità di fare il mestiere che ritengo il più bello del mondo, quello dell’editore». Poi la presidente di Mondadori e Fininvest ha condiviso il titolo con la sua squadra. «Da oltre vent’anni ho l’onore di presiedere un grande gruppo come Mondadori, vero e proprio patrimonio del nostro Paese, che ha fatto della libertà e del pluralismo la sua ragion d’essere. Voglio quindi condividere questo riconoscimento con ciascuna delle persone che lavorano in Mondadori e, più in generale, con le persone di Mediaset e di tutto il gruppo Fininvest. La mia nomina di oggi è allo stesso tempo un premio al loro impegno, alla loro energia, alla loro passione». Il presidente Mattarella ha attribuito il cavalierato ad altre 24 personalità, fra le quali nomi noti come Caterina Caselli, Chiara Boni, Lucia Aleotti, Matteo Lunelli, Giorgio Campagnolo.Marina Berlusconi ha 57 anni, due figli (Gabriele e Silvio), una spiccata competenza nella gestione aziendale e una passione dichiarata per l’arte. È entrata giovane nell’azienda di famiglia, a 30 anni era già vicepresidente di Fininvest. Dal 2008 al 2012 è stata consigliera d’amministrazione di Mediobanca. Oltre che numero uno di Mondadori e Fininvest è nel cda di Mediaset, la cui guida operativa è da tempo nelle mani del fratello Piersilvio. A quasi un anno dalla morte di Silvio Berlusconi (il 12 giugno) e alla vigilia delle elezioni europee, il gesto presidenziale sottolinea per proprietà transitiva la centralità delle idee del Cavaliere nel plasmare la classe moderata nel nostro Paese. Oggi la sua creatura, Forza Italia, gode di buona salute: il partito ha trovato nuova linfa, si muove da protagonista nell’alleanza di centrodestra e guarda al futuro con ottimismo. Nei giorni scorsi è passata in Consiglio dei ministri (servono altri tre step) la riforma berlusconiana per eccellenza, quella della Giustizia con la separazione delle carriere. E all’orizzonte arriva quella sul premierato, cara a Giorgia Meloni. Anche se ufficialmente non c’è fra gli azzurri una posizione forte sull’argomento, in casa Berlusconi la riforma era ritenuta importante. Già nel 2001 fu inserita nel pacchetto della «rivoluzione liberale», rimasta un rimpianto politico per il leader che si rendeva conto della macchinosità nel far funzionare lo Stato. Ricordando il pensiero del padre, qualche mese fa Barbara Berlusconi ha dichiarato: «Quella del premierato sarebbe veramente una svolta epocale per il Paese. Mio padre soffriva moltissimo per i pochi poteri del premier, ne abbiamo parlato spesso assieme». Sulla nomina a cavaliere di Marina Berlusconi ha preso la parola il numero uno di Forza Italia, Antonio Tajani da Praga: «È una bellissima notizia. È una grande imprenditrice che ha meritato il riconoscimento da parte del presidente della Repubblica. Sono molto contento, evidentemente sta seguendo le orme del padre sul fronte imprenditoriale». Precisazione indispensabile. Dal fronte politico Marina ha sempre dichiarato di voler stare alla larga, perché «è una leadership che non si può trasmettere per successione dinastica».
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