2024-07-05
Temi etici, nomine, nuova Europa e tv: Forza Italia e Lega si prendono a sberle
Antonio Tajani e Matteo Salvini (Ansa)
Azzurri e Carroccio divisi sul voto a Ursula von der Leyen litigano pure su Cdp, Colle e federalismo. Ma il governo non rischia.Dispetti, sgambetti, distinguo, pure qualche equivoco: tra Lega e Forza Italia continua quella guerra politica «a bassa intensità» che fa la gioia dei retroscenisti. Questa settimana il partito di Matteo Salvini e quello di Antonio Tajani hanno duellato sui temi etici, una querelle che ha coinvolto pure Fratelli d’Italia. La legge sull’utero in affitto come reato universale è stata approvata dalla commissione Giustizia del Senato, ma Fi e Fdi hanno bocciato l’emendamento presentato dal capogruppo della Lega a Palazzo Madama Massimiliano Romeo, che voleva innalzare le pene; per quel che riguarda il ddl Sicurezza, sono stati gli «azzurri» a distinguersi dai colleghi di maggioranza astenendosi sulla stretta sulle detenute madri. Stop anche all’emendamento del Carroccio sui balneari, mentre l’altro ieri la proposta della Lega di aumentare il tetto pubblicitario della Rai per diminuire il canone, che potrebbe penalizzare gli introiti delle emittenti private, è stata accolta con prevedibile freddezza da Forza Italia. Un braccio di ferro strisciante all’interno della maggioranza sta pure facendo slittare le nomine del Cda di Cassa Depositi e Prestiti: non c’è intesa sui componenti che deve indicare il Mef, segnale di un nodo ancora da sciogliere nel centrodestra, e la giustificazione dei rinvii con l’obbligo delle quote rosa da rispettare sembra più che altro una scusa. Tra l’altro, in realtà Cdp ha due Consigli di amministrazione, uno che potremmo definire «principale» e uno della cosiddetta «gestione separata», dove hanno posto anche alcune istituzioni pubbliche, ad esempio i rappresentati degli enti locali e anche delle due più importanti direzioni generali del ministero dell’Economia, quella del Tesoro e la Ragioneria generale dello Stato. Ieri, come se non bastasse, Lega e Forza Italia hanno litigato pure sul monito del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha messo in guardia rispetto ai pericoli dell’assolutismo della maggioranza e dell’analfabetismo della democrazia. Parole che Salvini ha commentato con ruvidità: «Assolutismo? Siamo in democrazia», ha argomentato Salvini, «il popolo vota, il popolo vince. Non faccio filosofia, ma politica. Semmai qui c’è il problema della dittatura delle minoranze, non il contrario. In Italia come in Francia chi prende voti governa, nel rispetto delle regole, della democrazia, delle minoranze. Penso sia un richiamo che può essere fatto ad altri, non alla situazione italiana. Qui, anzi, c’è la minoranza che spesso si comporta da maggioranza. Penso che il Presidente della Repubblica sia così rispettoso di un governo eletto dai cittadini», ha aggiunto Salvini, «che mai e poi mai potrebbe polemizzare con delle riforme scelte dai cittadini, perché l’autonomia e il premierato sono nel programma del governo». Prevedibili le reazioni indignate dell’opposizione, ma quello che ci interessa qui rilevare è il commento di Antonio Tajani: «Il Capo dello Stato va sempre rispettato», ha detto il leader di Forza Italia. La Lega ha poi innestato la retromarcia: «Matteo Salvini«, ha fatto sapere il Carroccio, «ha grande stima del Presidente della Repubblica: la riflessione del vicepremier e ministro non era indirizzata al Capo dello Stato». Stoccate che, come abbiamo detto, segnalano una tensione all’interno della maggioranza. Da dove deriva questo clima di tensione, impensabile dopo il successo del centrodestra alle Europee? La Verità ha raccolto alcuni commenti da parte di autorevoli esponenti della maggioranza. «Tajani, probabilmente», riflette con noi un big del centrodestra, «tiene molto alla sua immagine di politicamente corretto, sia in Italia che in Europa, mentre a Salvini non è andato giù che Forza Italia abbia assecondato il veto del partito popolare europeo per quel che riguarda il dialogo con il gruppo di Identità e democrazia, quello di cui fanno parte la Lega e il Rn di Marine Le Pen». Altro esponente di maggioranza, altra lettura: «La Lega», ipotizza un altro big di centrodestra, «non digerisce la posizione di Forza Italia sull’Autonomia. Già al momento della approvazione della legge, molti deputati berlusconiani non erano in aula, e ora fioccano distinguo e inviti a non accelerare». C’è anche chi con estrema sincerità ci confida di non aver capito «se la Lega ha una strategia, e se sì quale possa essere». Tajani ha anche un fronte interno da controllare, quello aperto dalle parole di Marina Berlusconi: «Se parliamo di aborto, fine vita o diritti Lgbtq», ha detto Marina al Corriere della Sera, «mi sento più in sintonia con la sinistra di buon senso. Perché ognuno deve essere libero di scegliere. Anche qui, vede, si torna alla questione di fondo, quella su cui non credo si possa arretrare di un millimetro: la questione della libertà». Parole che hanno galvanizzato l’ala liberal del partito berlusconiano, quella che sostanzialmente rimprovera a Tajani di essersi appiattito totalmente su Fratelli d’Italia accantonando la cultura della libertà che è stata il pilastro della azione politica e culturale di Silvio Berlusconi. Siamo di fronte, in ogni caso, a scaramucce destinate a non lasciare alcun segno. La vera battaglia sarà quella per le presidenze delle Regioni al voto nei prossimi mesi. A meno che non sia già cominciata…
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.