2025-11-25
Il Veneto si affida al delfino del Doge: Stefani stravince, la Lega doppia Fdi
Alberto Stefani, eletto presidente del Veneto (Ansa)
Trionfo scontato del Carroccio, grazie anche all’eredità di Zaia. Il neo presidente: «Lo vorrei in squadra per i prossimi 30 anni». Szumski, radiato per i suoi dubbi su vaccini e pass, prende oltre il 5%: «Un’impresa».Il Veneto resta al centrodestra. Risultato scontato, meno scontato superare di gran lunga il 60% come fatto dal nuovo presidente leghista Alberto Stefani, il governatore più giovane d’Italia con i suoi 33 anni. Centrosinistra più che doppiato a confermare l’assoluta irrilevanza sul territorio di Pd e alleati.Nel momento in cui scriviamo Stefani conquista la guida della Regione Veneto con il 64,1%, con un picco del 69% nella provincia di Verona, trascinato da una Lega che nel momento più difficile degli ultimi anni si conferma prima forza e raggiunge quasi il 36% dei consensi.Nel 2020 la Lega prese appena il 16,9% ma al contrario di queste elezioni, il governatore uscente Luca Zaia correva con una sua lista che ottenne il 44,5%. Insomma il Doge non riesce a riversare tutti i suoi consensi, ma probabilmente gli si possono attribuire almeno la metà dei voti. Risultato ottimo per Fratelli d’Italia che più che raddoppia i suoi elettori (18,6%) se si paragona il dato alle regionali di cinque anni fa (9%). Perde consensi invece se si paragona il dato alle scorse europee, ma trattandosi di competizioni completamente diverse paragonare il dato sarebbe fuorviante. Leggermente inferiore alla media nazionale anche Forza Italia, che ottiene circa il 6,4% dei voti. Il candidato del centrosinistra Stefano Manildo ottiene il 29,10% delle preferenze con il Pd prima partito della coalizione (16,8%) seguito dal 4,6% di Avs e l’imbarazzante 2,2% del Movimento 5 stelle, circa lo stesso dato di cinque anni fa. L’astensione in questa regione è particolarmente alta, si reca alle urne solo il 44,6% degli aventi diritto, pari a 4 milioni e 300.000 di veneti. Probabile che si sia aggiunta, oltre all’astensione fisiologica, anche quella dovuta alla affezione nei confronti di Zaia, che in molti avrebbero voluto potesse ricandidarsi.Per il Doge «si apre una fase ricca di sfide». Le prime dichiarazioni le ha rilasciate dal K3 di Villorba (Treviso) sede regionale della Liga Veneta. «Ho sentito al telefono il presidente Stefani alle 15.01, subito dopo la chiusura dei seggi. Gli ho rivolto i miei auguri più calorosi di buon lavoro, complimentandomi per una campagna elettorale condotta con efficacia e determinazione. Alberto si appresta a guidare la Regione del Veneto in una fase ricca di sfide: sono certo che saprà affrontare questo incarico con senso del dovere e responsabilità». Poi Zaia ha aggiunto: «Un augurio di buon lavoro va anche alla squadra che sarà chiamata ad affiancarlo nella guida della Regione Veneto, con il compito e l’obiettivo di mantenere alto lo standing di un territorio che, per vocazione, esercita un ruolo guida nel Paese». A chi gli chiede di una vicesegreteria della Lega risponde: «Non ho mai avuto come abitudine rispondere alle proposte che non mi fanno i diretti interessati, quindi, non rispondo. Io ho sempre lavorato in maniera coerente». «Si parlava di spallata al governo, non c’è stata» commenta il leader della Lega Matteo Salvini raggiunta Padova. E poi: davano «la Lega per morta e Salvini per morto da almeno 10 anni. Diciamo che siamo in discreta salute». A chi gli chiede se con questo risultato si possa ridiscutere la Lombardia risponde: «Mancano almeno due anni. Oggi ci godiamo una straordinaria vittoria in Veneto. Esiste una coalizione, esiste una squadra, esistono legittime e reciproche aspettative». Si congratula con Stefani, che conferma vicesegretario federale: «Il risultato del Veneto fa bene a tutti alla Lombardia, all’Emilia-Romagna e si deve prendere d’esempio. Si è parlato poco e si è lavorato tanto e la Lombardia può raggiungere questo risultato. Ottima scelta quella di Alberto (Stefani, ndr) di portare le tematiche del sociale e degli ultimi. Non sono solo temi della sinistra». «Occhi e cuore solo per i veneti» esulta in prima battuta sui social Stefani che si augura di avere Zaia nella sua squadra per i prossimi 30 anni. In conferenza stampa commenta l’affluenza «non può soddisfarci» e si esprime sulla giunta: «Pacta sunt servanda», dice, rispondendo a chi gli chiede se la distribuzione degli assessori concordata con Fdi (che vede una maggioranza di assessori al partito di Giorgia Meloni) cambierà dopo la larga vittoria della Lega. «Siamo una coalizione, una squadra compatta. Per me le squadre restano tali fino alla fine». «Una vittoria frutto del lavoro, della credibilità e della serietà della nostra coalizione. A Stefani vanno i miei complimenti e i migliori auguri per le sfide che lo attendono» le parole del presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Ma se la vittoria del centrodestra era scontata, il risultato più sorprendente lo ottiene Riccardo Szumski, che si posiziona al terzo posto raccogliendo il 5,16% dei voti, con l’appoggio di Szumski Resistere Veneto. «Abbiamo fatto l’impresa con 4 gatti e tanta volontà ma adesso inizia il bello» commenta il medico radiato dall’albo per le sue posizioni critiche nei confronti dei vaccini e del green pass. Infine, Marco Rizzo, ottiene l’1,15% delle preferenze, mentre Fabio Bui lo 0,52% dei voti.
Concita De Gregorio (Ansa)
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