
Il sondaggio: il partitino arranca e l'ex premier cerca visibilità contro Matteo Salvini: «In tv il 15 o 17 ottobre». Gruppo al Senato col Psi.Italia più morta che viva: la scissione di Matteo Renzi non è apprezzata dagli elettori. È quanto risulta dal sondaggio realizzato da Emg Acqua e presentato ieri mattina ad Agorà, su Rai 3: se si votasse oggi, Italia viva racimolerebbe un misero 3,4%, meno della metà di Fdi e Fi. Un flop vero e proprio, che pur con tutte le cautele che impongono i sondaggi, e anche volendo concedere l'attenuante di aver appena fondato il suo movimento, coincide alla perfezione con la sensazione che anche tantissimi fedelissimi dell'ex Rottamatore hanno avuto al momento del colpo di scena, defilandosi con un cortese «no grazie»: Italia viva è una creatura nata in laboratorio, destinata a esaurire la sua funzione in Parlamento, senza alcun programma in grado di convincere gli italiani. Il sondaggio certifica il sorpasso di Matteo Salvini ai danni del premier Giuseppe Conte: è il leader della Lega il protagonista politico che riscuote la maggior fiducia degli italiani. Vediamo i numeri. Se si votasse oggi, la Lega sarebbe il primo partito, con il 33,1% dei voti: il Carroccio si mantiene ai livelli stratosferici delle elezioni europee dello scorso 26 maggio, segno che la decisione di staccare la spina al governo del cambiamento è stata apprezzata dalla totalità degli elettori leghisti. Nessuna flessione, nessun contraccolpo negativo per Salvini, che ha convinto i suoi sostenitori delle buone ragioni della sua scelta. Al secondo posto si piazza il Pd, con il 20,2%, in flessione di 2,8 punti rispetto a una settimana fa e di 2,5 punti rispetto alle europee. La scissione di Renzi ha dunque un effetto minimo sull'elettorato dem. Male il M5s, con il 18,5%, in leggero recupero (+1,5%) rispetto al tracollo delle europee ma comunque stazionario su percentuali disastrose rispetto al 32,7% delle politiche del 4 marzo 2018.Lusinghiero il 7,3% di Fratelli d'Italia, in crescita di un punto rispetto alle europee; il partito di Giorgia Meloni incassa il dividendo politico della coerenza con la quale porta avanti le sue battaglie, e supera, seppure solo di pochi decimali, Forza Italia, data al 7% rispetto all'8,8% del 26 maggio. Staccatissima Italia viva, al 3,4%, seguita da Più Europa col 2,7% e dalla Sinistra con il 2%.La rilevazione sull'indice di fiducia dei leader politici premia Matteo Salvini, che passa in testa alla classifica con il 40%, superando Giuseppe Conte, fermo al 39%. Seguono Giorgia Meloni al 29%, Luigi Di Maio al 28%, Nicola Zingaretti al 23%. Silvio Berlusconi, al 17%, è davanti a Matteo Renzi, fermo al 16%.Per quel che riguarda le valutazioni sulla scissione di Renzi, per il 45% degli elettori del Pd non avrà alcun effetto sul governo, mentre esattamente la stessa percentuale pensa che invece ci saranno ricadute. Per il 37% del totale degli elettori, la scissione indebolirà il Conte giallorosso; il 70% di chi vota per il M5s sostiene che non ci sarà alcun effetto, mentre per il 12% il governo sarà più debole. Per il 50% degli elettori della Lega,il governo sarà meno forte, per il 34% non cambierà nulla.Scetticismo dilagante sul tema dell'immigrazione: il 54% degli elettori pensa che il governo Pd-M5s-Leu-Iv non riuscirà ad ottenere un nuovo meccanismo di redistribuzione dei profughi in Europa, mentre per il 37% ci saranno novità positive su questo fronte. Infine, per il 52% degli elettori con il governo giallorosso il peso dell'Italia in Europa rimarrà lo stesso di prima, mentre il 33% professa ottimismo su questo versante.Matteo Renzi, dunque, ha assoluto bisogno di visibilità mediatica, e dunque gioca il tutto per tutto: ieri ha fatto sapere, attraverso la sua Enews, che il confronto tv con Matteo Salvini si farà: «Mi fa piacere», scrive Renzi, «che Salvini abbia accettato la proposta di confronto lanciata a Porta a Porta. Tra il 15 e il 17 ottobre, su Rai Uno, finalmente ci confronteremo con l'omonimo. Sarà divertente». Salvini conferma e rilancia: «Vuole sfidarmi in tv? Va bene ma sfidiamoci alle elezioni vere. Paura? Caro il mio ipocrita...». Divertente anche la soluzione escogitata da Renzi e dai suoi per dare vita a un gruppo autonomo a Palazzo Madama, e dunque di poter accedere ai relativi contributi pubblici: i 15 renziani saranno accolti dal Partito socialista italiano, che ha un unico senatore, Riccardo Nencini. Il nome del gruppo sarà «Partito socialista-Italia viva»: «È stato costituito», annunciano il segretario del Psi, Enzo Maraio, e lo stesso Nencini, «un nuovo gruppo al Senato: Partito Socialista-Italia Viva. Non è mai stata all'ordine del giorno la confluenza del Psi nel movimento che fonderà l'ex premier Matteo Renzi. Il Psi manterrà la sua autonomia politica e la propria identità. Il sostegno del Psi al governo giallorosso rimane responsabile e leale. Il gruppo parlamentare», aggiungono Maraio e Nencini, «avrà un taglio riformista che rafforzerà la nostra azione politica, nell'ottica dell'allargamento del campo del centrosinistra». I renziani iniziano la loro avventura centrista e liberista aggregandosi ai socialisti. Nel meraviglioso mondo di Matteo il saltimbanco, tutto è possibile.
