2018-11-11
Malta vicescafista: aiuti al barchino per arrivare da noi
La Valletta intercetta un natante nelle sue acque e fornisce benzina e giubbotti per raggiungere Lampedusa. L'ira del vicepremier Matteo Salvini: «Alcuni Paesi si disinteressano degli immigrati e ce li rifilano, mentre Bruxelles ci minaccia di sanzioni per la manovra: non ci faremo intimidire».A Claviere, in Alta Val di Susa, qualche settimana fa, gli uomini della gendarmeria francese beccati a trasportare migranti in Italia avevano usato la patetica scusa di un errore, di un incidente, di essersi smarriti (figurarsi). Adesso, non in montagna ma in mare, la Guardia costiera maltese è riuscita a far di peggio, sempre nella logica di considerare l'Italia una specie di campo profughi. Intanto, un passo indietro. Da quando, quest'estate, forzando sul caso Aquarius, il ministro dell'Interno Matteo Salvini è di fatto riuscito a bloccare le grandi navi delle Ong, i trafficanti di uomini hanno cambiato tattica, facendo ripartire il via vai delle barche più piccole. Ricorderete che, da fine agosto, era infatti ripreso lo stillicidio degli sbarchi a Lampedusa. Piccole imbarcazioni, «casualmente» in difficoltà nei pressi di Malta, e altrettanto «casualmente» accompagnate verso l'Italia dalla Guardia costiera di quel Paese. Ieri è scoppiato un altro caso, sollevato senza mezzi termini dal Viminale. Secondo il ministero dell'Interno, i maltesi hanno intercettato una barca con tredici immigrati a bordo. Elementari doveri e rispetto delle regole avrebbero dovuto indurre la Guardia costiera di Malta a scortarli nel porto sicuro più vicino, cioè nel territorio di Malta.E invece? E invece i maltesi avrebbero operato quasi da «vicescafisti», fornendo all'imbarcazione tutto il necessario per raggiungere l'Italia: una bussola per non sbagliare rotta, alcune taniche di carburante, dell'acqua, e - sembra uno scherzo - perfino giubbotti salvagente griffati«Mecca Marine», cioè l'azienda che produce e firma uniformi e materiale per la Guardia costiera di Malta. Ai lettori della Verità, leggendo queste righe, sarà tornato alla mente quanto ha più volte spiegato, intervistata su queste pagine, la professoressa Anna Bono, la studiosa che ha denunciato il business degli scafisti. La Bono ha raccontato che spesso i criminali scafisti praticano tariffe differenziate a seconda dei «servizi» che il clandestino è in grado di acquistare: circa 5.000 dollari per il viaggio, qualcosa in più per salvagente, giubbotti, eventuali documenti. Ma quelli sono criminali. La cosa incredibile, se confermata, è che ad agire in modo non troppo dissimile (anche se gratis) sarebbe stata la Guardia costiera di un Paese membro dell'Ue. Questa è comunque la versione degli immigrati: grazie all'«aiutino» maltese, infatti, i tredici clandestini (tre provenienti dal Corno d'Africa, dieci dalla Tunisia) hanno raggiunto Lampedusa. Ma a quanto pare si tratta di un racconto credibile, secondo gli investigatori. Nella notte tra giovedì e venerdì, la piccola imbarcazione (salpata dalla Tunisia) sarebbe stata avvistata dalla Guardia di Finanza italiana in acque maltesi e segnalata a La Valletta. Circa 6-7 ore dopo che la barca aveva finito il carburante, ci sarebbe stato l'intervento dei maltesi (alle 4 del mattino). Secondo le testimonianze degli immigrati, da una nave sarebbe sceso in acqua un gommone con persone vestite come gli uomini della Guardia costiera maltese (difficile pensare a un travestimento). Costoro avrebbero provveduto al rifornimento di carburante, scortando la barca per un'ora circa. E in effetti l'imbarcazione è giunta a Lampedusa venerdì mattina. Durissima la reazione di Salvini: «Troppi indizi ci fanno credere d'essere di fronte a un vero e proprio atto ostile da parte di un altro Paese dell'Ue: dopo quanto emerso a Claviere, c'è la sensazione che l'Italia sia sotto attacco. Alcuni Paesi si disinteressano degli immigrati e ce li rifilano, mentre Bruxelles ci minaccia di sanzioni per la manovra: non ci faremo intimidire». Gli ha replicato il suo omologo, il ministro degli Interni maltese, Michael Farrugia, in vena di bullismo: «Basta con questo gioco, Matteo Salvini. Smetti di criticare Malta perché fa il suo dovere, e inizia a prender nota di quello che l'Italia dovrebbe far meglio per occuparsi della sicurezza in mare e per attenersi agli obblighi internazionali. È l'Italia che ripetutamente ha mancato di rispettare le convenzioni Sar e gli obblighi internazionali. Malta ha sempre rispettato gli obblighi e il principio del luogo sicuro più vicino. Salvini dovrebbe capire che le barche di migranti in alto mare non sono sempre in difficoltà. Se le persone a bordo non vogliono essere salvate, nessuna autorità può impedir loro di continuare il viaggio. Malta ha fatto molto più del dovuto, e ha fatto sbarcare migranti sull'isola per ragioni umanitarie a causa della sistematica mancanza italiana nel fornire ogni forma di assistenza alle persone in difficoltà».Pistolotto difensivo che, se pronunciato in un'aula giudiziaria, non avrebbe giovato alla causa del maltese: non spiega il fattaccio dei giubbotti e della bussola, non spiega come mai abbiano considerato Lampedusa (anziché le loro coste) il porto sicuro più vicino, né sembra convincente dare una veste «umanitaria» a una furbesca azione quasi da scafisti di complemento.
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