2018-09-06
Manovra in retromarcia: non si sfida l’Ue
Nella riunione con Giuseppe Conte passa la linea Giovanni Tria sui conti pubblici e anche i 5 stelle si allineano alle decisioni del Carroccio. Luigi Di Maio: «Nessuno sforamento del deficit, interventi che rassicurino lo spread e le famiglie». Lega favorevole al reddito di cittadinanza.Sfilata dal Milleproroghe la norma che avrebbe permesso ai no vax l'ingresso a scuola.Lo speciale contiene due articoliIl governo non sfiderà l'Europa. Lo assicura il leader grillino, Luigi Di Maio, che si allinea sulle posizioni della Lega: «L'obiettivo è realizzare le misure economiche, non sfidare l'Europa sui conti» e sarà una legge di bilancio «coraggiosa» che rassicurerà «i mercati e le famiglie tenendo i conti in ordine. La nostra sarà una manovra nel segno della crescita nella stabilità», ha garantito il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al termine del vertice a Palazzo Chigi con il ministro dell'Economia Giovanni Tria, quello degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, e degli Affari europei Paolo Savona, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gian Carlo Giorgetti e i due vicepremier Di Maio e Salvini. Un confronto per fare il punto e concordare la linea cercando di conciliare le diverse istanze all'interno del governo.Nella legge di bilancio, ha chiarito Di Maio, «ci deve essere il reddito di cittadinanza, ci deve essere il superamento della Fornero, ci devono essere gli aiuti alle imprese per gli sgravi fiscali». La nostra linea, ha spiegato, «è realizzare dei punti di programma. Quali saranno i parametri economici lo stiamo discutendo adesso e lo stiamo definendo in queste riunioni che ci permettono di fare un gioco di squadra in cui tutti vogliono arrivare a un obiettivo: cambiare l'Italia, cambiare tutto, perché siamo il governo del cambiamento». Per il momento bisogna registrare la pesante inversione di rotta dei 5 Stelle che dopo aver più volte sbeffeggiato spread e Bruxelles ora mettono dei paletti che sono esattamente gli stessi suggeriti dal ministro Tria, europista quanto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.Nelle dichiarazioni del leader grillino c'è anche un chiaro messaggio alla Lega che l'altro ieri ha indicato le proprie priorità - smantellamento della Fornero, avvio della flat tax e della pace fiscale, semplificazione burocratica per le imprese. Sul reddito di cittadinanza è stato ieri lo stesso Matteo Salvini a rassicurare l'alleato: «Ieri abbiamo parlato delle priorità della Lega, il reddito di cittadinanza è una battaglia degli amici del Movimento 5 stelle che ci sta lavorando, non entro nei campi altrui. Ma sarà nella manovra».Il nodo resta dove fissare l'asticella del deficit/Pil. La Lega ha già detto che intende spingersi poco sopra il 2% e su questo è in corso il confronto con il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, che preme per mantenere una linea prudente e rispettare gli impegni con Bruxelles.«Non parlerei di contrapposizione con Tria, stiamo facendo gioco di squadra, il nostro obiettivo è migliorare le condizioni del Paese e lo faremo con una legge di bilancio coraggiosa e che terrà i conti in ordine», ha garantito Di Maio. E rilanciato: reddito cittadinanza e flat tax «non sono alternativi. Le due cose sono nel contratto».Quanto ai rapporti con la Ue e all'attenzione dei mercati, il leader pentastellato ha improvvisamente modera i toni: «Il giorno in cui dovremo scegliere tra agenzie rating e italiani questo governo per la prima volta sceglierà gli italiani. Non è detto che i due interessi siano in contrapposizione ma deve essere anche chiaro che con le continue strette di questi anni il debito è aumentato quindi servono misure espansive». IL riallineamento tra le due anime elette del governo non appare comunque totale. A sottolineare le divergenze c'è un altro tema che potrebbe agitare il rapporto: il ddl anticorruzione, che il Movimento ha ribattezzato addirittura con l'hashtag #spazzacorrotti. Salvini sembra frenare rispetto all'entusiasmo di Di Maio e del ministro Alfonso Bonafede: «Sul Daspo a vita per i corrotti stiamo leggendo e rileggendo il testo: la lotta senza quartiere alla corruzione è una priorità, come quella alle mafie. Ma bisogna stare attenti a garantire che fino al terzo grado di giudizio si è innocenti, processi sommari non sono da paese civile. Ma chi corrompe deve pagare». Insomma, sembra adottare - almeno in parte - le posizioni garantiste su cui è in pressing in questi giorni soprattutto Forza Italia.Ben diversi i toni di Di Maio. Corrotti e corruttori «non vedranno più lo Stato», ha detto. Vale per politici e dirigenti pubblici ma anche per gli imprenditori con appalti nella pubblica amministrazione. «Il decreto anti corruzione toglie le mani dalla marmellata a tanta gente e se vieni preso con le mani nella marmellata non vedi più lo Stato, se sei un politico o un dirigente pubblico». Più tardi in serata ha annunciato che il ddl Bonafede sarà in consiglio dei ministri nel pomeriggio di oggi. Vedremo che succederà così come per la manovra. Al momento non esiste alcun documento programmatico in vista delle Finanziaria. I due vertici, quello della Lega e quello esteso, hanno prodotto solo dichiarazioni. Poi sarà la volta dei numeri e solo dopo del Parlamento. La via del rispetto dei vincoli e della realizzazione del contratto di governo (che già è spalmato su cinque anni) è sempre più stretta. Claudio Antonelli<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/manovra-in-retromarcia-non-si-sfida-lue-2602286927.