2025-11-04
L’antifascismo da operetta si è fermato ai cori di Parma
L’indignazione per gli slogan cantati da quattro ragazzotti è la prova che la caccia al «male assoluto» è ormai ridicola.i distratti immigrati che ignorano che da noi non si può stuprare sulle spiagge. Il ladro ruba perché non ha altre possibilità, lo stupratore stupra per sopportare il vuoto affettivo che una società malvagia ha permesso, lo spacciatore spaccia perché è quello che sa fare meglio e così evita la frustrazione che può colpire gli incapaci. In questo splendido diluvio di benevolenza, l’unica colpa indegna di compressione è la nostalgia del fascismo. Se qualcuno canta le canzoni del Ventennio, che così, a occhio e croce, mi sembra meno peggio di uno stupro o di una nonna sprangata a morte, diventa la rappresentazione del male assoluto. Il fascismo sono 20 anni della nostra storia, e non possono scomparire perché la Storia non si cancella. Ci hanno portato a una guerra assurda e atroce, durante la quale abbiamo commesso atrocità e subito atrocità, abbiamo commesso distruzioni e subito distruzioni, città magnifiche sono state rase al suolo dai bombardamenti, uomini per bene sono morti ammazzati. Abbiamo consegnato i nostri confratelli ebrei ai nazisti perché fossero uccisi.Resta comunque un periodo della nostra storia, che non può essere cancellato. Alcuni ragazzi cantano canzoni del Ventennio. Sommati a quelli che salutano a braccio teso a Predappio fanno 2.000 persone, approssimiamo per folle eccesso a 20.000. Non potremmo infischiarcene? No, perché il problema dell’antifascismo è che è granitico, monolitico. Sono sufficienti 20.000 persone su una popolazione 60 milioni di abitanti (0,03%) per scatenare il panico, per affermare che l’antifascismo è insufficiente, bisogna aumentare le dosi, dichiarare che il fascismo è sempre al potere, invitare allo sciopero e ricominciare una battaglia che non può mai considerarsi vinta perché è fondamentale che sia eterna. Invece di condannarli come esempi di male assoluto, possiamo allora chiederci come mai questi ragazzi siano così discoli? Eppure la scuola è antifascista, questi ragazzi sono stati sommersi da metri cubi di antifascismo a scuola. Eppure il cinema è antifascista, tanto antifascista: non è che per caso questi discoli hanno osato trovare una boiata pazzesca il film Novecento, imposto anno dopo anno, gioiello di verità storica? Questi ragazzi sono stati esposti ogni anno alle affermazioni della dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani Italiani), le hanno ascoltate il 25 aprile, tutti i 25 aprile, tutti, e se per caso qualcuno era distratto gliele hanno lette anche a scuola. Qualcuno si chiede perché ci sono discoli che osano non allinearsi? Forse i discoli sono semplicemente preoccupati da una invasione islamica che occorre negare o ti accusano di fascismo. Forse perché l’antifascismo diventa ogni anno più perbenista, un puro bon-ton come il salotto di nonna Speranza, non a caso è il cavallo di battaglia del paradigma del bon ton con abiti bon ton scelti da un’armocromista come la signorina Elena Schlein. Anche l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, dopo 80 anni, diventa ogni anno più improbabile. Era già improbabile all’inizio, diciamocela questa verità. L’esistenza di un’associazione nazionale partigiani partiva da presupposto falso che i partigiani fossero tutti di un’unica parte, e che non fosse mai successo che si siano ammazzati tra di loro. Purtroppo, i partigiani erano di parti diverse, si sono ammazzati tra di loro e in particolare i partigiani comunisti hanno sterminato la divisione Osoppo, tanto per fare un unico esempio. I partigiani veri quindi non si sarebbero mai riuniti in un’unica associazione. La cosiddetta Associazione nazionale partigiani è infatti l’associazione nazionale dei partigiani comunisti, peccato che abbiano tolto la parola comunisti. Ben dopo la fine della seconda guerra mondiale, hanno creato la canzonetta Bella ciao, che quindi nessun partigiano ha