
In 10 anni disavanzi costanti: Edizione pronta a mettere altri 260 milioni. Profitti da autostrade e aeroporti.Mettiamola così: le eventuali perdite da 100 milioni di cui parla Luciano Benetton nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera non sono certo un evento raro per la casa di Ponzano Veneto. Si tratta del passivo medio riportato negli ultimi 10 anni di gestione del gruppo di abbigliamento creato nel 1965 dai fratelli Luciano, Giuliana, Gilberto e Carlo. I tempi delle aperture di negozi a raffica in circa 120 Paesi, della quotazione in Borsa (1986), dei maglioncini colorati che seguivano passo passo le ultime tonalità in tendenza e delle campagne pubblicitario a effetto di Oliviero Toscani sembrano preistoria. Dal 2012 infatti la società non raggiunge l’utile (l’anno del primo addio di Luciano al quale succede il figlio Alessandro) e il totale del disavanzo da allora supera il miliardo di euro, con l’ultimo bilancio, quello del 2022, che evidenzia un deficit di altri 121 milioni. Non solo. Perché anche gli interventi della capogruppo, Edizione, la holding che guida l’impero di famiglia (un po’ quello che rappresenta Exor per gli Agnelli) non sono affatto una novità. Solo «negli ultimi tre anni» ha sostenuto la casa di abbigliamento con iniezioni per 350 milioni di euro e adesso si impegna a mettere la testa e il portafoglio (si è detta pronta a garantire un altro aumento di capitale da 260 milioni per ripianare le perdite del 2023) nell’ennesimo piano di riorganizzazione e rilancio del gruppo. Perché è vero che per la holding il business di Benetton Group è pari a circa l’1% circa del giro d’affari, ma è altrettanto vero che rappresenta le radici dell’impero. L’intuizione dalla quale è nato tutto. Cosa succede adesso? Il problema è che con il ritorno in azienda del fondatore Luciano si pensava di riuscire ad avviare una nuova era, di soffrire ancora per qualche anno, anche perché non bisogna mai dimenticare che in mezzo ci sono stati 2-3 bilanci fortemente impattati dal Covid, per poi ripartire. Quando? L’anno messo nero su bianco nel piano industriale 2021-2026 era il 2023. Il nuovo management guidato dall’ad Massimo Renon (con un passato in Luxottica e Marcolin) era convinto di potere ottenere subito i frutti della nuova strategia che ha portato, tra le altre cose, ad affidare la direzione creativa ad Andrea Incontri, a integrare in modo verticale le piattaforme produttive, a creare un magazzino automatizzato nel sito di Castrette con più di 50 robot che si muovono nei 6.000 metri quadrati dello stabilimento, e a puntare sulla crescita delle vendite online che nel 2025 avrebbero dovuto raggiungere il 30% dei ricavi complessivi. Evidentemente non è stato così. Anche se i numeri degli ultimi anni erano in leggero miglioramento. Il commercio elettronico, per esempio ha generato un fatturato di 119 milioni di euro nel 2022, crescendo dell’11% rispetto al 2021. E il fatturato si è attestato sul miliardo, più 19% sull’anno. Nulla di eccezionale, ma i primi segni più in vista di una risalita massiccia che non c’è stata. La verità, però, è che da anni la famiglia aveva svoltato, preferendo alle strade lastricate di insidie del mercato quelle più sicure e protette dei business dei servizi in concessione. Da anni si era capito che i maglioncini colorati non rendevano più e che era arrivato il momento di seguire altre business. Una data che fa da spartiacque è dicembre 1999, quando la famiglia Benetton, insieme ad altri soggetti, acquisisce con 2,5 miliardi di euro il 30% del capitale di Autostrade dall’Iri, che ha avviato il processo di privatizzazione della società. Poi nel 2007 attraverso Sintonia, diventa il socio principale di Aeroporti di Roma. Oggi Edizione è attiva nelle infrastrutture di trasporto, attraverso la partecipazione in Mundys, nelle infrastrutture digitali, con la partecipazione in Cellnex, nella ristorazione e il travel retail tramite Dufry, nella manifattura, appunto, con il marchio storico Benetton e nel settore immobiliare mediante la controllata Edizione Property. Il fulcro è Mundys che gestisce più di 9.000 chilometri di autostrade e 5 aeroporti e che nel 2023 ha registrato ricavi in crescita del 16% a quota 8,6 miliardi, l’Ebitda (margine operativo lordo) a 5 miliardi (+12%) e un utile di mezzo miliardo in calo rispetto all’anno prima quando però i risultati avevano beneficiato degli effetti della cessione di Aspi (2,7 miliardi). I numeri sono trainati dagli incrementi tariffari e dal maggior traffico autostradale (+3,2% rispetto al 2022), oltre che dall’incremento del traffico aeroportuale (+30,4% rispetto al 2022). Altro che maglioni. Il prossimo appuntamento segnato con il circoletto rosso in agenda è quello del 18 giugno quando è stata calendarizzata l’assemblea dei soci di Benetton Group. Partirà da lì la rivoluzione di Edizione che ha già fatto sapere di voler introdurre la necessaria discontinuità nella gestione manageriale della società, con l’avvio di un piano di riorganizzazione e di rilancio. L’ennesimo per un gruppo che un po’ come successo per la Fiat con gli Agnelli, rappresenta un po’ la radice, il legame storico della famiglia, al quale però le nuove generazioni guardano più come un «fastidio» da sopportare che come un’opportunità da perseguire.
2025-11-04
Addio a Giorgio Forattini, artista maestro della satira: «I migliori comunisti sono i ricchi»
Giorgio Forattini (Ansa)
Il vignettista è morto oggi a Milano e nell’arco di una vita ha assemblato un mosaico fatto di 14.000 caricature che hanno graffiato Papi, leader e capi di Stato. Collaborò con «Repubblica», «Il Giornale» e «Panorama».
All'interno una selezione di strisce riprese dai numeri di «Panorama» degli anni 1992, 1997, 2001, 2003.
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L’indignazione per gli slogan cantati da quattro ragazzotti è la prova che la caccia al «male assoluto» è ormai ridicola.
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In Pluribus, da venerdì 7 novembre su Apple Tv+, Vince Gilligan racconta un mondo contagiato da un virus che cancella le emozioni e il conflitto. Un’apocalisse lucida e inquieta, dove l’unica immune difende il diritto alla complessità umana.






