2020-02-26
Lontano dai riflettori tedeschi e francesi ci fregheranno meglio
Emmanuel Macron (Gettyimages)
Avanza il sì al Mes. E domani è in agenda il trattato del Quirinale. Emmanuel Macron vuole sfruttare la nostra debolezza a causa del virus.Travolti dal conteggio di vittime e infetti, dimentichiamo che la politica del Paese non può rimanere in stand by. Nelle prossime ore e nei prossimi mesi l'Italia va incontro a scelte fondamentali che la segneranno per i prossimi 15 anni. È importante non affrontarle come è accaduto con la prescrizione o le suppletive. A Napoli, dove ha vinto l'ex giornalista Sandro Ruotolo, si è testato il nuovo format Pd e «Dema», il gruppo a sinistra vicino al sindaco Luigi de Magistris, senza il sostegno dei 5 stelle. Uno schema che si riproporrà a Roma e che potrebbe delineare le prossime scelte sul terreno. Di strategie però non si discute, come è scomparso dall'agenda il tema della prescrizione. Forza Italia ha ritirato i propri emendamenti, al tempo stesso Italia viva si è astenuta dalla battaglia. Eppure il testo non è cambiato: resta pessimo, così come era stato classificato da entrambe i partiti a gennaio. Purtroppo non si può omettere che Forza Italia guarda con estremo interesse alle prossime nomine parlamentari. In particolare quella del presidente Agcom, molto cara a Silvio Berlusconi. Al contrario - salvo la Lega - non ci aspettiamo alcuna attenzione all'appuntamento di marzo, nel quale l'Eurogruppo e il Consiglio Ue dovrebbero approvare in via definitiva il Mes, cioè la riforma del fondo Salva stati. Inutile dire che l'iter - per quel poco di tempo che resta - andrebbe reso il più trasparente possibile. E se permanesse la crisi del coronavirus sarà ancora più difficile tenere alta l'attenzione dell'opinione pubblica. Un discorso simile si può fare per il referendum in arrivo, anche se molto meno delicato rispetto agli accordi inerenti l'Unione bancaria europea. Il premier, Giuseppe Conte, ha detto ieri che non vuole rinviare l'appuntamento. Per il momento «non si ritiene di dover intervenire sulla data. Vediamo l'evoluzione che ci sarà nella prossima settimana. Se non è necessario, è meglio non creare altro panico nella popolazione». Andare al referendum in una situazione ovattata come l'attuale può dare al governo ulteriore forza per buttare la palla oltre le tribune e, di conseguenza, allungare la vita del Conte bis. Parliamo però di un evento che cade il 29 marzo: manca più di un mese. Invece è di stretta attualità l'incontro bilaterale tra Francia e Italia. Al momento in cui mandiamo in stampa l'articolo, l'evento a Napoli è confermato e rischia di avviare una trattativa pericolosissima per il nostro Paese. L'incontro tra Emmanuel Macron e il governo italiano punta a far ripartire il trattato del Quirinale, uno schema che - sul modello dell'intesa di Aquisgrana - vuole legare a doppio filo le attività congiunte tra Roma e Parigi nell'ambito dell'industria della Difesa, della Sicurezza nazionale e della proiezione militare all'estero (Libia compresa). A differenza dell'asse tra Parigi e Berlino, il trattato sostenuto dal Pd e dal Quirinale ha un baco di partenza: non c'è scambio paritetico. La Francia è più forte di noi e riesce a interferire nella politica nazionale italiana. L'Italia invece è totalmente ininfluente dalle parti dell'Eliseo.L'incontro bilaterale, a meno che salti per via del coronavirus, cade per giunta in momento di estrema debolezza del Paese. L'Italia è in ginocchio, e Macron insiste nel confermare l'appuntamento proprio per approfittare della quarantena del Nord Italia. Non è un dettaglio, ma un elemento sostanziale. Basti pensare che a Napoli si discuterà di Fincantieri. I vertici non saranno presenti, ma i due governi riprenderanno il discorso degli accordi militari interrotti a Lione. Guarda caso sospesi dopo la sconfitta del Pd. Ripartiranno omettendo una parte fondamentale del fascicolo, quella civile. Parigi ha già fatto sapere che - in caso di bilaterale - non si discuterà dell'acquisizione da parte di Giuseppe Bono di Stx e dei cantieri francesi di Saint Nazaire.La scusa è che a bloccarla è l'Antitrust Ue. Sanno tutti che Macron spinge politicamente perché l'Authority si allinei ai desiderata di Parigi. Il governo non dovrebbe però accettare di chiudere il tema della cantieristica militare senza bilanciare l'accordo con quella civile. Lasciare in sospeso una gamba dell'accordo cantieristico significa depotenziare il tutto. Più in generale (e questo è il vero rischio insito nel trattato del Quirinale), la Francia cerca di succhiare know how tecnologico dal nostro Paese per poter fronteggiare le scelte tedesche e per opporsi alle future decisioni di Donald Trump. Incaricati di portare avanti le trattative nel 2017 sono stati Franco Bassanini, Paola Severino e Marco Piantini, l'allora consigliere per l'Unione europea di Palazzo Chigi. È facile immaginare che sarà affidato al medesimo trio il compito di far ripartire le trattative da marzo. Un think tank che rischia di farci mettere dagli Stati Uniti in una quarantena più sigillata rispetto a quella della coronavirus.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)