2018-10-31
L’Italia le fa schifo ma lei ci sta benissimo
La seducente polemista tv ha accusato il nostro Paese di ogni nefandezza, prima fra tutte il razzismo. Ma Matteo Renzi le ha promesso la candidatura alle elezioni europee per il Pd e lei si è fatta irretire. Con tanti saluti alla propria indipendenza spesso sbandierata.La sempre ribelle Rula Jebreal si venderà davvero per un piatto di lenticchie? La quarantacinquenne giornalista israelopalestinese, con passaporto italiano, sembra essersi fatta irretire da Matteo Renzi. L'ex premier le ha infatti promesso - 10 giorni fa, alla Leopolda - la candidatura al Parlamento Ue nelle elezioni 2019. Se andrà in porto, Rula rappresenterà a Strasburgo il Pd e, per li rami, l'Italia. L'annuncio ha sorpreso. Primo, non ci si aspettava la presenza della seducente polemista tv al convegno fiorentino. Nota per la gelosa indipendenza, si ignorava che Jebreal covasse simpatie renziane. Inoltre, la pensavamo ovunque tranne che dalle nostre parti. Le sue ultime parole qui da noi, già con la valigia in mano, erano state infatti: «Non torno più in Italia perché è un Paese razzista». Poi, come nulla fosse, è apparsa sul palco della Leopolda. Qui, Renzi, ormai show man a tempo pieno, l'ha intervistata. Con lui, Rula si è mostrata mite come non mai. A un certo punto ha detto: «Sento il dovere morale di dare qualcosa indietro a questo Paese che mi ha dato tanto». Chiunque avrebbe ribattuto: «È lo stesso Paese razzista con cui aveva rotto i ponti?». Renzi non lo ha fatto e Jebreal ha sorvolato. Così, il duetto ha preso la piega dell'operetta. «Ha mai pensato di entrare in politica?», le ha domandato Renzi con l'aria del demonietto tentatore. Lei ha sorriso mostrando una chiostra bianchissima, esaltata dalla pelle ambrata. Era un sì evidente, appassionato e muto, che dimostrava quanto l'italopalestinese possa, da zitta, essere più eloquente di quando rompe i timpani in tv. Al che Matteo ha chiuso il coretto, con un mezzo impegno: «E allora, visto che fra qualche mese si vota, cara Rula non finisce qui». Perciò, da ora, possiamo considerarla, non più un'opinionista indipendente ma una piddina a tutti gli effetti, addebitando al partito tutte le sue approssimative esagerazioni.sempre aggressiva Da tre lustri, Jebreal infuria nei talk show di qualsiasi canale con lo stile del Pierino so tutto. Se non sei della sua opinione, ti cannibalizza dicendo che ce l'hai con la sua pelle araba, con la sua religione musulmana, col suo sesso femminile, con la sua origine palestinese, con la sua storia di immigrata, con le sue idee globaliste, ecc. E se la contraddici - anche se non l'hai ancora fatto ma hai solo detto «però» - ti dà del nazista, fascista, razzista, sessista, segregazionista, femminicidiario, kukluxklanico, ecc. Con questo pedigree, dice di sé: «Ho sposato i valori occidentali della tolleranza».«non urlare, uomo bianco» Strapazza chiunque, senza distinzioni tra donne e uomini. Tempo fa, confrontandosi con Giorgia Meloni, Rula ha preso di petto Donald Trump, dicendo che il suo avvento è stata una «tragedia shakespeariana». Infatti, è «un segregazionista, legato al Ku klux klan, nostalgico della razza pura che ha resuscitato il nazionalsocialismo degli anni Trenta portatore di morte e distruzione». Meloni l'ha interrotta chiedendo se i 60 milioni di votanti per Trump fossero tutti dementi assatanati. Rula, infuriata perché ostacolava il suo «ragionamento» ha replicato: «Capisco che in una Paese come l'Italia che ha avuto il fascismo che ha portato morte e distruzione, le leggi razziali che hanno ucciso 6 milioni di ebrei, è duro guardare il mostro negli occhi…». «Quale mostro? Con chi ce l'ha questa…?», ha esclamato Meloni esterrefatta. Senza farla finire, Jebreal è scattata: «Mi rendo conto che è duro guardare una donna di colore come me, che è emigrata