
Mentre il governo combatte la battaglia per recludere gli italiani sine die, resta sotto silenzio un'altra strage. Quella dei decessi per inquinamento dell'aria in Pianura Padana. Una piaga nascosta che il Covid ha riaperto: è proprio lì che il virus ha colpito di più. Nella Milano smagliante di sole e cielo della prima estate la paura della gente la leggi nell'unica parte ancora scoperta: gli occhi. E nelle mascherine aderentissime, attente a non fare passare un filo d'aria dalla linea degli occhi fino a sotto le labbra. È così anche nei ragazzi che attraversano gagliardamente la città in bici, con il volto nascosto e superprotetto, come se invece del cielo limpido ci fosse lo smog nerastro di quando in bici giravamo noi. È la vittoria della politica del terrore e del graduale alzare l'asticella delle richieste insensate alle persone, per aumentare la loro disponibilità alla sottomissione, fiaccando il gusto della libertà e del buonsenso. Sciocchezze sparate dai decreti come se niente fosse e amplificate poi dai media, riluttanti ad abbandonare la narrativa horror con cui hanno tenuto alta l'attenzione per mesi, tagliando intanto le gambe per camminare alla gente e l'aria per respirare. Maschere come impenetrabili caschi anche se nessun medico può negare che all'aria aperta il virus ha altro da fare. In compenso i polmoni hanno bisogno di ossigeno, e il raspo in gola con gli altri fastidi alla testa vengono ora da lì e non dallo sfibrato Covid 19. Senza contare l'irritazione attorno alla labbra, infiammate dallo stagnare del fiato che rimane incollato alla maschera.Poteva essere l'occasione perfetta per aiutare le persone a liberarsi delle conseguenze più pericolose della vita metropolitana e allenarsi a riconoscere il vero nemico di cui Covid 19 è solo il complice: l'aria irrespirabile delle metropoli e delle zone industrializzate. La pandemia, infatti, non è ovunque (in molti territori con compare neppure), né con la stessa intensità: è il dono pestilenziale delle società tecnologicamente avanzate ma non abbastanza audaci da aver messo mano ai processi (del resto già noti) per ripulire gli elementi vitali da cui dipende la nostra salute. Innanzitutto l'aria di cui hanno bisogno i nostri polmoni, ma anche il nostro cuore, che senza polmoni sani si affatica e si ammala, i nostri reni, che non riescono più a depurare nulla e di sicuro il nostro cervello. Che come si è visto anche durante e dopo l'epidemia è direttamente coinvolto nella catastrofe psicofisica del cittadino della tarda modernità.Greta non c'entra: ho sempre scritto e testimoniato della necessità e dell'urgenza di aggiornare i processi tecnici e industriali alla luce soprattutto degli enormi guai che, così come erano, provocavano all'uomo attraverso l'avvelenamento degli elementi naturali vitali: l'aria, l'acqua, la terra. E le diverse intossicazioni, anche psichiche e spirituali, che tutto ciò provoca nell'uomo. L'ultima pandemia è stata la prova eloquente di tutto questo. Le zone ad alta intensità di Covid 19 che appaiono nella carte geografiche dell'epidemia sono esattamente le stesse segnalate da anni dalle istituzioni nazionali e internazionali che seguono l'andamento delle polveri sottili e dei diversi inquinanti atmosferici. Sono le zone ad alta intensità di emissioni di origine industriale, a volte complicate dalla bassa pressione e dall'umidità dell'aria, che trattiene le polveri e veicola microrganismi problematici, come batteri e virus. Particolarmente a rischio sono insomma territori come la nostra Pianura Padana e zone adiacenti. Quando il virus comparve proprio lì, e da lì cominciò a propagarsi, in Italia grande sembrò lo stupore, sui media e tra i decisori politici (minore tra gli abitanti delle zone, e tra i medici che lavoravano sul territorio). E, come tutti ricordiamo il governo si oppose alla richiesta di fare di Nembro e del suo territorio la prima «zona rossa» italiana. Intanto uscì sul Daily Telegraph la prima