2023-11-02
Maggioranza agitata: pensioni da cambiare
Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti (Ansa)
I parlamentari chiedono emendamenti alle pensioni: bisogna difendere una categoria che ci ha votato e ora si sente tradita.«Ci vuole un emendamento del governo, questo problema va risolto»: i parlamentari di maggioranza sono infuriati, il taglio alle pensioni dei medici sta mettendo in grandissima difficoltà gli esponenti di Lega, Forza Italia e anche Fratelli d’Italia. I medici sono una categoria che alle ultime elezioni si è schierata (per la maggior parte con il centrodestra, e ora si sentono traditi. Deputati e senatori di maggioranza, però, non possono esprimere le loro perplessità pubblicamente, come ha invece fatto, parlando con la Verità, il sottosegretario all’Economia, Federico Freni: «L’intervento previsto», ha detto Freni, «serviva a ristabilire un po’ di equilibrio tra i vari settori che presentavano, sulla base di una tabella del 1965, delle differenze significative nel rendimento sui versamenti dell’ultimo anno. Capisco lo stato d’animo dei medici e non mi sento di escludere, a saldi invariati, eventuali correttivi». I camici bianchi che andranno in pensione dal prossimo anno, ricordiamolo, secondo le nuove norme introdotte dalla Legge di Bilancio saranno fortemente penalizzati: «Con un inaccettabile attacco ai diritti acquisiti», hanno scritto in un durissimo comunicato Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed, e Guido Quici, presidente di Cimo-Fesmed, due sindacati molto rappresentativi, «si riducono le aliquote di rendimento dei contributi versati prima del 1996 colpendo quasi il 50% del personale attualmente in servizio con una perdita stimabile tra il 5% e il 25% dell’assegno pensionistico annuale, da moltiplicare per l’aspettativa di vita media. Un vergognoso cambio delle regole in corso che mina il rapporto di fiducia tra lo Stato e i cittadini». Il timore è che in molti tra i camici bianchi, per evitare di incappare nel taglio, decidano, potendo, di andare in pensione prima che le nuove regole entrino in vigore, quindi entro la fine dell’anno. Intanto, si fanno sentire, eccome: «Onorevole», chiediamo a un parlamentare di maggioranza di lungo corso, «ma questa storia delle pensioni ai med…». Non facciamo neanche in tempo a completare la domanda: «No, no, no!», risponde l’esponente di centrodestra, «lasciami stare. Siamo avvelenati, incavolati neri. Abbiamo messo 3 miliardi sulla sanità, e con questa mossa abbiamo bruciato tutto». Perché? «Medici e operatori sanitari fino a ieri ci invitavano ovunque: congressi, iniziative manifestazioni. Era tutto un bravi, bravissimi. Da due giorni siamo letteralmente tempestati di messaggi e telefonate di protesta. Sfido qualunque collega di maggioranza a dire il contrario. Ci stiamo giocando la fiducia di categorie che ci hanno dato credito, rischiamo di buttare tutto all’aria. Ci vuole un intervento del governo». Altro numero, altra lamentela, sempre dopo aver garantito l’anonimato: «Al Mef», ci dice un senatore di centrodestra, «sembrano vivere in una realtà parallela, si mettono con la calcolatrice e tagliano. Al ministero della Sanità sono nel panico più totale. Siamo tutti bersagliati dalle proteste, una cosa inaudita. Secondo me però», aggiunge la nostra fonte, «questa cosa cambierà. I sindacati dei medici hanno annunciato uno sciopero, sarebbe gravissimo. È incredibile». Un deputato di centrodestra più smaliziato si chiede dove sia finito il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo. Un altro ha letto la nostra intervista a Freni e la commenta così: «Se il sottosegretario all’Economia», riflette un parlamentare di maggioranza, «ha parlato di possibili correttivi, significa che si sono già resi conto del guaio. Non immagino neanche a chi ricopre una carica come quella di Freni quali proteste siano arrivate. Al Me hanno pensato: i medici guadagnano bene, andiamo lì a prendere soldi. Ma questa cosa cambierà, non può reggere». E infatti l’unica che si espone pubblicamente è la deputata della Lega Simona Loizzo: «Capiamo le preoccupazioni di medici e infermieri, non escludiamo che nel corso dell’iter parlamentare della manovra possa essere apportato qualche aggiustamento. A saldi invariati, cercheremo di fare qualcosa in più. La partita è ancora aperta, siamo fiduciosi». Pleonastico aggiungere altre riflessioni: sono tutte sullo stesso tenore, e non manca chi sottolinea che i medici sono stati definiti “eroi” in innumerevoli occasioni, hanno sofferto in prima linea durante l’emergenza del Covid, e adesso si trovano sul piede di guerra contro il governo. Ci sia consentita anche una valutazione cinicamente elettoralistica: i medici hanno, come è naturale che sia, un alto coefficiente di moltiplicazione dei consensi, forse il più alto in assoluto. Un camice bianco che parla bene ai propri pazienti di un certo partito, o di un certo candidato, produce voti veri. Forza Italia intanto è già in campo per risolvere il problema: «Sia nel corso del vertice tra i leader che in queste ore», dice alla Verità un parlamentare berlusconiano, «come Forza Italia abbiamo fatto notare che occorre un intervento per risolvere questo problema. La fuga anticipata dal lavoro per evitare il taglio alla pensione metterebbe in ginocchio il sistema sanitario in molte Regioni, a partire ad esempio dalla Lombardia. La mia sensazione è che alla fine ci sarà un maxi emendamento alla manovra che, tra i vari punti, correggerà questa stortura. Stiamo subendo pressioni fortissime dalla categoria dei medici, che si sente giustamente penalizzata rispetto a tutte le altre». In tutto ciò, va segnalato che l’ago della bilancia si chiama Claudio Lotito, vice presidente della quinta Commissione Bilancio e membro della sesta, Finanze e Tesoro.
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