2025-10-17
Trump ritenta Putin: «Vertice in Ungheria per mettere fine alla guerra a Kiev»
Telefonata «produttiva» dopo gli ultimatum della Casa Bianca. Orbán: «Siamo pronti». Oggi l’incontro tra Donald e Zelensky.Alla vigilia dell’incontro con il leader di Kiev Volodymyr Zelensky, il presidente americano Donald Trump si è sentito con l’omologo russo Vladimir Putin per tastare il terreno, portando a casa dei risultati promettenti.Ad annunciare la telefonata, dopo l’indiscrezione riportata da Axios nel pomeriggio, è stato il tycoon stesso, scrivendo su Truth: «Sto parlando con il presidente Putin in questo momento. La conversazione è ancora in corso, è piuttosto lunga». E il colloquio telefonico, durato più di due ore, è stato «buono e produttivo», secondo quanto riferito dalla portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, con «Trump che pensa sia possibile far incontrare Putin e Zelensky». Peraltro, ha aggiunto che lo zar russo «si è detto disposto a sedersi al tavolo».Il presidente americano, su Truth, nel raccontare alcuni dettagli della chiamata, ha spiegato che sono stati fatti «grandi progressi». I prossimi passi prevedono «la prossima settimana una riunione dei nostri consiglieri di alto livello», con i primi incontri che «saranno guidati dal segretario di Stato Marco Rubio». E ha annunciato che ci sarà un seguito al vertice in Alaska: «Io e Putin ci incontreremo in una località concordata, Budapest, in Ungheria, per valutare se possiamo porre fine a questa ingloriosa guerra tra Russia e Ucraina». A tal proposito, il premier ungherese, Viktor Orbán, è intervenuto su X, dicendo: «Siamo pronti!». Nella visione di The Donald «il successo in Medio Oriente contribuirà ai nostri negoziati per porre fine alla guerra». Tra l’altro Putin si è «congratulato» per «il grande traguardo della pace». Anche Mosca ha commentato il colloquio, con l’inviato speciale di Putin, Dmitriev, che ha riferito: «Telefonata Trump-Putin positiva e produttiva, ha definito chiaramente i prossimi passi da fare». La conversazione ha pure scongelato i rapporti tra Washington e Mosca sul fronte degli accordi commerciali, visto che Trump ha sottolineato: «Abbiamo anche trascorso molto tempo a parlare di scambi commerciali tra Russia e Stati Uniti una volta terminata la guerra». È stata una chiamata necessaria dato che il tema principale del bilaterale tra Washington e Kiev, fissato per oggi, avrebbe dovuto riguardare la possibilità di fornire all’Ucraina i missili a lungo raggio Tomahawk, oltre ai Patriot. L’opzione, visto il risultato positivo della telefonata, non dovrebbe essere sul tavolo. Il tycoon, dopo aver sentito Putin, ha intanto commentato: «Il presidente Zelensky e io ci incontreremo domani (oggi, ndr) nello Studio Ovale, dove discuteremo della mia conversazione con il presidente Putin e di molto altro». D’altronde Trump, una settimana fa, non aveva escluso l’ipotesi di dare un ultimatum allo zar russo prima di prendere una decisione definitiva sull’invio dei Tomahawk. Zelensky comunque, ieri, era già a Washington: si è incontrato con le aziende americane del settore energetico e della difesa. Ma la delegazione ucraina si è anche riunita con diversi membri del Congresso che hanno un peso nell’influenzare la linea statunitense sulla guerra in Ucraina, tra cui il senatore Lindsey Graham: colui che aveva proposto nuove sanzioni contro Mosca e dazi fino al 500% sulle importazioni provenienti da Stati che comprano petrolio e gas russi. A riferire sull’incontro è stato il capo dell’ufficio del presidente ucraino, Andriy Yermak, che su X ha annunciato: «Le discussioni hanno riguardato l’espansione della produzione di difesa congiunta nell’ambito dell’Accordo sui droni, il rafforzamento della difesa aerea e delle capacità a lungo raggio dell’Ucraina utilizzando gli asset russi congelati, lo sviluppo di minerali essenziali e nuovi progetti energetici».Nel frattempo, in Europa, la Germania cerca di fare pressioni su Bruxelles per sfruttare gli asset russi congelati e concedere così i 140 miliardi di euro di prestiti a Kiev. L’ha ribadito il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, al Bundestag, precisando che «questi fondi aggiuntivi saranno utilizzati esclusivamente per finanziare equipaggiamenti militari» e saranno «erogati in tranche». La proposta è di rimborsare i prestiti solo quando «la Russia avrà pagato le riparazioni». A margine delle riunioni del G7 e del G20 a Washington, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha riferito «di aver capito» che «all’Ucraina servono un sacco di soldi e sostanzialmente deve metterli l’Europa». Sul fronte di guerra, la Russia, nel raid di 37 missili e più di 300 droni, ha messo ko il settore del gas ucraino. A rivelarlo è Reuters, secondo cui i danni sono «significativi». L’amministratore delegato della società energetica statale ucraina Naftogaz, Sergii Koretskyi, ha successivamente dichiarato che l’Ucraina dovrà importare gas per coprire le perdite di produzione, visto che gli attacchi di Mosca hanno sospeso le operazioni in diversi impianti. Dall’altra parte, l’Ucraina ha preso di mira le infrastrutture energetiche russe a Volgograd e ha anche colpito una raffineria di petrolio russa di Saratov.
Sergio Spadaro e Fabio De Pasquale (Imagoeconomica)
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti (Imagoeconomica)
Iil presidente di Confindustria Emanuele Orsini (Ansa)