2018-08-14
L’Italia chiude i porti alla nave Aquarius e la Spagna si divide
Il nostro governo alza un muro contro il natante delle Ong. Pedro Sànchez smentisce Barcellona: «Da noi non verranno».Fermati nove terroristi islamici su un barcone diretto verso di noi. Il gruppetto jihadista fermato in Tunisia mentre stava per imbarcarsi su un gommone per il nostro Paese. È l'ennesima conferma del legame tra gli sbarchi e il pericolo di attacchi, a lungo negato dalla sinistra.Lo speciale contiene due articoli«Può andare dove vuole, ma non in Italia!». Matteo Salvini, si sa, ha il pregio della chiarezza. E chiaro, in effetti, è il messaggio che il ministro dell'Interno ha mandato alla Aquarius, la nave di ricerca e soccorso di Sos Mediterranée e Medici senza frontiere che nel fine settimana ha raccolto 141 persone al largo del Mediterraneo da due diversi barconi. La metà delle persone a bordo, dicono le Ong, ha meno di 18 anni. Le due organizzazioni chiedono ai governi europei di «assegnare un luogo sicuro di sbarco più vicino possibile». Ma quel luogo sicuro non sarà in Italia. Sul punto, gli esponenti del governo sembrano irremovibili. «Proprietà tedesca, noleggiata da Ong francese, equipaggio straniero, in acque maltesi, battente bandiera di Gibilterra. Può andare dove vuole, ma non in Italia! Stop ai trafficanti di esseri umani e ai loro complici», scrive per l'appunto il titolare del Viminale sui social, ribadendo il concetto con due hashtag: #portichiusi e #cuoriaperti. Ma il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, è sulla stessa lunghezza d'onda. «L'Ong Aquarius è stata coordinata dalla Guardia costiera libica in area di loro responsabilità. La nave è ora in acque maltesi e batte bandiera Gibilterra. A questo punto il Regno Unito si assuma le sue responsabilità per la salvaguardia dei naufraghi», twitta l'esponente pentastellato.L'Aquarius, dal canto suo, annuncia: «Le autorità marittime maltesi e italiane ci hanno informato che non indicheranno alla Aquarius un porto sicuro per lo sbarco dei 141 sopravvissuti a bordo». I toni dell'organizzazione si fanno forti: «Tutti i Paesi europei si assumano le proprie responsabilità per trovare un porto sicuro per la nave umanitaria Aquarius, che ha salvato 141 persone venerdì. L'Aquarius è in posizione tra Malta e l'isola italiana di Lampedusa». Alla fine è Barcellona che si è offerta di accogliere l'imbarcazione, aprendo però, in questo modo, uno scontro col governo di Madrid. Il governo centrale ha infatti fatto sapere che «la Spagna non è il porto più sicuro secondo la legge», spiegano ai media fonti vicine all'esecutivo del «buonissimo» Pedro Sànchez. Fu proprio il premier socialista, come si ricorderà, a sbloccare la situazione a giugno, quando l'imbarcazione di Msf fu ancora una volta al centro di un contenzioso internazionale legato all'individuazione del porto sicuro di sbarco. Era una delle prime prove di forza del governo italiano sul tema della chiusura dei porti e Sànchez si materializzò come il vendicatore delle ragioni politicamente corrette. Ma, fanno notare da Madrid, la situazione è ora completamente diversa: Aquarius, allora, aveva a bordo 630 persone a fronte di una capacità di sole 550, bisognava fare presto, stavolta si tratta di 141 immigrati, non c'è alcuna emergenza umanitaria. Il gesto con cui Madrid si fece bella agli occhi dell'opinione pubblica progressista di mezzo mondo, quindi, è destinato, nei piani del governo iberico, a restare un'azione spot, un gesto di generosità una tantum. Di diventare il nuovo campo profughi d'Europa, la Spagna - che ha già i suoi problemi con le enclavi in territorio marocchino, puntualmente assaltate da gruppi di centinaia di immigrati per volta - non ha alcuna intenzione. I dati Frontex sono eloquenti: il numero di migranti arrivati in Italia a giugno attraverso la rotta centro mediterranea è crollato a 3.000 (-l'87% rispetto a giugno 2017). Al contrario, per la prima volta la rotta del Mediterraneo occidentale è la più frequentata, con il numero degli arrivi in Spagna schizzato a 6.400 (+166%). Anche se Madrid avrà molto da fare prima di riuscire a mettersi in paro con quanto fatto dall'Italia in questi anni. In questa fase confusa, ovviamente, si aprono i consueti spazi per politici locali in cerca di visibilità. È il caso di Luigi De Magistris, che si è detto disponibile ad accogliere la nave Aquarius. «Noi ribadiamo con forza la nostra disponibilità ad accoglierli, in questa settimana di Ferragosto, proprio quando molti governanti sono in vacanza, noi siamo pronti sempre e sarò in prima fila ad abbracciarli nel porto di Napoli. L'Aquarius si avvicini verso il nostro porto perché, qualora non li facessero sbarcare, saremmo noi stessi ad andarli a prendere in mezzo al mare, come è giusto che sia dinanzi a persone che stanno rischiando di morire perché c'è chi vuole mostrarsi forte coi deboli, solamente per puro calcolo di opportunismo politico». A Napoli, del resto, altri problemi non ce ne sono, quindi perché non spartire tanto buon governo con chi viene dall'altra parte del mondo? Adriano Scianca<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/litalia-chiude-i-porti-alla-nave-aquarius-e-la-spagna-si-divide-2595570995.