2019-02-16
Macron sarà costretto a una svolta nel braccio di ferro con i gilet gialli
Oggi nuove proteste. Nell'ultima manifestazione di sabato 9 febbraio le immagini hanno mostrato un manifestante che ha perso una mano a causa di una granata antisommossa. Continuare con la repressione alla fine si rivelerà un boomerang. Nel giorno della manifestazione numero 14 dei gilet gialli, che si terrà oggi in tutta la Francia, o si decide di dare una lettura politica di fondo di ciò che sta succedendo o si rischia di non uscire più dalla cronaca e dal reportage. Le stesse recenti beghe incrociate tra Italia e Francia si iscrivono negli immani problemi interni dell'antica nazione gallica, sempre più sull'orlo di una crisi economica generale, mal arginata con carote e bastoni da Emmanuel Macron.Sono mesi che migliaia e migliaia di cittadini, con il sostegno di larga parte dell'opinione pubblica, scendono in piazza in tutta la Francia, dal centro parigino sino al più profondo Sud e da questo all'estremo Nord. E ogni volta si registrano delle violenze repressive più politiche e ideologiche che poliziesche e di ordine pubblico. Non delle semplici manganellate dispersive, ma feriti gravi, senza alcuna apparente giustificazione logica. Con un crescendo preoccupante e spaventoso. Nell'ultima manifestazione di sabato 9 febbraio le immagini hanno mostrato un manifestante che ha perso una mano a causa di una granata antisommossa. Si vede il cittadino a terra in un bagno di sangue con la mano in frantumi. La cosa singolare è che nessuno scontro fisico ha preceduto l'azione repressiva. Il portavoce del governo Benjamin Griveaux, così come il ministro dell'interno Christophe Castaner invece di dare spiegazioni mettono benzina sul fuoco insultando i manifestanti con i peggiori epiteti a disposizione: nazisti, omofobi, razzisti, hooligan, cafoni, straccioni, eccetera. Mostrando di non capire nulla di questa rivolta sociale assolutamente transpolitica che conta, oltre a gente di destra, di centro e di sinistra, una quantità immane di persone qualunque e di monsieur Dupont. I quali rischiano ogni sabato arresti, fermi e percosse per un motivo non partitico o ideologico, ma assai più incisivo e stringente: la fame, la disoccupazione e il rischio di finire per strada. Ci sono dei sindacati di polizia che hanno solidarizzato con i manifestanti, dichiarando che gli ordini di repressione e contenimento della folla sono spesso contrari alla Costituzione e a ogni regola del mestiere. Oltre 20 manifestanti hanno perso un occhio, come il capofila Jérome Rodriguez.Da parte nostra, abbiamo sempre sostenuto la legittimità dell'arresto dell'estremista, del teppista e del violento, a prescindere dalla sigla di appartenenza. Ma qui sembra che in piena Europa occidentale si sia nel Venezuela di Nicolás Maduro o nella Cuba di Fidel Castro. Nelle ultime manifestazioni, inoltre, dei facinorosi di estrema sinistra, detti comunemente antifa, hanno sonoramente picchiato dei gilet gialli giudicati come di destra o nazionalisti. Alcuni giornalisti indipendenti come Vincent Lapierre sono stati aggrediti brutalmente e sono ricorsi alle cure in ospedale. C'è chi parla di una connivenza tra il potere di Macron e le bande della sinistra più estrema. Del resto la linea ideologica incarnata finora da Macron è proprio una sintesi audace e in parte nuova tra turbocapitalismo delle élite e dei padroni e progressismo morale anarchico. Con un accento forte in favore delle lotte dell'estrema sinistra su tutte le questioni etiche: aborto, nozze gay e altro. Ne viene fuori un capital-socialismo dal volto disumano che sta facendo strage di oppositori politici e regole democratiche. Anche nella repressione il presidente meno amato della République dal secondo dopoguerra in qua usa metodi da polizia bulgara degli anni Settanta. Alcuni temono l'insurrezione, altri la guerra civile. In ogni caso, se le manifestazioni continueranno a lungo, il governo dovrà cedere qualcosa o diverrà giocoforza una sostanziale democrazia delle élite, un dispotismo «illuminato».Oggi si è a un punto di svolta: vedremo se la violenza dal basso e la repressione dall'alto avranno fiaccato il movimento, oppure se sarà in grado di scrivere la storia della nuova Francia.
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