2024-09-11
Maria Rosaria dà buca a «Cartabianca». Forse aveva paura delle domande vere...
Salta all’ultimo l’intervista. Bianca Berlinguer: «Non se la sentiva più, non c’erano in ballo soldi».Colpo di scena. Fuga da Mediaset. Dopo un giorno di trepidante attesa, Maria Rosaria Boccia dà improvviso forfait. L’annunciatissima partecipazione a È sempre Cartabianca salta. La conduttrice Bianca Berlinguer, all’inizio della trasmissione, informa rammaricata i telespettatori: «Poco fa ci ha detto che non se la sente, vuole prendere del tempo, ragionare e discutere anche con la nostra redazione. E ci chiede di spostare l’intervista alla prossima settimana». La giornalista, comunque, prende tempo: «Vi terremo aggiornati sulla sua partecipazione nel corso della puntata». Si dilunga allora nell’usuale collegamento con Mauro Corona, scrittore e montanaro. Non serve. L’imprenditrice campana, protagonista dell’affaire che ha costretto Gennaro Sangiuliano alle dimissioni da ministro della Cultura, non appare. La giornalista annuncia, quindi, la resa: «Non sarà con noi. È arrivata negli studi del Palatino e poi… Cercheremo di capire cos’è successo». Si affastellano le ipotesi. Ma la più probabile resta la meno nobile: l’aspirante consulente si sarebbe tirata indietro all’ultimo momento per paura di una vera intervista, che avrebbe potuto svelare eventuali incongruenze della sua versione. Insomma, avrebbe dettato condizioni. Respinte da Berlinguer e dalla sua redazione: o risponde a ogni domanda oppure salta tutto. Certo non erano in ballo, è la stessa Berlinguer a precisarlo in diretta, questioni di soldi. Eppure, tutta la giornata era stata costellata dalle baldanzose intemerate sui social di Boccia. Che arriva, nientemeno, a polemizzare indirettamente con Giorgia Meloni. Lo spunto è il fastidio del premier alla notizia dell’intervista su una rete Mediaset. Alimenta, tra l’altro, vecchi sospetti subito smentiti informalmente: «Bianca è incontrollabile…». Così, Boccia prova a infierire sui social: «La potenza è nulla senza controllo!» scrive su Instagram. Aggiungendo una citazione canora: «Io vagabonda… ho Dio!». Una baldanza poi sconfessata dalla precipitosa retromarcia.Ma la ritirata è preceduta anche da un altro ben più allusivo e arrembante post su Instagram. L’ennesimo. L’ultimo dei teatrali «pizzini», seminati negli ultimi giorni con astuzia e tempismo. «Se il capriccio comanda l’azione di governo, allora siamo già al passaggio verso una nuova forma di governo: la dittatura. Il principio di conservazione della dittatura risiede appunto nel capriccio del dittatore. Sono determinata a dimostrare la verità della mia virtù, soprattutto per amore della Repubblica Italiana e della Democrazia». In mano il telecomando, quindi. Altro che scandaletto politico, stavolta si sarebbe volato altissimo. Difatti il post viene corredato dall’impegnativo hashtag #ilgossiplolascioaglialtri. Dunque Boccia, solo qualche ora prima della mancata intervista, sembra una soldatessa pronta a battersi per il bene della nazione. La virtù minata non è unicamente la sua, perbacco. Ma quella «del popolo». Di più: viene minata «la conservazione dello Stato repubblicano». Inno di Mameli. Mano sul petto. La scornata quasi consulente ministeriale vuole «tutelare la verità della mia dignità e onorabilità, macchiate dalle offese del Ministro della Cultura». Che le nega scuse ufficiali e accampa denunce. Nossignori. Stavolta, è in ballo nientemeno che la carta costituzionale. «Per amore della Democrazia e della Repubblica» scrive Boccia, con le maiuscole a enfatizzare il suo patriottismo. «Devo difendere con fermezza la mia onorabilità di donna e di cittadina». E c’è un unico modo. Andare nuovamente in tv. Per chiarire tutto, una volta per sempre: «Intendo provare che la mia virtù è stata brutalmente offesa in mondovisione e che il ruolo di consigliera del ministro, che ho svolto, mi è stato tolto ingiustamente, stracciando il decreto ministeriale di nomina per capriccio di donna». Un’onta per la democrazia. Anzi, la Democrazia. Eppure Boccia non si presenta al cospetto di Berlinguer, nell’enclave demelonizzata. A mali estremi, catodici rimedi. Colpi di scena compresi. Tocca a Corona rincuorare Berlinguer: «Sono cose della vita». O meglio, della soap politica più rocambolesca del momento.
Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)
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