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="fermati-nove-terroristi-islamici-su-un-barcone-diretto-verso-di-noi" data-post-id="2595570995" data-published-at="1758046179" data-use-pagination="False"> Fermati nove terroristi islamici su un barcone diretto verso di noi Immigrazione e terrorismo, jihad e barconi: per troppo tempo la sinistra si è trincerata dietro il negazionismo più assoluto. Nessun combattente dell'Isis, ci dicevano, è mai arrivato insieme ai disperati che, anzi, la guerra e il fanatismo lo stanno fuggendo. La realtà, come al solito, si è incaricata di fare giustizia. L'ultima conferma è arrivata ieri. Le autorità tunisine, infatti, hanno bloccato nove terroristi islamici mentre stavano per salire su un barcone diretto verso l'Italia. I nove miliziani che tentavano di imbarcarsi su un gommone per raggiungere il nostro Paese erano parte di un gruppo di 15 persone. Il natante è stato poi intercettato dalla Guardia costiera e dalla squadra dell'antiterrorismo di Biserta, nel nord della Tunisia. I nove, di età compresa tra i 21 e i 39 anni, sono stati consegnati all'Unità della Guardia nazionale che indaga su crimini di terrorismo per approfondire i loro interrogatori. Fossero riusciti a passare, chissà, magari sarebbero finiti sulla nave di qualche Ong, che ci avrebbe poi convinto della necessità morale di accoglierli, sfamarli e magari dar loro la cittadinanza. Da tempo, del resto, le autorità lanciano l'allarme sui cosiddetti «sbarchi fantasma»: viaggi diversi dagli altri, provenienti spesso proprio dalla Tunisia, in cui i migranti non rischiano la vita, arrivano di soppiatto e poi, appena toccato il suolo italiano, spariscono nel nulla, aiutati da una rete di complici in loco.. L'ideale, per chi ha qualcosa da nascondere o qualche piano non esattamente lecito in testa. Una prassi, soprattutto, che testimonia l'esistenza di vere e proprie strutture in grado di dare supporto a questa gente. In alcuni casi si tratta di «semplici», si fa per dire, delinquenti comuni (del resto sappiamo come la Tunisia ami liberarsi di ex galeotti spedendoli a noi). In altri casi, come quello di ieri, si tratta di qualcosa di peggio. Terroristi, appunto. Che i miliziani della jihad arrivino sui barconi dalla Tunisia, del resto, è molto più che una congettura o una novità delle ultime ore. Basti ricordare che Anis Amri, il terrorista responsabile dell'attentato di Berlino del 19 dicembre 2016, costato la vita a 12 persone, era proprio un tunisino ed era arrivato in Italia, prima di raggiungere la Germania, esattamente su un barcone. A proposito di Germania, gioverà ricordare che solo poche settimane il Bundesamt für Verfassungsschutz, ovvero l'Ufficio federale della protezione della Costituzione, posto sotto l'autorità del ministro federale degli Interni, ha redatto un rapporto molto allarmato circa la diffusione dell'estremismo religioso nel Paese, aggiungendo proprio che «l'Isis utilizza in maniera specifica le tratte dei migranti per introdurre illegalmente i suoi agenti in Europa e al tempo stesso fa proselitismo in Germania per trovare rifugiati che compiano attentati terroristici. I quattro attacchi a matrice islamica in Germania nel 2016 (Wurzburg, Ansbach e Berlino) e nel 2017 (Amburgo) sono stati commessi da richiedenti asilo». Inoltre, «in Germania c'è da aspettarsi che arriveranno in mezzo ai migranti nuovi membri, sostenitori e simpatizzanti degli estremisti e delle organizzazioni terroristiche. Le autorità impegnate nella sicurezza monitorano membri di movimenti e organizzazioni di estremisti in Germania che stanno cercando di mettersi in contatto con i migranti per convincerli a prendere parte nella loro missione. D'altro canto ci sono anche migranti che si sono radicalizzati da soli - cosa che spesso accade in un breve lasso di tempo - e che decidono autonomamente di prendere parte in queste associazioni una volta arrivati in Germania. C'è una cooperazione nazionale e internazionale molto stretta tra le autorità impegnate nella sicurezza per gestire i rischi di coloro che entrano illegalmente in Europa insieme ai migranti». Persino l'ex ministro Marco Minniti, a lungo scettico sull'argomento, aveva dovuto ammettere, nell'ultima fase del suo incarico al Viminale, che i jihadisti sui barconi c'erano, eccome. Ieri ne abbiamo avuto l'ultima dimostrazione, fortunatamente bloccata in tempo. Stavolta. Fabrizio La Rocca
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.