Giovanni Pitruzzella (Ansa)
Il giudice della Consulta Giovanni Pitruzzella: «Non c’è un popolo europeo: la politica democratica resta ancorata alla dimensione nazionale. L’Unione deve prendere sul serio i problemi urgenti, anche quando urtano il pensiero dominante».
Due anni fa il professor Giovanni Pitruzzella, già presidente dell’Autorià garante della concorrenza e del mercato e membro della Corte di giustizia dell’Unione europea, è stato designato giudice della Corte costituzionale dal presidente della Repubblica. Ha accettato questo lungo colloquio con La Verità a margine di una lezione tenuta al convegno annuale dell’Associazione italiana dei costituzionalisti, dal titolo «Il problema della democrazia europea».
Ansa
Maurizio Marrone, assessore alla casa della Regione Piemonte in quota Fdi, ricorda che esiste una legge a tutela degli italiani nei bandi. Ma Avs la vuole disapplicare.
In Italia non è possibile dare più case agli italiani. Non appena qualcuno prova a farlo, subito si scatena una opposizione feroce, politici, avvocati, attivisti e media si mobilitano gridando alla discriminazione. Decisamente emblematico quello che sta avvenendo in Piemonte in queste ore. Una donna algerina sposata con un italiano si è vista negare una casa popolare perché non ha un lavoro regolare. Supportata dall’Asgi, associazione di avvocati di area sorosiana sempre in prima fila nelle battaglie pro immigrazione, la donna si è rivolta al tribunale di Torino che la ha dato ragione disapplicando la legge e ridandole la casa. Ora la palla passa alla Corte costituzionale, che dovrà decidere sulla legittimità delle norme abitative piemontesi.
Henry Winkler (Getty Images)
In onda dal 9 novembre su History Channel, la serie condotta da Henry Winkler riscopre con ironia le stranezze e gli errori del passato: giochi pericolosi, pubblicità assurde e invenzioni folli che mostrano quanto poco, in fondo, l’uomo sia cambiato.
Il tono è lontano da quello accademico che, di norma, definisce il documentario. Non perché manchi una parte di divulgazione o il tentativo di informare chi stia seduto a guardare, ma perché Una storia pericolosa (in onda dalle 21.30 di domenica 9 novembre su History Channel, ai canali 118 e 409 di Sky) riesce a trovare una sua leggerezza: un'ironia sottile, che permetta di guardare al passato senza eccessivo spirito critico, solo con lo sguardo e il disincanto di chi, oggi, abbia consapevolezze che all'epoca non potevano esistere.
Ansa
Gli obiettivi imposti sono rifiutati perché deleteri e insostenibili. Farebbero meglio a seguire i consigli di Bill Gates.
L’appuntamento è fisso e il corollario di allarmi sulla imminente fine del mondo arriva puntuale. Alla vigilia della Cop30 - la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima che si terrà a Belém, in Brasile, dal 10 al 21 novembre - il fronte allarmista globale ha rinnovato il coro catastrofico con la pubblicazione di due rapporti cruciali. L’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) ha diffuso il suo State of the Global Climate Update 2025, mentre l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha pubblicato il suo Climate Action Monitor 2025.