diagnosi a distanza proveniente dal londinese Imperial college, in accordo con altri studi compiuti internazionalmente, a cominciare da quelli di Harvard, ormai da anni. Si era così visto che l'altissimo inquinamento della zona si combinava con l'umidità producendo un habitat perfetto per i nuovi tipi di Sars-Coronavirus comparsi negli ultimi anni producendo polmoniti e altre gravi complicazioni, sempre più spesso letali. Ad esempio nel rapporto che ho sotto gli occhi dell'Agenzia europea per l'ambiente in Italia le morti premature attribuibili ai particolati (spesso delle stesse dimensioni dello stesso virus), all'ozono e agli ossidi d'azoto (NO2) nel solo 2016 sono state 60.666, di cui oltre 18.000 nella Pianura Padana e zone limitrofe. Questa è stata la grande occasione perduta: il non mostrare al popolo, anziché le vanaglorie dei virologi televisivi, come e perché il disprezzo per l'ambiente può uccidere, come già fece in altri tempi e con violenze alla natura meno sottili come la peste e il colera. E come ripete oggi con i virus cinesi che ci arrivano assieme all'ultimo grido della tecnologia dei 5G (elaborata nella stessa città), per la quale già batte il cuore di buona parte del governo. Il dramma di questi giorni ha mostrato perfettamente cosa succede quando si avvelena l'aria e si mettono a rischio i principali organi vitali, e lo stesso cervello, peccato che i nani e ballerine televisive e mediatiche abbiano parlato d'altro e svolto tutt'altra lezione. Non quella per la liberazione delle persone da ambienti malati, ma quella per la prigionia e la stagnazione, sviluppando in ogni modo possibile e immaginabile l'elogio della reclusione, del non respirare neppure se avevi il verde sotto casa e il vento dalle finestre. L'elogio della paura anziché quello del coraggio, del fare, dell'intervenire al più presto per cambiare le cose.Che sono però arcinote, tanto che già nel 2007 il Consorzio delle 5 Regioni del nord: Lombardia, Emilia-Romagna e Triveneto adottò un additivo per il gasolio del chimico Cesare Pedrazzini per l'abbattimento del particolato a seguito della valutazione positiva fatta dal Jrc (Joint resarch center) su richiesta della Regione Lombarda. La decisione era stata anche allora (con il governo Prodi) bloccata a livello ministeriale che stabilì che la materia non era di competenza regionale, ma nazionale. Se la contabilità dell'Agenzia europea per l'ambiente e altri centri scientifici è esatta (15.000 morti ogni milione di abitanti) questa proibizione dell'intervento nella depurazione dell'aria ha distrutto da allora ad oggi l'equivalente di una città come Torino, fatta fuori per ragioni di bassa politica.La questione, umana, etica, politica, di semplice buonsenso è: che facciamo di questi morti, circa il doppio di tutti i decessi per il Covid 19? Si continua a far finta di niente, anche se la scienza internazionale, pur se non in prima serata televisiva, conosce perfettamente il disastro? Non è «occultamento di cadavere», un reato? Mentre si denuncia per strage la Regione Lombardia, questo governo che si dice di sinistra e ecologista gira la testa dall'altra parte per non vedere l'annuale strage in casa. Che richiederebbe azioni di politica economica e industriale. Di vera politica insomma, non di procacciamento di voti per non perdere stipendio e poltrona.
Getty images
Attacco in Qatar per colpire i capi dell’organizzazione terroristica riuniti per discutere l’ultima offerta del presidente Usa. I media palestinesi smentiscono la morte dei vertici. Sdegno di Papa e capi di Stato.
La Procura di Torino indaga su un presunto sistema di frode fiscale basato su appalti fittizi e somministrazione irregolare di manodopera. Nove persone e dieci società coinvolte, beni sequestrati e amministrazione giudiziaria di una società con 500 dipendenti.
content.jwplatform.com
Pubblicati sui social i filmati del presunto attacco, ma le autorità tunisine negano presenze ostili nei cieli: «Solo un incendio».