
I dodici più grandi golfisti europei sfidano i colleghi yankee nel torneo più prestigioso. L'Italia c'è, con Chicco Molinari.C'è uno sport nel quale il riferimento visivo è la Tour Eiffel? Golf club Saint Cloud, buca sei, i giocatori che vogliono portare a casa un colpo vincente sono pregati di allinearsi a quel tal monumento in fondo all'orizzonte. C'è uno sport nel quale un pino secolare è stato più forte di un presidente degli Stati Uniti? Golf club Augusta, Virginia, dove l'albero alla buca 17 centrato più volte da Dwight Eisenhower rischiò di essere tagliato per ordine dell'inquilino della Casa Bianca che lo odiava, ma sopravvisse protetto dagli abitanti della città. Fino a morte naturale, nel 2014, dopo una tempesta di neve. Sport e follia, sport ed eleganza inguaribilmente snob. Soprattutto in questo weekend proprio a Parigi, dove al Golf National si disputa la sfida più affascinante con la pallina butterata, quella Ryder Cup contesa fra dodici cavalieri americani e dodici europei, che attraversa l'Atlantico nei due sensi più o meno ogni biennio dal 1927. Fascino da sigaro con cognac, da boiserie con libri di William Shakespeare rilegati in pelle, da giacche a scacchi e scarpe bicolori che non hanno niente a che vedere con il chiasso, tranne l'improbabile cromatismo di certi calzoni scozzesi di Jan Poulter. L'inglese è il giocatore più antipatico della terra, lentissimo contro avversari nervosi e tignoso con i più flemmatici per spezzare ritmo e nervi ai rivali. Nessuno lo convocherebbe mai, se non fosse anche un fighter, se non avvertisse l'odore del sangue come Maurito Icardi in area altrui e Mehdi Benatia nella propria. Colleziona pantaloni inguardabili e auto d'epoca rosse e gialle, astenersi tonalità pastello. Ne ha 18 come le buche del campo, dall'Aston Martin alla Bugatti, e con parte dei premi vinti l'anno scorso ha fatto allargare il garage di fianco al maniero finto vittoriano nel quale abita, definito kitsch dal Times. Lui si è offeso e non rilascia più dichiarazioni a quel giornale.È solo un assaggio perché la Ryder, oltre a essere lo spettacolo sportivo più visto e televisto al mondo (700 milioni davanti al televisore) dopo i Mondiali di calcio e le Olimpiadi estive, è un ricettacolo di campioni e di matti. Lasciamo stare Francesco Molinari, fenomeno italiano di regolarità nella vita e negli approcci (nel senso di ferri corti) che guiderà gli ussari europei dall'alto delle sue vittorie stagionali, soprattutto il mitico British Open. E tralasciamo pure Tiger Woods, tornato alla testa della squadra yankee dopo la traversata del deserto della crisi prima coniugale e poi tecnica, l'unico uomo capace di vincere più di un miliardo di dollari di premi, cannibale del passato con un palmarés di 72 tornei e 14 major. Nella sua villa in Florida ha nove bagni, il pontile per lo yacht sull'oceano, un campo da golf per allenarsi. E a detta della ex moglie (liquidata con 100 milioni di dollari e una catapecchia da 80 milioni) anche una collezione di pornostar da far sembrare Donald Trump un timido nerd.Sul canale che Sky Sport ha dedicato all'evento i più attesi sono loro due, ma per capire la stravaganza, la classicità, l'inavvicinabilità di un mondo nel quale Gianluca Vacchi potrebbe servire gli aperitivi su un vassoio e la jeunesse dorèe di Riccanza sarebbe costretta a controllare i biglietti d'invito all'ingresso, è più divertente fare lo scanner agli altri. Per esempio a Rory McIlroy, irlandese di 29 anni, più volte numero uno del mondo, capace di girare doppiando tutti come una Formula uno a forza di birdie, ma anche di dimenticare di alzarsi dal letto. Fuori dal green viene considerato un barbaro da birra e hamburger, ma soprattutto un indeciso. Ne sa qualcosa la sua fidanzata, la tennista danese Caroline Wozniacki, piantata in asso una settimana prima del matrimonio con partecipazioni e inviti già spediti. Il suo omologo bombardiere nella squadra americana è Dustin Johnson, numero uno del mondo nel 2017 che al contrario è felicemente sposato con Paulina Gretzky, reginetta di Instagram, ma sopratuttto figlia dell'icona vivente dell'hockey su ghiaccio canadese Wayne Gretzky.Il livello sociale è siderale, ma nessuno di questi signori si sogna di trasformarsi in rockstar come qualche calciatore, in rivoluzionario fuori tempo come qualche campione del football americano, in sgangherata icona cult come qualche baskettaro della Nba. I golfisti stanno al loro posto sui loro aerei privati che li portano velocemente da un campo all'altro del globo. Lo spagnolo Sergio Garcia, figlio del custode di un golf club, che si allenava entrando di straforo nei buchi della rete, viaggia con un Gulfstream adattato alle sue esigenze; significa che nel corridoio centrale ha fatto installare dieci metri di green per allenarsi nel putt, il tiro che serve per