2023-06-21
Macron ingoia gli insulti e fa asse con Roma
Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron (Ansa)
Giorgia Meloni in missione in Francia archivia le incomprensioni con l’Eliseo. E porta a casa un’unione di intenti sui prossimi vertici europei e Nato. Ma anche sui dossier economici e sulla Tunisia. In Ucraina intanto arrivano i Samp-T italo-transalpini.Perquisito il Comitato olimpico di Parigi 2024. Nel mirino di due inchieste gli acquisti per le Olimpiadi e i potenziali conflitti d’interessi.Lo speciale contiene due articoli.Bastano cinque lettere per comprendere quanto sia forte in questo momento di guerra il legame tra Italia e Francia: «Samp-T». Si tratta di un sistema avanzatissimo di difesa aerea antimissilistica, di fabbricazione italo-francese, una specie di Patriot il cui costo è di circa 800 milioni di euro per ogni dispositivo: pochi giorni fa un esemplare è stato consegnato all’Ucraina ed è già operativo. Emmanuel Macron aveva già annunciato l’arrivo in Ucraina di un Samp-T l’altro ieri sera, e ieri la notizia è stata confermata ed enfatizzata non poco nel corso delle dichiarazioni del leader parigino e Giorgia Meloni, che hanno incontrato i giornalisti prima del bilaterale che si è svolto all’Eliseo. Bilaterale che, secondo fonti autorevoli, è stato considerato un successo dalla presidente del Consiglio: la Meloni ha infatti incassato gli elogi di Macron per il suo dinamismo nei rapporti con i Paesi del Mediterraneo e la Tunisia in particolare, il riconoscimento dell’importanza di affrontare come Europa il tema dell’immigrazione, il sostegno del governo francese nella lotta per una nuova sovranità economica europea, il pieno coordinamento tra Roma e Parigi in vista degli appuntamenti internazionali più importanti delle prossime settimane, ovvero il Consiglio europeo del prossimo 29 e 30 giugno e il vertice Nato di Vilnius dell’11 e 12 luglio. L’incontro tra Macron e Meloni è servito a superare le incomprensioni dei mesi scorsi, quando alcune dichiarazioni polemiche di esponenti transalpini erano state motivo di cruccio per il premier: «I legami tra le nostre società», ha detto Macron, «le nostre economie, i nostri artisti e le nostre università fanno vivere ogni giorno questa relazione unica tra Francia e Italia. Questa è l’amicizia a cui tengo in primis e lei lo sa bene. Talvolta ci possono essere controversie, ma sempre in un contesto rispettoso. Parleremo dell’Ucraina come europei e alleati», ha aggiunto Macron, «dobbiamo continuare a essere insieme per sostenere i cittadini ucraini da un punto di vista umanitario ma anche militare. Voglio ringraziarla per la chiarezza del suo sostegno», ha aggiunto Macron rivolgendosi alla Meloni, «il sistema aria terra Samp-T è oggi operativo in Ucraina, è un contributo importante alla difesa anti aerea del Paese, un esempio concreto di quello che Italia e Francia possono fare insieme». «Non c’è dubbio», ha confermato Meloni, «che Italia e Francia continueranno a sostenere la causa ucraina a 360 gradi. Se non lo facessimo troveremmo un mondo molto più caotico. Quello che gli ucraini stanno facendo è difendere anche la nostra libertà», ha aggiunto il presidente del Consiglio, «sono fiera di poter annunciare assieme a Macron che lo scudo antiaereo franco-italiano Samp-T è operativo in Ucraina, perché è fondamentale per difendere i civili, le persone, gli innocenti, e dobbiamo essere fieri di aver lavorato alacremente per offrire questo strumento nel minore tempo possibile». In realtà, come dicevamo, Macron aveva già reso pubblico alcune ore prima l’arrivo in Ucraina del sistema antimissile, ma trattasi di sfumature. Per il resto, tante belle parole alle quali occorrerà vedere se seguiranno i fatti, a partire dal contrasto all’immigrazione clandestina: «Ci attende alla fine di questo mese», ha sottolineato Meloni, «un importante Consiglio europeo. Credo che siamo d’accordo sul fatto che si debbano fare passi avanti concreti rispetto a una visione della dimensione esterna. Bisogna capire e superare la diatriba tra i cosiddetti movimenti primari e secondari»; «Continuiamo ad assistere a drammi», ha sostenuto Macron, «dobbiamo organizzare in modo più efficace la gestione dei flussi rimanendo fedeli ai nostri valori, dobbiamo lavorare meglio con i Paesi di transito e origine per evitare flussi in arrivo. Vogliamo rafforzare il controllo delle difese esterne di cui fa parte anche l’Italia come Paese di primo accesso, trovare l’equilibrio giusto di solidarietà e responsabilità di tutti i Paesi. Sulla Tunisia», ha sottolineato il leader francese, «abbiamo una visione condivisa dell’emergenza della situazione e abbiamo la volontà di raggiungere un accordo efficace in attesa delle decisioni del Fondo monetario internazionale. Questo approccio