2025-11-25
Le toghe sbroccano sulla riforma: «Peccato voti chi ha studiato poco»
Ernesto Lupo, presidente emerito della Cassazione (Ansa)
Ernesto Lupo, presidente emerito della Cassazione, disprezza i futuri elettori del referendum.«Confronto di altissimo profilo alla nostra serata dedicata alla riforma della giustizia», commentava sul proprio sito il Circolo magistrati della Corte dei Conti, citando l’evento che si è svolto giovedì scorso. Un incontro a tutti gli effetti sbilanciato, che avrebbe voluto far prevalere le ragioni del «No» al referendum come già anticipava la locandina dell’incontro.Annunciava che si sarebbe parlato della riforma della giustizia, definendola «una modifica della Costituzione destinata ad alterare il sistema attuale, fondato sull’equilibrio tra i poteri dello Stato». Tesi a dir poco azzardata. In realtà, il pubblico «di insigni giuristi provenienti dalla magistratura e dall’avvocatura» si è mostrato più dalla parte del «Sì». Tanto da far sbottare Ernesto Lupo, presidente emerito della Corte di cassazione, fino al 2017 consigliere del presidente della Repubblica per gli Affari dell’amministrazione della giustizia, che, in conclusione, ha chiesto la parola dicendosi dispiaciuto che le persone più semplici e meno istruite possano votare al referendum. «Ho due tristezze nel cuore. La prima, come si fa a far decidere questi argomenti all’intera popolazione, a persone che hanno studiato poco, che non sono tecnici. La seconda è una tristezza ancora maggiore: ma non ne verrà fuori (se passa la riforma, ndr) un abbassamento della magistratura che è quella preposta all’amministrazione della giustizia con tutti gli altri operatori, ivi compresi gli avvocati? Il valore giustizia è essenziale per la vita della collettività, quindi si è errato tantissimo nel fare questa riforma in modo blindato, che è stata la cosa peggiore. Credo che tutti dobbiamo essere convinti che la forza politica, la maggioranza parlamentare che ha imposto questa blindatura alla riforma sia forse la cosa che ha fatto il maggior danno di questo Paese».Parole pesantissime, fuori luogo, pronunciate con foga al termine dell’incontro organizzato dalla prestigiosa associazione polisportiva sulla riva del Tevere. Per l’avvocato Fabrizio Maria Tropiano, intervenuto al dibattito presentando anche i saluti del vice ministro Francesco Paolo Sisto, invitato solo all’ultimo quando aveva già l’agenda occupata, si è trattato di «un’uscita aberrante, allora vale per ogni referendum che tratta materie diverse. La democrazia è saltata».Lo strumento referendario, come modalità di partecipazione alla vita pubblica, diventa per l’ex presidente della Cassazione appannaggio solo dei cittadini che «sanno». Gli altri, meglio che non vadano a votare. Bella opinione degli elettori e della democrazia diretta.Tropiano, socio del circolo, dichiara di aver insistito molto perché il vice ministro fosse presente alla serata. L’idea degli organizzatori, in primis il presidente del circolo Stefano Castiglione, era, però, di avere più voci per il «No», come l’ex primo presidente di Cassazione, Margherita Cassano. E così è stato, anche se le tesi dei sostenitori della riforma della giustizia hanno trovato la condivisione da parte del pubblico al termine del loro intervento.Come è accaduto dopo il discorso dell’avvocato Tropiano. «La delegittimazione della magistratura viene da molti comportamenti degli stessi giudici», aveva detto, «purtroppo non ha più la credibilità di un tempo», suscitando lunghi applausi. Il segretario generale dell’Associazione nazionale magistrati (Anm), Rocco Maruotti, si è molto irritato per la piega che assumeva l’incontro. «Agli avvocati dico che alla perdita di prestigio della magistratura non corrisponderà un innalzamento della figura dell’avvocato […] c’è una differenza deontologica tra pm e avvocato», ha tuonato.«Con la riforma si indebolirà la magistratura, il giudice non verrà rafforzato. Oggi il Consiglio superiore ha la forza di attivare una pratica a tutela, domani non ci sarà più questa forza perché sarà un Consiglio superiore totalmente delegittimato», erano i concetti che voleva esprimere. Non prima di avere protestato perché «in Italia c’è un problema democratico che riguarda l’informazione», e avere esortato i cittadini «a informarsi». In quale modo? Maruotti ha certezze granitiche: «Fuggiamo dalle mistificazioni, la narrazione che viene fatta non è conforme alla realtà. E non affidatevi a Rete 4, vi prego» è stato il suo appello.Dal pubblico si è alzata qualche voce: «Vogliamo parlare delle trasmissioni su La7 dove lo sbilanciamento a sinistra è di 7 a 2?». Infastidito, il segretario Anm ha incassato senza replicare.
Concita De Gregorio (Ansa)
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