2022-12-06
L’Ue copia Biden: «Un fondo per l’industria»
Ursula von der Leyen (Getty images)
Ursula von der Leyen annuncia la contromisura di Bruxelles alla crisi: una versione europea dell’Ira lanciato dagli americani Berlino, però, protesta: «Se c’è nuovo debito comune, non ci stiamo». E c’è lo spettro di una nuova guerra dei dazi con gli Usa.Ursula von der Leyen esce allo scoperto e propone un fondo sovrano europeo per rispondere all’Inflaction Reduction Act di Joe Biden, così da rinforzare l’industria europea e mantenerne la competitività. La presidente della Commissione, con la sua proposta, apre di fatto un nuovo fronte di scontro all’interno dell’Unione europea. Il momento non è infatti dei migliori: a Bruxelles è ancora in corso la zuffa sul price cap al gas, mentre le trattative sulla riforma del patto di stabilità procedono lentamente e il nuovo Mes è ancora per aria per via della mancata ratifica di Germania e Italia.In occasione di un discorso al Collège d’Europe di Bruges domenica, von der Leyen ha espresso l’intenzione di allargare la portata del REPowerEU, il pacchetto sull’energia avviato la scorsa primavera, o di creare un nuovo fondo «sovrano» a sostegno dell’industria. La risposta europea all’Ira americano (un pacchetto da 370 miliardi di investimenti, sussidi statali e sgravi fiscali mirati alle imprese e ai consumatori statunitensi) sarebbe insomma una specie di replica del Recovery fund, da finanziare con nuovo debito comune.Alcuni passaggi dell’allocuzione di von der Leyen meritano attenzione: «Nel mio discorso sullo stato dell’Unione, ho introdotto l’idea di istituire un fondo sovrano. La logica alla base è semplice: una politica industriale europea comune richiede finanziamenti europei comuni. L’obiettivo della nostra politica industriale europea è che l’industria europea sia leader nella transizione pulita. Ciò significa […] finanziamenti nuovi e aggiuntivi a livello dell’Ue».Immaginiamo che a Berlino l’espressione «finanziamenti europei comuni» sia risuonata come una cannonata. Sì, perché nell’idea di von der Leyen l’Unione europea dovrebbe mettere a fattor comune centinaia di miliardi di euro, che potrebbero arrivare solo da nuovo debito. È vero che il governo tedesco è molto preoccupato per gli effetti dell’Ira, ritenuto protezionistico e contrario alle regole del commercio internazionale, ma non sembra che l’esecutivo guidato da Olaf Scholz, già in difficoltà su molti dossier, abbia intenzione di riaprire le danze su un tema tanto scottante in Germania come quello del debito comune. Infatti, meno di ventiquattr’ore dopo, il ministro delle Finanze tedesco, il liberale Christian Lindner, ieri a Bruxelles per la riunione dell’Eurogruppo, ha impugnato l’estintore, affermando che nuovo debito europeo metterebbe a rischio gli obiettivi. «Se “fondo sovrano” significa nuovo debito comune europeo, penso che questo non sia un miglioramento della nostra competitività o stabilità. Sarebbe, al contrario, una minaccia per questi elementi», ha dichiarato ai cronisti.Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, invece, in una intervista televisiva ha dichiarato ieri che è necessaria una politica industriale europea per rispondere a Cina e a Stati Uniti: «La risposta deve essere europea, come quella del Pnrr» o tramite «un fondo sovrano europeo». La linea di faglia interna all’Europa, insomma, è sempre quella.L’uscita della presidente della Commissione arriva dopo le pressioni franco-tedesche perché l’Europa risponda alla mossa americana, che rischia di spiazzare l’industria europea nei settori più avanzati. Il viaggio a Washington di Emmanuel Macron, che avrebbe trovato disponibilità all’ascolto da parte della Casa Bianca, lascia però molti interrogativi sulla reale portata delle aperture americane. Di certo, gli Stati Uniti si trovano in una situazione commerciale molto pesante nei confronti dell’Ue, tanto che una reazione era prevedibile. Il deficit commerciale degli Stati Uniti con l’Ue ha raggiunto la cifra record di 218 miliardi di dollari nel 2021, secondo solo a quello con la Cina. Nel settore automobilistico il deficit Usa con l’Europa è di 22 miliardi di dollari, gran parte dei quali con la sola Germania. L’operazione Ira da parte dell’amministrazione democratica risponde dunque a una logica di riequilibrio della bilancia commerciale con l’Europa, il cui slancio mercantilistico di impronta tedesca comincia a trovare decisa opposizione. Il rischio, ora, è di inaugurare una stagione di dazi incrociati. È da notare, ancora una volta, come tale rischio sia assai più concreto oggi, con il Buy American lanciato dall’amministrazione democratica, che non ai tempi in cui l’inquilino della Casa Bianca era un certo Donald Trump. Mentre si ipotizza che la proposta di fondo sovrano europeo possa essere discussa già al prossimo consiglio europeo del 14 e 15 dicembre, la figura di Ursula von der Leyen riceve duri colpi. A parte l’indagine sull’acquisto dei vaccini contro il Covid da parte di Bruxelles, aperta dalla Procura europea, pesano sull’immagine della Presidente le uscite sul tetto al prezzo del gas e i rapporti difficili con il Consiglio europeo. Soprattutto, oggi pesa un incredibile e disgraziato tweet del 16 agosto, subito dopo la firma di Biden sull’Inflation Reduction Act, nel quale von der Leyen plaudiva all’iniziativa del presidente americano: «Accolgo con favore la firma dell’Inflation Reduction Act da parte del Presidente degli Stati Uniti d’America. Con esso, i nostri partner stanno gettando le basi per un’economia basata sull’energia pulita negli Stati Uniti. L’Ue e gli Usa continueranno a investire nell’azione per il clima». Un tweet che sa di beffa, oggi che tutti si scagliano contro l’Ira. Fretta? Smania ecologista? Ansia di compiacere l’alleato? In ogni caso, un’uscita improvvida che getta un’altra ombra sulla capacità di Ursula von der Leyen di gestire una situazione sempre più confusa e difficile.
La Procura di Torino indaga su un presunto sistema di frode fiscale basato su appalti fittizi e somministrazione irregolare di manodopera. Nove persone e dieci società coinvolte, beni sequestrati e amministrazione giudiziaria di una società con 500 dipendenti.
Ecco #DimmiLaVerità del 10 settembre 2025. L'esperto di politica internazionale Daniele Ruvinetti analizza l'attacco israeliano in Qatar e i droni russi in Polonia.