2025-08-27
L’Ue trema per la crisi del debito francese
François Bayrou ed Emmanuel Macron (Ansa)
Parigi è sempre più malata: la sanguinosa manovra in arrivo rischia di non bastare e Bayrou parla di «punto di non ritorno» Bruxelles teme il contagio e Macron ne approfitta per chiedere i titoli comunitari. All’Italia toccherà dettare le regoleEmmanuel Macron amava presentarsi come il «nuovo De Gaulle con il sorriso»: europeista, riformista, paladino del rigore con il tocco glamour da copertina di Paris Match. Oggi invece appare sempre più come un illusionista smascherato sul palcoscenico della politica europea, mentre il sipario gli cade addosso sotto il peso di un debito arrivato al 114% del Pil. «Cresce di 12 milioni all’ora», dice il premier François Bayrou. La Francia che doveva guidare l’Unione europea verso la modernità si ritrova ora con i partner europei che iniziano a domandarsi se Parigi non sia diventata il vero malato d’Europa.L’ultimo atto della commedia - se non fosse tragica - è andato in scena con l’annuncio fatto dal premier Bayrou del voto di fiducia dell’8 settembre sul piano da 44 miliardi: taglio di due giorni festivi (Pasquetta e l’8 maggio, festa della vittoria sul nazismo), riduzione del welfare, austerità mascherata da riforma. Una ricetta che non entusiasma né i francesi né i mercati. Anzi, ha avuto un effetto paradossale: mentre il Cac 40 cadeva come un soufflé mal riuscito (quasi il 4% in due giorni) lo spread fra i titoli francesi e i Btp italiani scendeva a meno di 7 punti, minimo degli ultimi 20 anni. Una volta tanto, Roma può guardare Parigi dall’alto e sorridere. Una vendetta, mangiata molto fredda, per il sorrisino sarcastico con cui nel 2011 Angela Merkel e Nicolas Sarkozy segnarono la fine del governo Berlusconi e l’avvento di Mario Monti. La bufera si abbatte sulle banche essendo le più esposte al debito del Paese: Société générale chiude a -6,8%, Crédit agricole a -5,7% e Bnp Paribas a -4,2%. Le vendite si riflettono su Milano che perde l’1,32%, appesantita in particolare da Unicredit. Il ministro delle Finanze, Éric Lombard, travolto dall’ansia, ha persino evocato lo spettro di un intervento del Fondo monetario internazionale, come se la Francia fosse la nuova Grecia. Poi, resosi conto della frittata, ha fatto marcia indietro. Ma ormai il messaggio era arrivato: la seconda economia dell’Eurozona rischia di trascinare l’intera architettura comunitaria in un terremoto finanziario.La soluzione a questo punto non può che essere un intervento della Bce (un altro quantitative easing?) oppure una nuova emissione di Eurobond. Solo il debito comune, infatti, può salvare le finanze francesi ed europee. Finora sono state effettuate solo due offerte legate all’emergenza Covid. La prima è stata il Sure (destinato a combattere la disoccupazione) e poi il Pnrr. In entrambi i casi si è trattato di interventi mirati: il primo per arginare l’emergenza lavoro. L’altro per favorire la ripresa vincolando però le risorse a obiettivi precisi (i cosiddetti «milestone») . Questa rigidità ha limitato l’efficacia degli Eurobond. Non a caso le mirabolanti previsioni sull’aumento del Pil non si sono avverate. Il beneficio c’è stato ma assai inferiore alle speranze. E la ragione era di tutta evidenza: se c’era una necessità diversa da quelle previste nel protocollo non era possibile utilizzare le risorse. Nessun fuori-programma era contemplato con il risultato che ci sono state disponibilità per progetti meno urgenti e il vuoto assoluto per le emergenze. Ovviamente le rigidità avevano origine nei sospetti che a Bruxelles nutrivano verso l’Italia, maggior beneficiaria di questi fondi. Lasciare la mano libera ai governi di Roma era considerato il disco verde allo spreco. E ora che il cuore del problema è rappresentato dal debito pubblico francese che cosa accadrà? Molto probabile che Parigi insisterà per l’emissione di titoli comuni allo scopo di allentare la pressione sulle finanze nazionali e attenuare i rischi per la stabilità finanziaria della Ue. Mario Draghi ha parlato esplicitamente di titoli europei nel discorso al Meeting di Rimini. La Francia ha già portato il tema al centro del dibattito pubblico con l’alibi del riarmo. Su questa strada anche la Germania appare meno rigida. Per l’Italia è l’occasione per far valere la ritrovata stabilità fiscale. Il via libera al nuovo debito comune deve nascere dalla consapevolezza che le risorse serviranno a rimettere in moto l’economia continentale e non solo per costruire bombe e carri armati. Per la prima volta da molti anni il governo di Roma sarà in grado di dettare le condizioni. Un’occasione da non perdere. Tanto più nei confronti della Francia. Negli anni Macron ha fatto del «whatever it takes» domestico un’arte: spesa pubblica senza limiti, deficit giustificato con la pandemia, con le guerre, con qualsiasi emergenza di turno. Il risultato è che la Francia viaggia verso il 114% del rapporto debito/Pil. Nel 2025, il rapporto deficit/Pil si attesterà al 5,4%, con una media degli ultimi sei anni pari al 6,16%. Ben al di sopra della soglia del 3%. François Bayroustorico alleato dell’Eliseo, ha rotto il silenzio: «Siamo arrivati a un punto di non ritorno». Se Parigi trema, l’intera Unione balla. Gli Eurobond si avvicinano e stavolta l’Italia potrà dettare le regole.
L'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri Kaja Kallas (Ansa)
(Ansa)
Il Comando ha ringraziato i colleghi della Questura per il gesto e «la cortesia istituzionale dimostrata in questo tragico momento». A Gorizia invece un giovane di 20 anni ha reso omaggio ai caduti, deponendo un mazzo di fiori davanti all'ingresso della caserma. Il giovane ha spiegato di aver voluto compiere questo gesto per testimoniare gratitudine e rispetto. Negli ultimi giorni, rende noto il Comando isontino, sono giunti numerosi messaggi di cordoglio e attestazioni di affetto da parte di cittadini, associazioni e rappresentanti delle istituzioni.
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