2021-03-02
I M5s isolati al governo e pronti a tutto in Rai
Cacciati da Palazzo Chigi, i grillini si tengono stretti i posti di comando nella tv di Stato dove non si contano più le comparsate di Rocco Casalino e Vincenzo Spadafora, protetti dall'ad Fabrizio Salini. Il servizio pubblico lottizzato è l'unica arma di propaganda rimasta al Movimento.Rocco va alla guerra. Da due settimane non c'è talk show della Rai che non abbia ospite Rocco Casalino, lasciato libero da una certa distrazione collettiva non solo di presentare la sua autobiografia («Con Il Portavoce sto vendendo più di Barack Obama») ma di criticare senza mezzi termini i leader politici contrari al Bisconte dimezzato. E di preparare il terreno al ritorno del suo ex datore di lavoro come coordinatore del Movimento 5 stelle, partito che si sta spendendo molto in questi mesi per consolidarsi nelle stanze del potere televisivo. Più perde consensi nel Paese, più chiede di contare a Saxa Rubra.Nessun libro è stato mai presentato in modo così capillare, neppure quelli di Bruno Vespa. La manovra sta suscitando reazioni a raffica in Commissione di vigilanza. L'ospitata a Domenica In è stata la classica goccia, il senatore Maurizio Gasparri (Forza Italia) segnala l'anomalia: «Quando finirà il Casalino show? Non c'è più il governo Conte ma la Rai, lenta nei riflessi, continua a essere megafono di questi soggetti in troppi settori. I grillini, cacciati dal governo per la loro palese incapacità, stanno occupando lo spazio della televisione pubblica. Casalino ovunque, Spadafora altrove. Dimostratisi degli inadeguati lottizzatori dei posti di governo, continuano ad avere un'audience spropositata. Quando capiranno che Vincenzo Spadafora non è più il decisore di ruoli e nomine all'interno della Rai? Lo ha capito anche Pinuccio di Striscia». La stilettata è indirizzata alle redazioni e ai conduttori che nel penultimo giro di valzer avevano indossato con imprudenza la casacca grillina. Ma è difficile convincere il mondo Rai che qualcosa sta cambiando là fuori perché Fabrizio Salini, l'amministratore delegato, è in quota 5 stelle e le ultime nomine dirigenziali sono dipese da lui. In una sorta di coalizione spontanea fra gli avversari di Casalino, è il renziano Michele Anzaldi, custode dell'ortodossia di sinistra di mamma Rai, a chiedere le dimissioni proprio di Salini. «Casalino ha dichiarato di essere già in campagna elettorale e di lavorare per far tornare Conte a Palazzo Chigi. Ecco a cosa le trasmissioni Rai, Mediaset, La7 stanno dando una visibilità senza precedenti. Perché la Rai spalleggia il disegno politico del portavoce di Conte? Perché l'Agcom non fa nulla?». Poi via Facebook arriva l'affondo di Anzaldi che riporta le responsabilità nella stanza dell'ad al settimo piano dell'azienda culturale più importante del Paese. «Le parole di Casalino confermano l'urgenza che il governo Draghi metta mano alla Rai, accelerando sulla nomina dei nuovi vertici». Ieri in un tweet ha annunciato di avere scritto una lettera al presidente della Camera, Roberto Fico, per sollecitare la nomina dei nuovi consiglieri.Le proteste per le accuse di Casalino a Matteo Renzi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni senza contraddittorio potevano essere ben più clamorose: nelle anticipazioni stampa dell'intervista per il programma di Raiuno Ciao maschio, si parlava di un'accusa di Rocco per denigrazioni a sfondo sessista, ma le frasi non sono mai andate in onda. La levata di scudi evidenzia una singolare assenza, quella dei politici del Pd. È lo stesso Anzaldi a chiamarli in causa: «Casalino dice di essere il portavoce dell'alleanza M5s-Pd-Leu per riportare Conte a palazzo Chigi. Per i miei colleghi del Pd va bene così, a maggior ragione dopo che il movimento e Beppe Grillo hanno ufficializzato che Conte è il nuovo leader del partito». Poi la domanda retorica: «C'è un ordine aziendale per garantire massima visibilità a Casalino?».È il primo a sapere che non ce n'è bisogno. L'ammiraglia Raiuno ha anticipato l'accordo politico ed è un compromesso di potere fra Pd e 5 stelle (sull'asse Franceschini-Spadafora), con il direttore Stefano Coletta in difficoltà per il progressivo smottamento dell'audience. Il Tg1 è guidato fra i marosi e le gaffes da Giuseppe Carboni, fortemente voluto da Luigi Di Maio. Sulla tolda di Raitre c'è Franco Di Mare, esperto di slalom aziendali, passato senza colpo ferire dal renzismo al grillismo. Non dimentichiamo che fino a un mese fa bastava un whatsapp di Casalino per cambiare la scaletta di un tg. La conferma dello sbandamento a Saxa Rubra arriva da un'altra vicenda bizzarra: al termine di Domenica In un imitatore di Barbara D'Urso ha consigliato i telespettatori di cambiare canale per continuare a seguire l'originale su Mediaset. Nel silenzio di Mara Venier, ha lanciato il programma di una Tv rivale. Un record. Per fortuna oggi comincia Sanremo.
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
Gabriele D'Annunzio (Getty Images)
Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (Ansa)