2018-12-05
Lo spoil system in sanità non uccide la scienza
Il ricambio all'interno del Consiglio superiore è stato brusco, ma è del tutto legittimo. La politica, come nel caso di Roberto Battiston all'Asi, fa le sue scelte. Accusare per questo i gialloblù di oscurantismo è strumentale. Come ignorare i soldi in più a ricerca e università. pur di fermare il progresso e cancellare secoli di cultura illuminista. Come non fossero mai esistiti Rita Levi Montalcini, Enrico Fermi e Guglielmo Marconi. Seguono appelli a ribellarsi prima che l'Italia si ritrovi catapultata nel Medioevo, perseguito da grillini e, già che ci siamo, anche leghisti.Cosa è mai successo? Lo avete già letto: la responsabile della Salute ha deciso di azzerare anzitempo il Consiglio superiore della sanità. Lo ha fatto in modo forse un po' brutale, ma legittimo, senza preavviso e spedendo una lettera che revoca le nomine dei componenti non di diritto dell'organo tecnico-consultivo del ministero. In passato nessun esecutivo era stato così drastico nel cambiamento, al massimo veniva sostituito o aggiunto qualche membro. Ma la domanda è la seguente: basta questo a valerle il titolo di grande inquisitrice? Quella del ministro è stata una scelta politica, che nulla ha a che fare con lo sviluppo scientifico. Inoltre la decisione rientra tra i suoi poteri, si è avvalsa della facoltà prevista dall'articolo 6, comma 1, della legge 15 luglio 2002. Quindi nessun colpo di mano, né sospetti di strisciante dittatura. Così la Grillo ha motivato la rivoluzione del Consiglio: «Siamo il governo del cambiamento e, come ho già fatto per le nomine di mia competenza nei vari organi e comitati del ministero, ho scelto di aprire le porte ad altre personalità meritevoli».Quindi non accusa nessuno e neppure sostiene che i 30 membri rimossi non sapessero fare il proprio mestiere. D'altronde tra loro c'erano nomi illustri del mondo scientifico, come i genetisti Dellapiccola e Novelli, il farmacologo Garattini, il ginecologo Scambia, l'oncologo Napoleone Ferrara. La stessa Grillo ne ha riconosciuto il valore, non escludendo che alcuni possano essere rinominati. E anche comprensibile la loro delusione, peraltro espressa in forme civilissime. Certo, il rischio è che torni - più nelle interpretazioni politico giornalistiche che nelle voci degli interessati - il tic già manifestato sul caso di Roberto Battiston, revocato nel suo incarico di leader dell'Agenzia spaziale italiana dal ministro dell'Istruzione Marco Bussetti. Per una scelta politica (il «nipote» di Romano Prodi era stato prorogato in extremis da Paolo Gentiloni), si era scatenato il refrain della «scieza» che dava fastidio al governo. Tra l'altro proprio ieri è giunta la notizia che il Tar si pronuncerà a marzo 2019 sul suo ricorso.Piuttosto, tornando alla Grillo, quello che dovrà dimostrare il ministro è di saper scegliere personalità all'altezza del compito. Certo non potranno essere scienziati legati a partigianerie e il criterio adottato deve essere alieno a amicizie e fedi politiche. Tuttavia confidiamo ciò avvenga, e comunque non è il caso d'intentare processi preventivi. Cosa che invece si è verificata con le accuse di ostacolo alla scienza.Sono parole grosse, anche perché il Consiglio superiore della sanità ha fondamentalmente una funzione di consultazione tecnico-scientifica. Non tocca a esso decidere i destini della medicina italiana. Come si può leggere sul sito ufficiale: «Esprime parere su richiesta del ministro e nei casi espressamente stabiliti dalla legge, in ogni altro caso in cui le direzioni generali ne facciano richiesta per l'adozione di provvedimenti normativi od amministrativi e nella eventualità che l'autorità giurisdizionale richieda la consultazione dell'organo per decidere contenziosi. Il Consiglio svolge anche funzione consultiva propositiva». Si tratta insomma di consiglieri specializzati che aiutano e instradano il governo in materia di sanità.Ma c'è un altro punto su cui riflettere. Si può giudicare da tutto ciò la politica in ambito scientifico dell'esecutivo guidato da Conte? Si è trattato solo di un ricambio, forse troppo energico nelle modalità, ma che è previsto dalla legge. E ancora: l'atteggiamento dell'esecutivo nei confronti della scienza non è piuttosto rappresentato dagli investimenti nell'università e nella ricerca? Sono questi i veri laboratori del progresso e, nel contratto di governo sottoscritto da Di Maio e Salvini, si legge: «Nel corso degli ultimi anni il nostro Paese si è contraddistinto a livello europeo per una continua riduzione degli investimenti nel comparto del nostro sistema universitario e di ricerca. È pertanto urgente e necessario assicurare un'inversione di marcia. È prioritario incrementare le risorse destinate all'università e agli enti di ricerca e ridefinire i criteri di finanziamento delle stesse». Non sembrano discorsi da nemici della scienza né da oscurantisti, anche se naturalmente restiamo in attesa di fatti concreti. Non pare quindi sia il caso di disturbare l'anima di Torquemada, che probabilmente sta bruciando all'inferno. Ci piace concludere con le parole del cardiologo Antonio Colombo, anche lui appena rimosso: «Mi auguro che i nostri successori portino avanti il lavoro bene, come senz'altro confido faranno. Io onestamente non voglio fare nessuna polemica. Abbiamo fatto quel che dovevamo fare ed è giusto che ora lo facciano altri. Non mi sento amareggiato». Parole che fanno bene alla scienza. E all'Italia.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)