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="cambio-di-rotta-pure-sui-vaccini-la-maggioranza-conferma-lobbligo" data-post-id="2602286927" data-published-at="1757674871" data-use-pagination="False"> Cambio di rotta pure sui vaccini. La maggioranza conferma l’obbligo Confermato l'obbligo dei vaccini per entrare a scuola. Ovvero, i bambini da 0 a 6 anni, senza vaccinazioni, restano fuori da asili nido e scuole materne. La maggioranza ieri, con grande soddisfazione delle opposizioni, ha fatto marcia indietro sull'obbligo flessibile delle vaccinazioni introdotto da un emendamento, promesso in campagna elettorale e approvato ad agosto fra le proteste a Palazzo Madama. Per la verità, l'obbligo flessibile contenuto nel cosiddetto «emendamento Taverna» non convinceva i grillini e la stessa ministra della Salute, Giulia Grillo, che, in stato di gravidanza avanzato, aveva assicurato: «Farò tutti i vaccini al mio bambino». Alla perplessità della Grillo erano seguite anche quelle dei medici, dei ricercatori e dei presidi scolastici, che avevano sollevato non poche polemiche. Due relatori del M5s, Vittoria Baldino (commissione Affari Costituzionali) e Giuseppe Buompane (Commissione Bilancio) hanno firmato ieri un emendamento, che raccoglierebbe una serie di emendamenti presentati da diversi gruppi parlamentari, che sopprime il comma 3 dell'articolo 6 del decreto Milleproroghe, che avrebbe reso non obbligatori i vaccini. Un modo per disinnescare la legge Lorenzin, cancellando per quest'anno il divieto di iscrizione ai bambini tra 0 e 6 anni non immunizzati. «Lo abbiamo fatto al fine di trattare le politiche vaccinali con un provvedimento normativo ad hoc: il ddl l'abbiamo già depositato al Senato e si inizierà l'esame nel più breve tempo possibile», ha spiegato la grillina Vittoria Baldino. Nessuna retromarcia secondo la pentastellata ma «solo un rinvio perché sui vaccini, il nostro Paese ha bisogno di una disciplina organica e razionale. Per questo motivo si è deciso di affrontare questo lavoro nello strumento del ddl liberando il Milleproroghe (in scadenza il 23 settembre), che assolve a funzioni diverse, da questa incombenza. In questo modo potremo definitivamente superare il decreto Lorenzin, un testo di carattere emergenziale, causa dei malfunzionamenti e del caos che abbiamo dovuto affrontare fino ad oggi». Se il nuovo emendamento passerà resta tutto come previsto dalla legge sull'obbligo. Chi va al nido e alla materna non entra se non ha i vaccini, chi frequenta la scuola dell'obbligo (6-16 anni) entra ma deve pagare una sanzione da 100 a 500 euro. Resta ovviamente la possibilità di autocertificare che è tutto in regola da parte dei genitori come previsto dalla circolare dei ministeri Salute e Istruzione ma chi presenta una dichiarazione falsa rischia la denuncia. Del resto, oltre ai Nas già in azione in alcune scuole, molte Regioni hanno attivato l'anagrafe vaccinale e non sarà difficile stanare le false attestazioni. Soddisfatti i presidi che attraverso l'Associazione nazionale, dopo aver immaginato un rischio caos nelle scuole, avevano chiesto martedì in audizione alla Camera il ritiro della proroga prevista sull'obbligo e che ieri hanno salutato il nuovo emendamento come «una grande vittoria di civiltà». E se il presidente della Commissione vaccini nominato dalla stessa ministra Grillo, Vittorio Demicheli, ha detto che, pur non apprezzando il decreto Lorenzin, «sarebbe un errore cambiare le cose adesso», l'ex ministra leader di Civica Popolare ha commentato: «Si tratta di una vittoria della scienza su ignoranza e pregiudizio, grazie al mondo scientifico, della scuola e della cultura e grazie alle forze politiche che si sono battute per ristabilire il primato della salute collettiva». Si tratta del gruppo che ha presentato una petizione per l'abolizione dell'emendamento che ha raccolto 300.000 adesioni online. «Sul tema dei vaccini finalmente stanno prevalendo un atteggiamento di razionalità, le ragioni della scienza e l'esigenza della massima tutela possibile della salute dei bambini», ha commentato Antonio Saitta, coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni. Esulta il Pd con il capogruppo in commissione Affari sociali, Vito De Filippo: «Si tratta di una clamorosa retromarcia e di una straordinaria vittoria della buona politica, della scienza e del buon senso». Il virologo Roberto Burioni, fiero oppositore dei no-vax, ha scritto su Fb: «Ho detto che avrei giudicato il governo solo in base ai fatti. Sono felice che la ragione abbia prevalso, lo prendo come un segno di buon auspicio per tutto il resto». Sarina Biraghi