mai cantato. La canzonetta crea l’illusione che ci sia stata una canzone comune, il che era assolutamente impossibile anche perché le varie bande non potevano comunicare tra di loro, e serve a cementare l’idea che ci sia stato una resistenza omogenea, mentre in Italia, come in Francia e come in Spagna i partigiani stalinisti assassinavano partigiani di altre fazioni, anche a guerra finita. Probabilmente i discoli ne hanno fino a sopra le orecchie di Bella ciao», cantata per squalificare a priori ogni avversario, da Berlusconi e Meloni, ne hanno fino a sopra le orecchie di cosiddetti intellettuali e cosiddetti personaggi politici che con la parola fascista tappano la bocca a chiunque ritenga che i cosiddetti migranti non siano una risorsa e che i maschi vestiti da prostituta, drag queen, non debbano entrare nelle scuole. Forse i discoli ne hanno abbastanza di gente che combatte un morto, perché il fascismo è morto insieme a Benito Mussolini. Forse sono stufi dell’antifascismo che diventa giustificazione di tutti i crimini comunisti, forse sono seccati dal fatto che la loro democrazia sia nata dal linciaggio di Mussolini invece che da un processo. Forse hanno qualche piccolo dubbio su come effettivamente si è svolto il linciaggio di Mussolini e della assolutamente innocente Claretta Petacci. È dannatamente comodo e dannatamente facile combattere un nemico già morto, assassinato da qualcun altro, gli eroici partigiani, certo, come no, ma forse qualcosa avranno fatto anche gli angloamericani con annessa brigata ebraica (tutti scomparsi nel film Novecento e sempre più difficili da reperire il 25 aprile). Forse quelli che cantano le canzoni del Ventennio ne hanno abbastanza di sentire celebrare come un’eroica carica di cavalleria quella che fu una spaventosa guerra civile con indegni massacri civili da ambe le parti, continuati dalla parte vincente anche a guerra finita. Forse quelli che hanno osato cantare le canzoni del Ventennio ne hanno abbastanza di gente che deride le atrocità inflitte alla ventenne Norma Cossetto infoibata. I morti della guerra civile americana, nordisti e sudisti, sono seppelliti gli uni di fianco agli altri perché a un certo punto le guerre finiscono. I morti della spaventosa guerra civile spagnola erano giustamente seppelliti gli uni di fianco agli altri. Ci hanno abituato a pensare che i franchisti fossero dei mostri e gli antifranchisti degli angeli. Gli antifranchisti sono arrivati ad assassinare decine e decine di religiosi al giorno, uccidendoli con sofferenze atroci. Erano seppelliti gli uni di fianco agli altri perché la guerra era finita, ma poi gli antifascisti sono arrivati al governo e dato che per gli antifascisti la guerra antifascista, l’unica dove i comunisti ci fanno un figurone, non finisce mai, hanno addirittura disseppellito i morti. Ho fatto il medico nell’Etiopia di Menghistu e ho visto il comunismo reale con i miei occhi. Considero chi canta Bandiera rossa non meno problematico di chi canta Giovinezza. Una delle ferite su cui il mio cuore sanguina è il genocidio degli armeni. Giudico il fatto che ci siano nel cosiddetto Partito Democratico individui che appartengono a una corrente che si chiama I giovani turchi, il nome degli sterminatori degli armeni, atroce. Concludiamo dicendo che se qualcuno canta Giovinezza è perché 80 anni di discorsi dell’Anpi e riscrittura della storia rischiano di rendere un personaggio affascinante persino Benito Mussolini, ammazzato mentre scappava, dopo aver sprofondato la nazione nell’orrore, nella distruzione e nella morte. È lo stesso fascino che aveva mettersi le dita nel naso quando ti trascinavano a sprecare un pomeriggio di sole nel salotto di nonna Speranza, il banale fascino della trasgressione al bon ton.
«Pluribus» (Apple Tv+)
In Pluribus, da venerdì 7 novembre su Apple Tv+, Vince Gilligan racconta un mondo contagiato da un virus che cancella le emozioni e il conflitto. Un’apocalisse lucida e inquieta, dove l’unica immune difende il diritto alla complessità umana.