2023-08-12
Londra prepara un’altra Brexit: «Pronti a lasciare la Corte europea»
La Cedu boccia i rimpatri dei migranti in Africa, i conservatori: basta interferenze.Il fenomeno epocale dell’immigrazione di massa, secondo la predizione del conservatore britannico Enoch Powell, fatta nel lontano 1968, sarebbe stato correlato da «fiumi di sangue» e da un potenziale rischio di «sostituzione di popolo». Il paradosso del nostro presente è che i fautori della natalità e della vita, sono proprio i conservatori, che i media per disprezzo chiamano «natalisti» o «pro life». Mentre sono i progressisti che sostengono le leggi meno vitali e virtuose, come l’aborto, il diritto al suicidio e l’eutanasia. Tranne, ovviamente, se si tratta di stranieri e di migranti: in tal caso la vita conta - lives matter - anzi diviene sacra e intangibile.Secondo il corrispondente politico della Bbc Nick Eardley, però, molti autorevoli conservatori inglesi, tra cui un ministro del governo di Rishi Sunak, hanno dichiarato che «alle prossime elezioni», saranno costretti a fare campagna «per lasciare la Convenzione europea dei diritti umani (Cedu)». E questo potrebbe accadere «se i voli verso il Ruanda continueranno ad essere bloccati». Come da anni pretendono le alte Corti (progressiste) europee e inglesi, avverse alle politiche anti invasione, sostenute prima di Boris Johnson e ora dall’anglo-indiano Sunak. Già nel 2022 infatti, la Corte europea dei diritti dell’uomo, vietava i rimpatri in Ruanda di immigrati (illegali) nel Regno Unito, con la ragione o il pretesto che si tratterebbe di atroci «deportazioni». Le quali, secondo l’articolo 39 della convenzione, costituirebbero un «danno irreversibile» per i respinti.Un portavoce del governo inglese, per gettare acqua sul fuoco, ha dichiarato che il «Regno Unito rimarrà nella Cedu». Rispettando gli obblighi connessi ai «trattati internazionali». Tuttavia, viene precisato, sarà rispettato anche «il nostro Stop the Boats Bill». Allo scopo di «ridurre gli incentivi alle persone che rischiano la vita con gli attraversamenti illegali». La questione è sempre la stessa ed è una questione di fondo. Davanti a scelte strategiche, deve prevalere la linea del governo che i cittadini, mediante elezioni democratiche, hanno eletto, oppure le decisioni, di taglio ideologico-umanitario delle Corti europee e mondiali, come la corte di Strasburgo ed altre istanze? Accanto a questo dubbio, che i sovranisti sanno bene come sciogliere, sorge un’altra domanda, di valenza etica e psicologica. Chi è che favorisce, in qualche modo, i tristissimi annegamenti in mare dei migranti: chi consiglia loro di restare in patria e lottare o chi li sprona all’esilio, occultando i concretissimi rischi dell’espatrio? In ogni caso, il ministro britannico dell’immigrazione Robert Jenrick «non ha escluso di ritirarsi dalla convenzione» dei diritti umani. Convenzione che, ricordiamolo, è un accordo, datato 1950, tra 47 Paesi liberi e sovrani, e non un dogma di fede, da accettare per principio. Anzi, intervistato da Times Radio Jenrick ha aggiunto che il governo farà «tutto ciò che è necessario per difendere i propri confini».Nonostante la Brexit, il Regno Unito rimane vincolato, almeno per ora, alla Cedu. Il problema politico è che nel 1950 il mondo era molto diverso. E la libertà di movimento tra Paesi occidentali, non implicava il «diritto all’invasione», né l’impossibilità di regolare ex lege i propri flussi interni.La Corte suprema inglese dovrebbe esprimersi sui rimpatri in autunno, ma sembra condizionata dal mainstream e dall’utopia no border. I conservatori però rivendicano, con realismo, la libertà di governare e proteggere i propri cittadini.