qui, che è diventata italiana. Certo, è duro. Mi rendo conto…». «Ma questa è matta», ha tagliato corto la leader di FdI. In un'altra trasmissione da Roma, si è scaldata sulla Brexit con Nicola Porro, giornalista e show man, collegato in diretta da Milano. Porro, che è una pasta d'uomo, ma non era d'accordo con Jebreal, nella foga ha puntato l'indice su di lei dal teleschermo milanese. «Non mi mettere il dito in faccia che è violenza», ha surrealmente intimato Rula, che era a 700 km di distanza. «Un uomo bianco che urla addosso a una donna come me, è sessista. Dietro il tuo urlo c'è l'idea della razza pura». Porro, sforzandosi di non reagire, è diventato paonazzo, fortunatamente senza conseguenze.non impara mai la lezione Ricordate la storia dell'uovo che colpì in luglio la discobola azzurra, Daisy Osakue, di origini nigeriane? La ragazza, che passeggiava di notte con un gruppo di amici a Moncalieri, periferia di Torino, si beccò in un occhio l'uovo lanciato da un'auto in corsa. Per 48 ore, la sinistra illuminista gridò al razzismo. Più informata degli altri, Jebreal twittò: «È stato un gruppo di neonazisti». Poi, se la prese con l'Italia salviniana «dove le minacce diventano ogni giorno più micidiali per quelli tra noi che non sono considerati razzialmente puri». È la stessa Italia che vuole rappresentare in Europa. L'epilogo è noto. Dopo 48 ore, si scopri che il lancio era opera di tre ventenni, che avevano già colpito 7 volte gruppi di soli bianchi. Dei paria, cui nessuno aveva badato. Tra i lanciatori, anziché i neonazisti, c'era Federico De Pascali, figlio di Roberto, consigliere comunale del Pd, il partito di Rula. Lei, però, zitta. Sua caratteristica, infatti, è mai imparare una lezione.educazione irredentista Figlia di un commerciante e imam della moschea sotto casa, la nostra Jebreal è nata ad Haifa in Israele. Orfana di mamma, con due sorelle, il babbo la mise piccina a convitto al Dar al Tifel. È il collegio arabo per eccellenza di Gerusalemme, nato per onorare i «martiri palestinesi». L'educazione è irredentista. Rula, incline come sappiamo al vittimismo, ha spesso parlato dei patimenti giovanili. «Ho vissuto sulla mia pelle», ha detto in un'intervista, «le quotidiane discriminazioni israeliane. Andavo a fare i documenti e me li tiravano sul tavolo. Qualunque ragazzo di 20 anni, con indosso la divisa, poteva fermarmi e umiliarmi». Terminato gli studi, vinse una borsa all'università di Bologna, per fisioterapia. Il fruttuoso incrocio col nostro suolo avvenne nel 1993. Aveva 20 anni. Mentre studiava la manipolazione degli arti, fu avvertita da un amico che il Resto del Carlino cercava un traduttore arabo. Entrata nel quotidiano felsineo, ne divenne cronista dopo un'inchiesta sullo spaccio di droga guidata da un pusher marocchino. «gnocca senza testa»Conobbe, Gad Lerner, che, colpito dall'avvenenza, la introdusse a La7. Divenuta un personaggio tv, Michele Santoro trasformò la fisioterapista nell'esperta mediorientale di Anno zero. Esplose come celebrità nazionale quando, in un fuori onda, un ospite in studio la definì «gnocca senza testa». Tra tanto daffare, riuscì anche, nell'ordine, ad avere una bimba da Davide Rivalta, artista; convivere con un imprenditore, conte Pietro Antisari Vittori e, con un continuo crescendo sociale, a intrecciare un grande amore con il regista Usa, Julian Schnabel, col quale si trasferì a New York. Nel 2013, la troviamo, sempre nella Grande Mela, sposata con un partito da favola: Arthur Altschul jr, figlio del comproprietario di Goldman Sachs. Nuovamente libera dal 2106, Rula è tornata stabilmente in Italia, ne sopporta stoicamente le discriminazioni, preparandosi a trasferire il suo calvario di profuga a Strasburgo a 25.000 euro il mese.
Il ministro della Salute Orazio Schillaci (Imagoeconomica)
Orazio Schillaci e Giuseppe Valditara (Ansa)