2023-03-23
«L’Italia si farà pagare i diritti sui suoi monumenti sfruttati nel metaverso»
Lucia Borgonzoni (Imagoeconomica)
Il sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni: «Tavoli aperti per regolare anche la rielaborazione di opere attraverso l’intelligenza artificiale».Il metaverso si espande sempre di più. Secondo Globaldata, società di consulenza e analisi, il settore registrerà un tasso di crescita annuale del 39,8% e raggiungerà i 996 miliardi di dollari nel 2030. Le aziende investono, ma i regolatori a livello internazionale non hanno ancora normato il comparto che può presentare «rischi enormi soprattutto per un Paese, come il nostro, con un patrimonio artistico molto grande», spiega Lucia Borgonzoni, sottosegretario del ministero della Cultura. Viste le peculiarità dell’Italia, come si sta muovendo il ministero della Cultura per tutelarle nel metaverso?«Noi stiamo lavorando sul diritto d’autore. A livello internazionale non ci sono indicazioni su tutto ciò che sono le nuove tecnologie. Non c’è di fatto una regolamentazione. L’alert è iniziato qui prima che in altri di Paesi per sensibilità, dato che rischiamo che vengano utilizzate le nostre immagini in modo illecito. Noi stiamo facendo dei tavoli per quello che riguarda l’uso delle immagini riprodotte: il Colosseo è degli italiani e non lo si può mettere sul metaverso senza pagare diritti a nessuno. Se si fa un Nft di un’opera d’arte non è che se si modificano due pixel diventa un’altra cosa e la si può utilizzare per fare quello che si vuole. Per cui stiamo cercando di lavorare per rendere il tutto il più attuale possibile per quello che sono le regole che il ministero dà nell’utilizzo delle immagini». In questa partita entra in gioco anche l’intelligenza artificiale e la sua capacità di riprodurre opere d’arte.«C’è una grande discussione sull’Ai che forse è il vero tema. La macchina non può essere creatrice di idee. Chi ha fatto la macchina che elabora, per esempio, quadri di Caravaggio, ha un brevetto ed è un creatore, ma la macchina non può a sua volta creare. Se un elaborato prende dei testi di libri ancora sotto il diritto d’autore, questo deve essere segnalato e il diritto va pagato. Il punto è arrivare a una norma che dica che se tu prendi la proprietà intellettuale di qualcun altro, devi avvisare e pagare il diritto d’autore, dato che l’opera non può essere considerata una nuova creazione. Credo che qui ci sia sicuramente un fatto tecnico ma anche etico. Nella visita che ho fatto a Los Angeles, dove ho incontrato sia piattaforme sia studios, ho parlato della questione dell’intelligenza artificiale e sono tutti pronti a fare dei tavoli con noi». Nel caso specifico degli Nft su cosa state lavorando?«Sulla questione delle riproduzioni delle opere. Questo è un lavoro grande soprattutto perché bisogna capire dove è il confine tra la copia e la creazione di un’altra opera. La cosa che mi rende felice è che noi, per quanto riguarda intelligenza artificiale, metaverso e antipirateria, siamo avanti rispetto a tutti gli altri».Quando arriveranno le prime regole per normare il settore?«Spero che i primi decreti interministeriali arrivino entro un paio di mesi». Sempre in tema di diritto d’autore, Meta e Siae non hanno raggiunto un accordo e il tavolo delle trattative è stato chiuso: ci sono novità?«Al momento non ci sono cambiamenti. Lunedì vedrò i referenti di Meta, nel rispetto di quelle che sono le contrattazioni fra loro. Noi siamo dalla parte degli autori e vogliamo che tutto questo si risolva il prima possibile. Credo sia giusto far vedere che c’è una sensibilità anche da parte del governo». Innovativo è anche il disegno di legge sulla pirateria votato ieri in Aula. Di che ripercussioni economiche possiamo parlare?«Siamo i primi ad applicare strumenti come quelli contenuti in questo disegno di legge. La pirateria provoca un danno economico. Si stima una perdita di fatturato per film, serie, fiction e sport live di 1,7 miliardi. Ci sono ripercussioni anche nella perdita di posti di lavoro, secondo le stime circa 9.400. Sono previste sanzioni che arrivano al sequestro preventivo e alla confisca dei proventi».
Marco Risi (Getty Images)
Nel riquadro, la stilista Giuliana Cella
Eugenia Roccella (Imagoeconomica)