2022-03-14
Lotta contro il tempo dei diplomatici. A Roma un summit fra Usa e Cina
Volodymyr Zelenski (Ansa)
Crescono le possibilità di un incontro tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelenski, forse a Gerusalemme.La situazione in Ucraina continua a rivelarsi paradossale. Se da una parte i russi stanno intensificando gli attacchi sulle aree occidentali del Paese, dall’altra sono stati contemporaneamente lanciati segnali cautamente distensivi da entrambi i fronti. Ieri, Kiev e Mosca sono infatti tornate a dirsi possibiliste su un vertice tra Putin e Zelensky. «Abbiamo ribadito in molte occasioni che nessuno esclude la possibilità di un incontro di Vladimir Putin con il presidente Zelensky. Ma dobbiamo capire quale dovrebbe essere l’esito di questo incontro e cosa sarà discusso in esso», ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Aperturista sulla questione si è mostrato, sempre ieri, anche il consigliere del capo dell’Ufficio del presidente ucraino, Mykhailo Podolyak. «Penso che non ci vorrà molto per realizzarlo. Non sono pronto a dire che questo incontro potrebbe aver luogo nel prossimo futuro. Un giorno, due, tre, no. Ci vorrà ancora del tempo, ma cercheremo di realizzarlo il prima possibile», ha detto. Podolyak ha inoltre riferito di attendersi «risultati concreti» dai colloqui diplomatici previsti per oggi, aggiungendo che Mosca sarebbe diventata «molto più sensibile alla posizione ucraina». Ricordiamo, per inciso, che l’altro ieri Zelensky aveva proposto Gerusalemme come luogo d’incontro con l’omologo russo. Nonostante questi spiragli, la Russia ieri ha condotto un pesante attacco aereo ai danni della base ucraina di Yavoriv, nei pressi di Leopoli e quasi a ridosso del confine polacco: un attacco che, secondo le autorità ucraine, avrebbe fatto 35 vittime. Imperversano intanto varie ipotesi sul perché Putin si stia accanendo da giorni contro le basi a Ovest. È possibile che il presidente russo voglia innanzitutto ostacolare la consegna di armi provenienti dall’Occidente (Mosca ha del resto giustificato l’attacco di ieri dicendo di aver voluto colpire 180 mercenari stranieri e materiale bellico arrivato dall’estero). In secondo luogo, non è escludibile che tali attacchi siano funzionali a proteggere un’eventuale incursione russa in Transnistria. Resta invece scarsamente probabile (almeno per ora) un’offensiva via terra verso la parte occidentale dell’Ucraina: uno scenario che incrementerebbe per Putin il rischio di impantanarsi in una guerriglia. Uno sviluppo interessante dal punto di vista diplomatico riguarda poi il nostro Paese. Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, vedrà oggi a Roma il suo omologo cinese, Yang Jiechi, e il consigliere diplomatico di Mario Draghi, Luigi Mattiolo, per discutere della crisi ucraina. La notizia ha due lati, uno positivo e uno negativo. Il lato positivo sta nel fatto che Roma sembrerebbe riacquistare un ruolo (almeno parzialmente) rilevante, soprattutto dopo giorni di iperattivismo diplomatico franco-tedesco: un iperattivismo che aveva marginalizzato il nostro Paese. Il lato negativo risiede nel fatto che l’amministrazione Biden sembra sempre più intenzionata a delegare alla Cina il ruolo di principale mediatore: una strategia, questa, enormemente rischiosa. Pechino ha infatti molto da guadagnare in questa crisi e punterà prevedibilmente a massimizzare il proprio tornaconto geopolitico, a discapito dell’Occidente. La Repubblica popolare spera che la guerra in corso distolga l’attenzione americana dall’Indo-Pacifico e che contribuisca a frantumare il blocco transatlantico. Inoltre Xi Jinping punta sul fatto che la rottura politico-commerciale con l’Occidente renda Mosca sempre più economicamente succube nei confronti di Pechino. Non dimentichiamo del resto che la Cina ha ripreso ad esercitare la propria pressione politica e militare su Taiwan nelle scorse settimane, guardandosi al contempo bene dal condannare la Russia all’Onu e dal sostenere le sanzioni finanziarie occidentali. Insomma, con il coinvolgimento di Pechino nella mediazione, Biden rischia di commettere l’ennesimo errore nella sua (già discutibile) gestione della crisi ucraina. Crisi ucraina che sta portando invece a una distensione tra Turchia e Grecia, le quali hanno annunciato ieri di voler «migliorare le relazioni bilaterali».