2022-12-08
L’ultima gufata di Pregliasco: ecatombe d’influenza a Natale e mascherine anche in casa
Fabrizio Pregliasco (Ansa)
La virostar, che prevede il picco di contagi per le feste, invita a imbavagliarsi perfino tra le mura domestiche. Profezia pure sulle ferie: «Vi ammalate e perdete l’acconto».La fortuna è cieca, ma la sfiga e Fabrizio Pregliasco ci vedono benissimo. E così, a cavallo tra Sant’Ambrogio e la Festa dell’Immacolata, gli italiani si sono ritrovati tra capo e collo una super-gufata da parte del televirologo. Del quale già si sapeva che fosse un campione del tremendismo chiusurista: e però da ieri sembra essersi meritato pure una non gloriosa patente da potenziale menagramo, con riferimento alle imminenti festività natalizie. Ci arriveremo tra poco: e tuttavia ci corre l’obbligo di invitare i lettori più scaramantici a prendere gli opportuni provvedimenti apotropaici, toccando ferro, legno o ciò che ritengano (ehm) più efficace. Prima, però, c’è la parte seria, quella su cui la voglia di sorridere passa. Era stato buon profeta, lunedì mattina, Maurizio Belpietro, che già vedeva i profeti di sventura virologica, orfani del Covid, buttarsi a pesce sull’influenza stagionale. Così, il direttore di questo giornale aveva passato in rassegna le dichiarazioni ultra-allarmistiche dei vedovi del coronavirus, pronti a seminare il panico - in mancanza d’altro - sul raffreddore di stagione. Un naso che cola come una bomba a orologeria?Sta di fatto che ieri, intervistato sulla Stampa, il mitico Pregliasco non ha deluso le aspettative. Titolo a tinte fortissime: «Influenza da record, serve il vaccino. A Natale 10 milioni di contagiati». Dopo la prima ondata di terrore, però Pregliasco comincia a inciampare, arrivando perfino - senza rendersene conto, ne siamo convinti - a sdrammatizzare il coronavirus. Quando infatti il giornalista gli chiede se questa influenza si possa distinguere dal Covid, Pregliasco, colto in un momento di distrazione, abbassa la guardia e si lascia sfuggire: «No, perché i sintomi, anche se quelli influenzali non sono mai blandi, sono sovrapponibili». Segue l’invito a fare il tampone per verificare: ma il televirologo non deve essersi accorto che, attestando la sovrapponibilità dei sintomi, depotenzia fortemente due anni di sue leggendarie performances televisive all’insegna del panico generalizzato anti-Covid. Non solo: poco prima c’era stato un altro autogol, con l’ammissione di Pregliasco che «negli ultimi anni di virus ne è circolato poco per via di mascherine e distanziamento e per questo abbiamo una quota maggiore di popolazione predisposta al contagio. Soprattutto nella fascia da zero a 5 anni». Dopo di che, la Stampa chiede a Pregliasco che cosa si debba fare nel caso in cui uno prenda questa influenza. Direte voi: ma come? Non ce l’ha spiegato la mamma quando avevamo sei o sette anni? Eh no, perché le mamme - almeno allora - tendevano appena possibile a rimandarci a scuola, mentre Pregliasco assume subito un tono drammatico: «Innanzitutto, non fare gli eroi e restare a letto al caldo». Poi, il gol in rovesciata, roba da Brasile mundial: «Per proteggere eventuali familiari indossare la mascherina». Quindi, cari lettori, siamo all’invito a mettervi la mascherina pure se siete a casa. Per carità: nessuno di noi quando è raffreddato si mette a sputacchiare addosso alla nonna fragile; tutti arieggiamo le stanze; tutti siamo ragionevolmente cauti, specie se abitiamo in case un po’ meno spaziose di Buckingham Palace. Ma Pregliasco vuole di più: vi vuole vedere imbavagliati dentro casa vostra. È lì che scatta la libidine (metaforica, immaginiamo) del televirologo. Il quale poi, una volta presa la rincorsa, non si ferma più, e scaglia l’anatema finale. L’incauta domanda del cronista è: «Quando arriverà il picco?». Pregliasco prende la mira e spara: «Gli esperti lo prevedono tra 3-4 settimane, proprio nel cuore delle vacanze natalizie. Per cui se si devono prenotare hotel o il cenone di fine anno, attenzione con gli acconti, se non è assicurato il rimborso in caso di malattie». E così la maxi-gufata è servita: con la prospettiva fantozziana del febbrone di Capodanno mentre contestualmente scatta l’addebito sul conto corrente per l’albergo o il ristorante dove però non si potrà andare.E qui va detto che Pregliasco è un fantasista, un Neymar della televirologia: dopo la tripletta draghiana «non ti vaccini-ti ammali-muori», siamo al trittico «hai prenotato-ti ammali-paghi lo stesso». Leggendario Pregliasco: l’anno scorso aveva sconsigliato del tutto i pranzi di Natale («Meglio fare su Zoom o Skype»). In più, durante tutto il biennio pandemico, non aveva lesinato suggerimenti bizzarri in materia sessuale: usare la mascherina, oppure abbracciarsi schivando un po’ il viso, fino a uno scivoloso invito all’astinenza o a…fare da sé («L’invito - disse Pregliasco nell’ottobre 2020 a Un giorno da pecora su Radio Rai - purtroppo è a quella che potrebbe esser drammaticamente un’astinenza, per non dire ad attività onanistiche come unica alternativa»). Ridiamo per non piangere? Resta però questa passione sfrenata per dirigere le vite degli altri, per infilarsi nelle nostre case, perfino nelle nostre camere da letto. Tra tanti dubbi, ci rimane una sola certezza: quella di vedere Pregliasco in tv anche durante le feste. Estote parati, dicevano i latini.
Ken Follett @Gareth Iwan Jones
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