2023-04-16
Macron firma di notte e sfida la piazza
Il presidente francese promulga la riforma delle pensioni alle 3.28, a poche ore dall’ok della Consulta. E lunedì occuperà i tg a reti unificate. Per l’opposizione è uno «sfregio», mentre gli scontri continuano. Sindacati pronti alla maxi protesta del primo maggio.La riforma delle pensioni, promessa da Emmanuel Macron e approvata dal governo di Elisabeth Borne senza voto parlamentare, è stata promulgata nella notte tra venerdì e sabato. Il presidente francese, dopo il via libera ricevuto venerdì dal Consiglio costituzionale e con il favore delle tenebre, ha messo la firma sulla nuova legge. Questo si deduce dall’orario indicato sul sito della Gazzetta Ufficiale francese: 3.28. La promulgazione notturna è stata minimizzata da vari esponenti della maggioranza macronista. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Franck Riester, ha detto che «non c’è nulla di sorprendente», la firma presidenziale è arrivata solo «immediatamente» dopo la decisione del Consiglio costituzionale. Il deputato del partito macronista Renaissance, David Amiel, ha spiegato su BfmTv che «mantenere una falsa suspence sarebbe stato poco rispettoso». Per Stanislas Guerini, ministro della Trasformazione e della Funzione pubblica, la rapida promulgazione della legge mira solo a fare in modo che «la legge venga applicata». E, in effetti, salvo colpi di scena alquanto improbabili, la riforma delle pensioni entrerà in vigore il prossimo primo settembre, come confermato da Olivier Véran, portavoce del governo ed ex ministro della Salute ai tempi del Covid. Nonostante i tentativi di gettare acqua sul fuoco, la scelta di promulgare la legge nel corso della notte ha infiammato gli animi nelle file dei sindacati e delle opposizioni. Su Twitter, il deputato comunista François Ruffin ha usato parole di fuoco. «Emmanuel Macron e la sua banda hanno promulgato la loro legge sulle pensioni in piena notte, come dei ladri». Ruffin ha anche detto che «questa brutalità è un segno di fragilità». La leader di Europa ecologia verdi (Eelv), Marine Tondelier, ha definito l’apposizione della firma presidenziale nell’oscurità una «fanfaronata di Macron». Anche Marine Le Pen, ha criticato aspramente il capo dello Stato francese, definendolo «un piromane che danneggia la democrazia». Persino Cyril Chabanier, presidente confederale del sindacato di ispirazione cristiana Cftc, solitamente moderato, ha definito la firma presidenziale «una provocazione». Mentre il suo omologo del sindacato Cfdt, Laurent Berger, ha definito l’atto del capo dello Stato un segno di «disprezzo».Proprio i sindacati sono apparsi i meno disposti a sotterrare l’ascia di guerra. Per loro, il fatto che la riforma delle pensioni sia ormai una legge in attesa di applicazione, non cambia molto. Concretamente, questo significa che le agitazioni e gli scioperi potrebbero continuare ancora nelle prossime settimane. Per giovedì prossimo è già stata programmata una nuova protesta dai quattro principali sindacati della Sncf, la compagnia ferroviaria francese. Ma l’agitazione più importante delle prossime settimane, sarà la manifestazione del primo maggio, quando le varie sigle sindacali dovrebbero riunirsi per scendere in piazza e continuare la protesta. Tra i primi a parlarne ieri c’è stata la segretaria generale del sindacato Cgt, Sophie Binet che ha accusato l’inquilino dell’Eliseo di aver voluto fare un «passaggio forzato», continuando a «disprezzare milioni di lavoratori». Poi, la leader sindacale ha lanciato un appello «per fare della giornata del primo maggio un momento storico della mobilitazione» perché, ha aggiunto in seguito via Twitter, l’agitazione deve continuare «fino al ritiro della riforma delle pensioni».Come detto, i parlamentari macronisti e i membri del governo hanno cercato di calmare le acque a parole. Ma, nei fatti, Macron, i suoi ministri e i suoi parlamentari, hanno mostrato la solita strafottenza elitaria nei confronti dei loro concittadini. Già venerdì sera, poche ore dopo la convalida della riforma delle pensioni da parte del Consiglio costituzionali, due ministri francesi sono stati avvistati al concerto di Jay-Z alla Fondazione Louis Vuitton. Si trattava della franco-libanese Rima Abdul Malak, ministro della Cultura, e del segretario di Stato di origine ruandese Hervé Berville, responsabile delle questioni del mare. Poi, verso la fine della mattinata di ieri, si è appreso che Emmanuel Macron parlerà alla nazione a reti unificate nei tg delle 20 di domani. Nel pomeriggio di ieri, invece, si è riunito il Consiglio nazionale del partito Renaissance.Nel frattempo, a Bordeaux, Parigi e Rennes, anche ieri si sono tenute delle manifestazioni. Nel capoluogo bretone ci sono stati tafferugli prontamente sedati dalla polizia. Già venerdì c’erano state molte proteste dopo la decisione del Consiglio costituzionale. Nella sola Parigi erano state fermate 138 persone. La parola d’ordine di Macron e della sua squadra è «girare la pagina delle pensioni» ma, a giudicare dalla determinazione di sindacati e opposizioni, l’impressione è che il presidente avrà qualche difficoltà a farlo. Quando questa edizione della Verità andava in stampa, le proteste erano ancora in corso in alcune città francesi.