2020-12-05
Manovra folle: condono più patrimoniale
Da un lato torna sul tavolo l'emendamento di Matteo Orfini e Nicola Fratoianni, dall'altro sbucano due norme per l'ennesima voluntary disclosure e per una sanatoria sui contanti: tema che ha già spaccato la sinistra. Gelo nel governo. Il caso Mps butta nuova benzina sul fuoco.Le oltre 7.700 pagine di emendamenti presentati alla manovra sono state scremate ieri. I partiti e le commissioni hanno sforbiciato e si sono concentrati sulle modifiche cosiddette segnalate. Quelle su cui puntano i capigruppo con l'obiettivo di trasformare le intenzioni in realtà. Tradotto, in articoli della prossima legge finanziaria. Solo che il risultato rischia di essere dal punto di vista dell'approccio fiscale una accozzaglia mai vista prima. È confermato l'emendamento pro patrimoniale. Reinserito dopo il ricorso fatto dal promotore, Nicola Fratoianni. Un tentativo assai confuso di togliere l'Imu per aggiungere una sorta di dichiarazione patrimoniale che in Italia non esiste. Chi l'ha proposta non aveva idea né delle coperture necessarie né del gettito che produrrà. Ed è esattamente il motivo per cui è stata reinserita. Se non bastasse ciò a spiegare il Far West a cui si va incontro nel 2021 bisogna aggiungere il fatto che tra gli emendamenti segnalati ce ne sono ben tre che mirano a reintrodurre il condono o la voluntary disclosure. Con specifiche diverse. L'idea è quella di permettere agli eredi di sanare quei capitali rimasti all'estero dopo il decesso del parente. Ma l'articolo più discusso è quello relativo ai contanti. Un tema non nuovo che pochi anni fa ha addirittura spaccato la sinistra. Era il 2017 quando visti i drammatici buchi nelle coperture si pensò di inserire la pulizia dei contanti con l'obiettivo di raccogliere 1 miliardo di euro. Il 22 ottobre di quell'anno la clausola per l'emersione del contante fu emendata dal testo della manovra dopo che l'ex premier fu accusato di volere far cassa con evasori e criminali. Contro la proposta appoggiata da Matteo Renzi si schierò anche l'ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che ironicamente suggerì di nominare come ministro dell'Economia, Fabrizio Corona. Già nel 2016, l'ipotesi di emersione prevedeva una tassa forfettaria del 35%, nel 2017 l'aliquota non fu nemmeno fissata, ma ci sarebbe stato un vero e proprio salto di qualità. Agli evasori pentiti, oltre all'imposta fissa, il governo avrebbe chiesto di investire una quota dell'emerso in Bot e Btp. Un colpo di genio, oseremmo definirlo, che però poteva essere confuso con una maxi lavanderia a cielo aperto. Il messaggio sarebbe stato: «Investi in Btp, lo Stato perdona chiunque». A meno che le banconote non siano proprio sporche di sangue. Ipotesi che certo avrebbe escluso anche un altro sostenitore del condono. Il primo grande capitolo del documento redatto dalla task force Colao, quello relativo alle imprese, aveva in bella vista due sanatorie. La prima era per l'emersione del lavoro nero che, sulla scorta del decreto Rilancio, prevede a sua volta l'emersione del lavoro irregolare in alcuni settori ma anche un mix di premialità (riduzione della contribuzione), paletti (dichiarazione di assenza di lavoro nero) e sanzioni (in caso di dichiarazioni del falso). Una seconda sanatoria era appunto la voluntary disclosure per «la regolarizzazione del contate con l'obbligo di investimento di una parte dell'ammontare per cinque anni in strumenti di supporto del Paese». Entrambe sembravano scritte da Italia viva. Il ministro Teresa Bellanova ha più volte spinto quella sui braccianti e sulle colf, si sarebbe trattato di andare avanti. Cosa che non è avvenuta perché il piano Colao è finito nel cassetto di Giuseppe Conte e da lì nel buco nero dell'oblio. Sono passati meno di sei mesi ma sembra un'eternità. Se non fosse per i movimenti carsici che influiscono sugli emendamenti. Stavolta a firmare il condono/voluntary è Forza Italia che con Italia viva a questo punto ha in comune molto più di una parola. Il prossimo martedì gli emendamenti arriveranno al vero collo di bottiglia. Le commissioni taglieranno ancor più drasticamente la lista e vedremo che cosa resterà delle proposte. Immaginare che resti il condono e la patrimoniale è da folli. Sarebbe come invitare qualcuno a casa per una cena di gala con la promessa di derubarlo già nell'invito formale. Non c'è da stupirsi se la festa va deserta. Il risultato sarà spezzare ancor di più i già flebili rapporti tra Pd, Italia viva, 5 stelle e Pd. Persino quelli all'interno delle diverse aree del Movimento. A buttare benzina sul fuoco ci penserà anche l'emendamento relativo al Monte dei Paschi di Siena. Il testo a firma Zanichelli (sottoscritto anche da Luca Pastorino di Leu) chiede di ridurre dal 2% a massimo 500.000 euro il limite di utilizzo delle Dta come credito d'imposta in caso di aggregazioni, che impatterebbe anche nell'ipotesi di nozze dell'istituto di Siena con un'altra banca. Al momento la candidata sembra essere Unicredit, ma la parola definitiva è molto lontana dall'essere pronunciata. Di certo metà dei grillini vuole mantenere pubblica Mps mentre un pezzo del Pd vuole chiudere un'operazione a tutti i costi. Meglio se di mercato solo in apparenza.