2024-04-25
«Lei è ebrea?»: senatrice schedata dalla Rai
Il conduttore di «Radio anch’io», Giorgio Zanchini, ha chiesto in diretta alla meloniana Ester Mieli (impegnata a difendere Israele) la sua appartenenza etnica. Poi la retromarcia: «Ho sbagliato». Il presidente del Senato, La Russa: «Episodio davvero inquietante».Rai ancora nella bufera, quando gli echi dell’affaire Scurati sono lungi dallo smorzarsi. Nell’occhio del ciclone, questa volta, è finito Giorgio Zanchini, conduttore - tra gli altri - del programma radiofonico Radio anch’io su Radio 1, che nel corso della puntata di ieri mattina ha chiesto in maniera brutale alla propria ospite, la senatrice di FdI Ester Mieli, se fosse ebrea. Questo perché il dibattito, a un certo punto, stava affrontando la questione del conflitto in Medio Oriente e delle proteste anti israeliane negli atenei italiani e internazionali, e Zanchini ha ritenuto di incalzare Mieli sulla propria religione, quasi a voler far intendere agli spettatori che le valutazioni della parlamentare fossero viziate da pregiudizi. Disorienta dalla domanda, la senatrice ha replicato chiedendo a Zanchini se interpella tutti i suoi ospiti sul loro credo religioso, aggiungendo di non pensare «alcune cose perché sono di religione ebraica e il rispetto e la libertà vale per tutti e non c’entra la religione» e che il suo pensiero «non è vincolato al mio essere ebrea». Il giornalista, sulle prime, ha tenuto il punto giustificando la sua domanda con una questione di «sensibilità più acuta rispetto alle proteste», quindi ha dato l’impressione di cominciare a rendersi conto della terribile gaffe, ma ormai era troppo tardi. A denunciare in sede politica l’accaduto è stata per prima la deputata e compagna di partito di Mieli, Augusta Montaruli la quale, al culmine della polemica sul monologo dello scrittore Antonio Scurati, ha chiesto che la stessa commissione «il caso di un conduttore di Radio Rai e del tentativo di screditare una sua posizione politica in quanto ebrea». «Il caso», ha aggiunto, «rasenta l’antisemitismo ed è una vergogna gravissima, non un semplice errore come sostenuto da alcuni colleghi in Vigilanza». Le parole della Montaruli muovevano anche dal fatto che, per il prossimo 8 maggio a San Macuto è prevista l’audizione dei vertici Rai sul caso Scurati, invocata dall’opposizione, e che alla luce di ciò che è avvenuto ieri mattina in radio sarebbe il caso di aggiungere anche questo tema all’ordine del giorno. Dopo la denuncia di FdI, numerosi sono arrivati gli attestati di solidarietà alla senatrice da parte di tutti gli esponenti della maggioranza (e non solo): tra i più significativi quello del presidente del Senato Ignazio La Russa: «Trovo davvero grave e inquietante», ha affermato la seconda carica dello Stato, «quanto avvenuto alla senatrice di Fratelli d’Italia Ester Mieli. Da settimane si susseguono in tutta Italia manifestazioni di intolleranza nei confronti di Israele e degli ebrei e una domanda come quella posta dal conduttore è del tutto inaccettabile. L’opinione di una persona», ha aggiunto, «non può in alcun modo essere collegata alla religione professata». Per la Lega la vicenda «non dovrà finire nel dimenticatoio perché il servizio pubblico è di tutti gli italiani che non meritano un giornalismo di parte e d’indottrinamento con insinuazioni che credevamo sepolte in un triste passato e di cui non vogliamo alcun tipo di, pericolosissima, recrudescenza». Fi parla di «discriminazione strisciante», al di fuori della maggioranza Carlo Calenda ritiene «insensato, illogico e inaccettabile che per esprimere la propria opinione sia necessario precisare il proprio credo», mentre nel Pd si segnalano le voci isolate di solidarietà alla Mieli di Lia Quartapelle e Francesco Verducci. Gli esponenti dem, infatti, erano nel frattempo intenti ad attaccare ancora il centrodestra per il caso Scurati. Per tutta la mattinata di ieri la sinistra ha vivacemente protestato per il no della Vigilanza alla loro richiesta di ascoltare la conduttrice Serena Bortone e il responsabile degli approfondimenti Rai, Paolo Corsini, che dunque non saranno auditi l’8 maggio assieme ai vertici di Viale Mazzini. Per quanto riguarda lo scrittore Scurati, c’è da segnalare che da un’intervista fatta ieri da Adnkronos al presidente dell’Associazione Librai Italiani Paolo Ambrosini, risulta che dopo la vicenda del mancato monologo l’ultimo suo libro, pubblicato in autunno, ha avuto un vero e proprio boom di vendite, dopo essere stato ristampato dall’editore in tempo record. Tornando a quanto accaduto a Radio 1, nel pomeriggio di ieri va detto che Zanchini, dopo essere stato sollecitato in questo senso dall’Ad Rai Roberto Sergio e dal direttore di Radio 1 Francesco Pionati, ha porto le sue scuse alla senatrice Mieli, affermando di essere «mortificato» per l’accaduto e di considerarsi da sempre «un amico di Israele». Ha invece espresso solidarietà al giornalista e non alla senatrice il sindacato Usigrai, che anche in questo caso ha trovato il modo di attaccare il governo: «È l’evidente tentativo da parte della maggioranza», si legge nella nota, «di far passare la linea che in Rai non esiste nessuna censura e che ognuno ha la possibilità di dire ciò che vuole. L’obiettivo», conclude la nota, «è assolvere Tele Meloni dalla censura nei confronti dello scrittore Antonio Scurati».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.