mandare in buca la palla. Apparentemente il più banale, ma al tempo stesso il più difficile, psichiatrico, emozionale. I grandi maestri ripetono agli allievi: «Drive for show, putt for money» (Il legno da 300 metri per lo spettacolo, il putt per vincere i soldi). Il primo per riempire la bocca ai dilettanti in club house, il secondo per i professionisti squali.Tutti si muovono con allenatore, psicologo e nutrizionista. L'americano Bubba Watson, mancino micidiale che vinse un Master tirando il colpo supremo dalla buca sbagliata e facendo passare la palla sopra l'edificio della televisione, di solito porta anche la mamma perché sostiene che i suoi consigli botanici - erba più morbida, cespugli più duri - sono decisivi. A Parigi arriva anche un simbolo del passato come il californiano Phil Mickelson, detto Lefty perché mancino, eterno secondo, fuoriclasse gentiluomo con il ghigno da Tex Willer, che per il compleanno ama farsi regalare dagli amici delle meteoriti (sì, i sassi che arrivano dallo spazio). Ne ha una collezione in giardino. Accanto a lui scenderà in campo il monello Rickie Fowler, che un giorno accettò di girare una pubblicità nella quale imbucava la pallina guidando una moto da cross e lasciava il green in condizioni pietose. Gli inglesi Justin Rose e Tyrrell Hatton hanno già prenotato per tre giorni un tavolo nel ristorante stellato della club house, dove cucinerà una star più ricca di loro, lo chef Gordon Ramsey.Tutti a Parigi per far impazzire gli appassionati con colpi da fenomeni, senza arrivare all'eccesso di Vijay Singh che ad Augusta nel 2009 fece rimbalzare la pallina sull'acqua come un sasso piatto e la mandò in buca in un colpo (vedere Youtube per credere). Tutti a sognare la Ryder Cup tranne il francese Vitor Dubuisson, ufficialmente per un'infezione a un orecchio. Ma nel giro si sa che avrebbe dato forfait per colpa del suo sviscerato amore per la pesca d'altura. Se n'è stato al largo della Corsica fino a dieci giorni fa con ami, lenze ed esche. Quando ha ricominciato a giocare era uno straccio. Nel golf non si inventa niente, pescare il jolly è un altro sport.
Cartelli antisionisti affissi fuori dallo stadio dell'Aston Villa prima del match contro il Maccabi Tel Aviv (Ansa)
Dai cartelli antisionisti di Birmingham ai bimbi in gita nelle moschee: i musulmani spadroneggiano in Europa. Chi ha favorito l’immigrazione selvaggia, oggi raccoglie i frutti elettorali. Distruggendo le nostre radici cristiane.
Uno spettro si aggira per il mondo: lo spettro dell’islamo-socialismo. Da New York a Birmingham, dalle periferie francesi alle piazze italiane, cresce ovunque la sinistra di Allah, l’asse fra gli imam dei salotti buoni e quelli delle moschee, avanti popolo del Corano, bandiera di Maometto la trionferà. Il segno più evidente di questa avanzata inarrestabile è la vittoria del socialista musulmano Zohran Mamdani nella città delle Torri Gemelle: qui, dove ventiquattro anni fa partì la lotta contro la minaccia islamica, ora si celebra il passo, forse definitivo, verso la resa dell’Occidente. E la sinistra mondiale, ovviamente, festeggia garrula.
Il neo sindaco di New York Zohran Mamdani (Ansa)
Il sindaco di New York non è un paladino dei poveri e porta idee che allontanano sempre più i colletti blu. E spaccano l’Asinello.
La vulgata giornalistica italiana sta ripetendo che, oltre a essere uno «schiaffo» a Donald Trump, la vittoria di Zohran Mamdani a New York rappresenterebbe una buona notizia per i diritti sociali. Ieri, Avvenire ha, per esempio, parlato in prima pagina di una «svolta sociale», per poi sottolineare le proposte programmatiche del vincitore: dagli autobus gratuiti al congelamento degli affitti. In un editoriale, la stessa testata ha preconizzato un «laboratorio politico interessante», sempre enfatizzando la questione sociale che Mamdani incarnerebbe.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 7 novembre con Carlo Cambi
Il luogo dell'accoltellamento a Milano. Nel riquadro, Vincenzo Lanni (Ansa)
Nei principali Paesi europei, per essere riconosciuto «pericoloso» basta la segnalazione di un medico. Qui invece devi prima commettere un delitto. E pure in questo caso non è detto che una struttura ti accolga.
Vincenzo Lanni, l’accoltellatore di Milano, aveva già colpito. Da condannato era stato messo alla Rems, la residenza per le misure di sicurezza, poi si era sottoposto a un percorso in comunità. Nella comunità però avevano giudicato che era violento, pericoloso. E lo avevano allontanato. Ma allontanato dove? Forse che qualcuno si è preso cura di Lanni, una volta saputo che l’uomo era in uno stato di abbandono, libero e evidentemente pericoloso (perché se era pericoloso in un contesto protetto e familiare come quello della comunità, tanto più lo sarebbe stato una volta lasciato libero e senza un riparo)?






