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Altro scandalo tangenti in Ucraina. Soldi a deputata eletta con Zelensky
Volodymyr Zelensky (Ansa)
L’Anticorruzione accusa Anna Skorokhod: «Al vertice di un gruppo criminale dedito alle estorsioni». Avrebbe intascato 250.000 dollari. Intanto Volodymyr Zelensky pensa a Mykhailo Fedorov come nuovo capo del suo staff.

Le autorità dell’anticorruzione ucraine hanno aperto un nuovo fronte interno in un momento cruciale per il Paese. Nabu, Sapi e i servizi di Sicurezza hanno annunciato di aver smantellato un presunto sodalizio criminale riconducibile alla parlamentare Anna Skorokhod, accusata di aver preteso denaro da un imprenditore. Secondo le prime ricostruzioni, la deputata - perquisita insieme ai suoi collaboratori - avrebbe costretto un uomo d’affari a versarle 250.000 dollari. Eletta nel 2019 nel distretto di Kiev ed entrata in Parlamento sotto la bandiera di Servitore del popolo (partito del presidente Volodymy Zelensky, Skorokhod era stata espulsa dal partito solo pochi mesi dopo e ora siede nel gruppo Per il futuro.

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Censis: «Quasi mezzo Paese ripudia le armi»
Soldati (iStock)
Secondo l’ultimo rapporto, il 43% degli italiani è contrario a qualunque intervento. Mentre la Cei condanna gli investimenti militari: «No alla forza, sì all’obiezione di coscienza e al servizio civile». Federcontribuenti: «Basta aiuti bellici all’Ucraina».


Sarà interessante ascoltare gli autorevoli commentatori che difendono la Costituzione «nata dall’antifascismo», ma hanno una gran voglia di menare le mani per farla pagare a Vladimir Putin e indirettamente a Donald Trump. Solo che gli italiani mandano a memoria l’articolo 11 e si adeguano: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». A dare manforte arrivano i contribuenti che intimano «basta soldi all’Ucraina» e i vescovi che in una nota della Cei riprendono don Milani, per dire: «La difesa della patria non si assicura solo con il ricorso alle armi, ma passa per la cura della civitas, attraverso l’obiezione di coscienza e il servizio civile».

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Trump suona la sveglia all’Europa: «Rischia di sparire entro 20 anni»
Donald Trump (Ansa)
Il documento strategico della Casa Bianca bacchetta le élite del Vecchio continente: «I cittadini invocano la pace, loro sovvertono la democrazia». Avvisi a Nato («Basta espansione») e Cina: «Non tocchi Taiwan».

Viva l’Europa, abbasso l’Unione europea. È la sintesi brutale ma efficace della dottrina di Donald Trump, esposta in un documento di una trentina di pagine, datato novembre 2025, che la Casa Bianca ha diffuso ieri. A bistrattare Bruxelles ci hanno già pensato diversi esponenti dell’amministrazione americana: il segretario di Stato, Marco Rubio, ha rifiutato d’incontrare l’omologa, Kaja Kallas, a Washington; il suo vice, Christopher Landau, ha rinfacciato a Federica Mogherini, già Alto rappresentante Ue, ora sotto inchiesta, di essere stata un’estimatrice del regime castrista; JD Vance, dopo il discorso di Monaco di febbraio, durissimo con l’Unione, ha contestato la multa da 120 milioni comminata a X per violazione del Dsa. In realtà, a suo parere, per il rifiuto della piattaforma di «impegnarsi nella censura».

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Putin: «Nato minaccia per l’Europa. Nel G8 Paesi in declino, non rientro»
Vladimir Putin (Ansa)
  • Intervistato da «India Today», il leader russo conferma le sue rivendicazioni ma anche la buona volontà di Donald Trump, che sospende alcune sanzioni contro Lukoil. Emmanuel Macron agli europei: «Temo il tradimento del tycoon».
  • È la prima visita di Vladimir Putin a Nuova Delhi dall’inizio della guerra. Sul tavolo accordi su energia e armamenti. Ma è anche una dimostrazione a Donald Trump e Xi Jinping della propria indipendenza.

Lo speciale contiene due articoli

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La Bce infrange i sogni di Ursula & C. Niente garanzie sugli asset russi
La sede della Bce a Francoforte (Ansa)
La Banca centrale non fornirà coperture sul prestito a Kiev da 140 miliardi, che la Commissione vuole ricavare usando i beni confiscati. L’istituto infatti, malgrado la retorica dominante, non è un prestatore di ultima istanza.

Mentre da mesi e specie nelle ultime settimane sentiamo parlare della imprescindibilità dell’Europa nella soluzione della guerra in Ucraina, i fatti ci raccontano un’altra verità. Inconfutabile. L’Europa non può giocare alcun ruolo perché la Ue non ha un peso da poter fare valere ai tavoli negoziali. Eppure è un grande agitarsi tra Francia, Germania e la Gran Bretagna che non è più parte dell’Unione ma staziona sempre nelle cabine di regia. Macron ha ricevuto Zelensky e chissà cos’altro gli avrà venduto. La Germania dopo aver cambiato la Costituzione per tornare ad armarsi come non era mai avvenuto dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale ora si atteggia con postura offensiva per tenere a bada una eventuale aggressione della Russia. La quale Russia - dicono - non va fatta vincere al tavolo dei negoziati perché militarmente non può reggere oltre e quindi è inutile regalare terre ucraine che non ha conquistato e mai conquisterà.

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