pragmatico è quello che voglio continuare a utilizzare, in questo modo possiamo andare avanti insieme con l’Italia nei prossimi mesi e nei prossimi anni». Piena sintonia anche sulla questione dei parametri economici: «Sulla riforma del Patto di stabilità e crescita», ha argomentato la Meloni, «noi non possiamo consentire che tornino parametri che oggi sarebbero assolutamente inadeguati ad affrontare l’attuale situazione. Gli investimenti sulle materie strategiche non possono essere considerati come tutti gli altri. È un’altra materia su cui siamo d’accordo». Prima di incontrare Macron, la Meloni è intervenuta al Palais des Congrès d’Issy, dove si è svolta la penultima Assemblea generale del Bureau international des expositions prima del voto di novembre che deciderà la città prescelta per l’Expo 2030, per caldeggiare la candidatura di Roma di fronte ai 410 delegati. «Scegliete Roma», ha detto la Meloni concludendo il suo appassionato intervento, «portiamo insieme la storia nel futuro». Al termine del bilaterale, durato un’ora e 40 minuti, la Meloni ha commentato: «Con la Francia ci sono molti punti di convergenza sulle materie strategiche e sulla difesa dei confini esterni dell’Ue. C’è una sintonia sull’autonomia strategica, delle catene di approvvigionamento, sul tema del rapporto con il Mediterraneo e con l'Africa». La premier ha poi chiarito di non aver parlato con Macron di Vivendi, né di Tav.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/macron-ingoia-insulti-asse-roma-2661653214.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="parigi-2024-perquisito-il-comitato-possibile-corruzione-negli-appalti" data-post-id="2661653214" data-published-at="1687349466" data-use-pagination="False"> Parigi 2024, perquisito il Comitato: «Possibile corruzione negli appalti» A meno di 100 giorni dall’accensione della fiaccola olimpica, nella Capitale francese due inchieste della Procura nazionale finanziaria transalpina hanno portato ieri all’esecuzione di perquisizioni per presunte irregolarità. Le operazioni si sono svolte nelle sedi del Comitato organizzatore dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 e della società pubblica Solideo, alla quale sono affidati i cantieri degli impianti sportivi. La prima inchiesta è nata nel 2017 ed è stata affidata all’ufficio centrale per la lotta alla corruzione e alle infrazioni finanziarie e fiscali (Oclciff). La seconda è invece scaturita da due rapporti, presentati nel 2021, dall’Agenzia francese anticorruzione (Afa). Nell’aprile di due anni fa l’Afa aveva già allertato per possibili «rischi di violazione della correttezza» e «conflitti di interessi» potenziali. Come aveva scritto all’epoca il settimanale satirico Canard Enchaîné, quello che aveva attirato l’attenzione degli agenti dell’Agenzia anticorruzione transalpina era la procedura degli acquisti, definita dai controllori come «imprecisa e incompleta». Nei rapporti, l’Afa aveva inoltre reso noto di aver constatato «situazioni di potenziali conflitti d’interessi fuori controllo». Gli inquirenti sospettano che si siano verificate fattispecie di reato, quali «favoritismo» e «favoritismo occulto», nonché quello di «malversazione di fondi pubblici». Il tutto riguarderebbe dei contratti conclusi dal Comitato organizzatore delle Olimpiadi parigine (Cojo) del prossimo anno. Non appena si è diffusa la notizia delle perquisizioni, il Cojo ha assicurato di voler «collaborare pienamente con gli inquirenti per facilitare il loro lavoro di investigazione». Sempre ieri anche il Comitato olimpico internazionale ha confermato all’agenzia France Presse di essere stato «messo al corrente» dal Cojo, in merito alle perquisizioni. Ma oltre alle indagini della Procura nazionale finanziaria, sull’organizzazione delle Olimpiadi francesi già da tempo si sono accesi i riflettori anche della Corte dei conti di Parigi. I giudici contabili dovrebbero pubblicare un rapporto su questo dossier nelle prossime settimane. Non va dimenticato inoltre che lo scorso 25 marzo la presidente del Comitato nazionale olimpico francese, Brigitte Henriques, aveva rassegnato le dimissioni. Queste erano arrivate dopo le rivelazioni del sito d’inchiesta Mediapart sulle presunte irregolarità nel pagamento delle trasferte in taxi della figlia della presidente del Comitato. Inoltre, lo scorso anno, il tribunale della Seine-Saint-Denis aveva aperto un’inchiesta per presunto sfruttamento del lavoro nero nei cantieri olimpici. Le perquisizioni di ieri rischiano di gettare una nuova ombra sulle Olimpiadi, «esemplari» secondo l’auspicio del numero uno del Cojo, l’ex canoista Tony Estanguet, medaglia d’oro a Sydney nel 2000 e ad Atene nel 2004. Se fossero confermati i sospetti degli inquirenti, anche l’immagine della Francia rischia di essere intaccata.