2025-06-14
Los Angeles nel caos. La Guardia nazionale ritorna sotto il controllo di Trump
La Guardia nazionale a Los Angeles (Ansa)
Ribaltato in appello l’ordine restrittivo contro la Casa Bianca. Il presidente: «Senza l’esercito la città sarebbe in fiamme».In California continua il braccio di ferro tra Donald Trump e il governatore dello «Stato del sole», il democratico Gavin Newsom. La Corte d’appello del nono distretto degli Stati Uniti, nella cui giurisdizione rientra anche la California, ha temporaneamente sospeso la decisione del giudice distrettuale Charles Breyer, il quale aveva ordinato al presidente Trump di restituire a Newsom il controllo della Guardia nazionale schierata a Los Angeles. Fino alla prossima udienza, prevista per martedì, il presidente potrà quindi fare uso dei riservisti senza il permesso del governatore. Tutto era iniziato lo scorso 9 giugno. Una volta che il tycoon aveva dispiegato 4.000 riservisti della Guardia nazionale californiana per sedare le violente rivolte scoppiate a Los Angeles, Newsom aveva intentato una causa contro il governo federale, denunciando un abuso del decimo emendamento della Costituzione, quello che tutela il federalismo della nazione americana. Trump, dal canto suo, si era appellato a una disposizione del Titolo 10 del Codice degli Stati Uniti, che permette al presidente di mobilitare la Guardia nazionale senza il permesso di un governatore: fattispecie prevista in caso di invasione di un esercito straniero oppure di ribellioni che mettano seriamente a rischio l’ordine pubblico. Il giudice Breyer si era dunque espresso sulla vicenda dando ragione a Newsom, emettendo un’ordinanza restrittiva di 36 pagine in cui definiva «ultra vires» (e quindi incostituzionale) la condotta di Trump. Il governo, tuttavia, ha prontamente fatto ricorso contro questa ordinanza. E i tre giudici d’appello, tra cui due nominati da Trump e uno da Joe Biden, hanno stavolta dato ragione al tycoon, sconfessando così la decisione di Breyer. Il verdetto, ovviamente, è stato accolto con entusiasmo dal presidente: «La Corte d’appello ha stabilito che posso usare la Guardia nazionale per proteggere le nostre città. Se non avessi mandato l’esercito a Los Angeles, quella città sarebbe in fiamme in questo momento. Abbiamo salvato Los Angeles», ha scritto Trump in un post pubblicato sul suo social Truth. Newsom, dal canto suo, ha espresso piena fiducia nella validità della sentenza di primo grado e si aspetta che la decisione di Breyer venga confermata nei successivi gradi di giudizio. Poi, come da copione, ha riproposto la consueta retorica sulla presunta svolta autocratica di Trump: «Lui non è un monarca», ha detto, «non è un re, e dovrebbe smetterla di comportarsi come tale».Nel frattempo, a Los Angeles la tensione resta alta. Nel centro della città è in vigore ormai da diverse notti il coprifuoco imposto dal sindaco, la democratica Karen Bass, in risposta ai disordini scoppiati in seguito alle retate dell’Ice nei quartieri con forte presenza di immigrati irregolari. Retate che, nonostante le difficoltà, stanno proseguendo tuttora con centinaia di arresti di clandestini in tutto lo Stato della California. Per quanto riguarda le proteste, invece, finora sono oltre 400 le persone sottoposte a fermo nella sola Los Angeles: molti arresti sono avvenuti per assembramento illegale o violazione del coprifuoco. Ma non solo: tra i fermati ci sono anche alcuni facinorosi accusati di aver lanciato molotov e altri oggetti contro le Forze dell’ordine. I disordini hanno coinvolto centinaia di manifestanti. In molti frangenti, si sono registrati casi di saccheggio di negozi e di resistenza alla polizia e, talvolta, anche la distruzione di veicoli, come i taxi autonomi della Waymo, incendiati durante gli scontri in strada. Per dar manforte alla Guardia nazionale, Trump ha ordinato ieri il dislocamento di circa 700 marines, di cui 200 solo a Los Angeles, i quali hanno completato un addestramento speciale per gestire i disordini civili e sono già entrati in azione. Manifestazioni analoghe hanno avuto luogo anche in altri Stati del Paese, per un totale di oltre 40 città americane. Le proteste, che fanno capo al movimento anti trumpiano No Kings, dovrebbero intensificarsi nel fine settimana, per cui si prevedono circa 1.800 cortei in tutto il Paese. Nella giornata di oggi, infatti, si svolgerà a Washington la parata militare per celebrare il 250° anniversario della fondazione dell’esercito americano. Una data che, tra l’altro, coincide anche con il compleanno di Trump.Le proteste, in ogni caso, finora non sono riuscite a rallentare l’energica battaglia del governo contro i clandestini e le cosiddette «città santuario», ossia tutti quei Comuni (tra cui Los Angeles e New York) che hanno scelto di limitare o negare la collaborazione con le autorità federali in materia di immigrazione. Il dipartimento per la Sicurezza interna (Dhs), anzi, ieri ha diffuso un nuovo manifesto che invita i cittadini a segnalare all’Ice «tutti gli invasori stranieri», ossia gli immigrati clandestini. Anche la scelta grafica è significativa, dato che ritrae lo Zio Sam e rievoca la propaganda americana della seconda guerra mondiale. Il motto della campagna è altrettanto chiaro: «Aiuta il tuo Paese e te stesso».
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Nel libro postumo Nobody’s Girl, Virginia Giuffre descrive la rete di abusi orchestrata da Jeffrey Epstein e Ghislaine Maxwell e ripercorre gli incontri sessuali con il principe Andrea, confermando accuse già oggetto di cause e accordi extragiudiziali.