2019-07-20
Stiamo per tornare sulla Luna
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Negli ultimi 18 mesi sono ripartite le missioni automatizzate che prevedono l'invio di sonde e rover robot. A non mancare anche le iniziative private, come quella di Elon Musk, che vorrebbe vendere viaggi turistici nell'orbita lunare già dal 2023.I videogiochi hanno da sempre per protagonista lo sbarco sulla satellite terrestre. Tra i più famosi Lunar lander di Atari e Moon rescue di Taito. Non ci fu nessuna missione Apollo senza intoppi: la tecnologia usata era in buona parte innovativa e quindi poco sperimentata. Il fallimento dello sbarco sulla Luna venne evitato grazie a un pennarello.Lo speciale contiene tre articoli e gallery fotografiche.Stiamo per tornare sulla Luna e questa volta la competizione tra superpotenze non c'entra. Oggi una sola agenzia spaziale, seppur grande come quelle russa, americana o cinese, non potrebbe affrontare da sola un'impresa come quella che serve realizzare. Il motivo è che più del punto di vista militare l'interesse nella colonizzazione della Luna è civile e scientifico. Si pensi al fatto che nel 1965 gli Usa dedicavano alla ricerca spaziale il 4% del budget federale, mentre oggi gli stanziamenti non superano lo 0,52%. Ma ricercatori e scienziati sono ormai decisi: bisogna creare una base permanente sul satellite e possibilmente in una delle sue zone polari, in modo che l'acqua ghiacciata contenuta nel sottosuolo possa essere utilizzata per produrre idrogeno per la generazione di elettricità, e ossigeno per la sopravvivenza. Detta così sembra facile, in realtà la creazione dell'infrastruttura, inizialmente non autosufficiente, renderà necessari continui viaggi ben più costosi e lunghi di quelli che già avvengono per rifornire la Stazione Spaziale Internazionale. Ma tant'è, come rimarcano gli astronauti durante le interviste, poter creare una base fissa sulla Luna sarà il preludio e il miglior modo per sperimentare quanto occorrerà per poi affrontare la naturale missione successiva: mandare esseri umani su Marte. Non soltanto: l'osservazione spaziale eseguita finora dall'uomo ha mostrato due limiti invalicabili: il primo, la presenza della nostra atmosfera che ci impedisce una vista completamente esente da fenomeni di degradazione delle immagini e dei segnali di esplorazione inviati nel cosmo. La seconda, mandare telescopi nello spazio è oneroso dal punto di vista economico e pone un limite alla grandezza e al peso dei sistemi che lanciamo. Basti pensare che un chilo di equipaggiamento mandato in orbita oggi costa più di 300.000 dollari. Dunque è prematuro sapere se a essere realizzato per primo sarà il Moon Village presentato dal direttore dell'Agenzia Spaziale Europea Jan Worner, ottenuto stampando le pareti degli habitat umani direttamente sulla Luna con una stampante 3D alimentata a polvere lunare (regolite), oppure se sarà finalizzato l'accordo russo-europeo per la missione Luna 27 prevista dal 2023, oppure ancora se la spinta trumpiana verso il ritorno alla Luna farà partire il prossimo anno una navetta Orion della Nasa ben oltre l'orbita terrestre. Intervistato sull'argomento, il presidente Usa ha più volte ribadito che la sua visione delle nuove missioni lunari è proprio la creazione di nuovi avamposti dai quali poi partire verso nuove esplorazioni. Intanto però sappiamo che negli ultimi 18 mesi sono ripartite le missioni automatizzate che prevedono l'invio di sonde e rover robot, come l'indiana Chandrayaan-2, la russa Luna-25 e la cinese Chang'e 4 e 5, e che il consorzio delle agenzie spaziali di Europa, Russia, Canada e Giappone sta preparando il Lunar Orbital Platform Gateway project, ovvero la creazione dell'avamposto orbitale dal quale poi raggiungere la superficie lunare, probabilmente il progetto che più di tutti ha possibilità di essere realizzato ma non prima del 2035-2040. Ci sono poi le iniziative private come quella basata sull'astronave Dragon V2 della società SpaceX di Elon Musk, che vorrebbe vendere viaggi turistici nell'orbita lunare dove ad attendere dei super facoltosi clienti ci sarebbe il Big Falcon già dal 2023. Per ora più che un programma spaziale rimane poco più di un un sogno, visto che i tempi di sviluppo delle nuove navette si rivelano sempre più lunghi di quelli ipotizzati nelle suggestive illustrazioni digitali diffuse durante le conferenze stampa. Ma una cosa è certa: ma i come ora, 47 anni dopo l'ultima missione di Apollo 17, la Luna torna ad essere una meta interessante.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)