2019-06-18
L’Iran è l’ultimo fallimento della Mogherini
Teheran ricatta l'Ue: «Aumenteremo oltre il limite l'arricchimento dell'uranio». Lady Pesc, che a novembre lascerà l'incarico, può vantare ben pochi successi. Ma il flop più grande è proprio l'accordo sul nucleare voluto da lei e da Barack Obama e sconfessato da Donald Trump.Che avesse ragione, almeno in questo caso, Matteo Renzi? Nel libro Un'altra strada, pubblicato a febbraio con Marsilio, l'ex premier descriveva l'impatto sulla politica estera di Federica Mogherini, che lui stesso impose nel 2014 a capo della diplomazia europea, come «prossimo allo zero». Dalla mediazione fallita con la Russia all'irrilevanza sui dossier Venezuela e Libia, dal flop della difesa comune fino l'immobilismo davanti alla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, Lady Pesc, che a novembre lascerà l'incarico, può vantare ben pochi successi. Ma il flop più grande è senza dubbio quello che riguarda l'Iran, che ieri ha annunciato che entro dieci giorni supererà il limite delle riserve di uranio a basso arricchimento consentiti dall'accordo sul nucleare del 2015, tanto voluto dalla Mogherini e dall'allora presidente statunitense Barack Obama, e da cui l'attuale inquilino della Casa Bianca, Donald Trump, è uscito un anno fa. «Abbiamo quadruplicato il ritmo di arricchimento», ha detto il portavoce della Agenzia iraniana per l'energia atomica, Behrouz Kamalvandi: «In dieci giorni supereremo il limite consentito. Ma c'è ancora tempo, se i Paesi europei agiscono». E con il ricatto di Teheran, da ieri è iniziato il conto alla rovescia: entro il 27 giugno «la nostra produzione di uranio supererà il limite di 300 chili», ha spiegato Kamalvandi, aggiungendo anche che il regime potrebbe tornare ad arricchire il proprio uranio fino al 20% «in base alle esigenze del Paese». Lo scorso 8 maggio, un anno dopo il ritiro Usa, il presidente iraniano Hassan Rohani aveva dato ai Paesi firmatari (Regno Unito, Francia, Germania, Cina e Russia) 60 giorni per proteggere gli scambi con l'Iran. Ma l'amministrazione statunitense sta studiando nuove sanzioni contro Teheran, questa volta per colpire chi utilizza Instex (il sistema creato da Francia, Regno Unito e Germania per garantire i pagamenti non in dollari legati alle esportazioni e importazioni iraniane). Così gli sforzi europei sono stati giudicati insufficienti da Teheran, che già a maggio aveva deciso di sospendere la cessione all'estero dell'eccedenza di 300 chilogrammi di uranio arricchito al 3,67% e di 130 tonnellate di acqua pesante. Ieri Rohani ha lanciato il suo ultimatum: «L'Ue ha un tempo limitato per adempiere ai suoi obblighi nel quadro dell'accordo sul nucleare, ed è meglio che si assuma le sue responsabilità nel poco tempo rimanente, altrimenti l'intesa crollerà». C'è tempo fino al 7 luglio prossimo, quando i ministri degli Esteri Ue si riuniranno in Lussemburgo.La scelta iraniana arriva a pochi giorni dalle tensioni nel Golfo dell'Oman causate, secondo Washington (che sta valutando l'invio di ulteriori truppe in Medio Oriente), proprio da Teheran. Intanto, il Regno Unito, che ha già inviato un distaccamento dei Marines nella base navale in Bahrein come rivelato dal Times, si è detto «pronto a tutte le opzioni necessarie» nel caso in cui il regime non rispettasse gli impegni nucleari. Ha minacciato nuove sanzioni il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Nulla di cui preoccuparsi, invece, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, che ha citato le recenti ispezioni dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (contestate da Washington e Gerusalemme) per spiegare che «l'Iran sta assolvendo appieno i suoi obblighi».Il passo indietro di Teheran sancisce il fallimento di Mogherini e compagni. Che pur le hanno provate tutte. Dopo lo scandalo Obamagate (nel 2017 Politico rivelò come l'amministrazione Obama avesse bloccato le indagini sui traffici illeciti di Hezbollah per non compromettere l'accordo sul nucleare iraniano), negli scorsi giorni il quotidiano britannico Telegraph ha spiegato come nel 2015 fu trovato esplosivo a Londra appartenente al gruppo sciita libanese dai servizi segreti ma la notizia non fu diffusa perché era stato appena firmato il patto nucleare con l'Iran, alleato proprio di Hezbollah.E l'Italia, a cui Il 22 aprile l'amministrazione statunitense ha deciso di non rinnovare le esenzioni concesse? Il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini da Washington si è allineato a Trump: «Sono contento che l'Italia abbia già da tempo allentato le sue relazioni economiche». E ancora: «Un Paese che nel 2019 vuole cancellare dalla faccia della terra un altro Paese come Israele non ha diritto di parola». Ma, anche su questo dossier, il governo non è concorde. Tra Iran e Usa c'è uno spazio per la pace, ha infatti detto il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi. Il tutto, mentre è da pochi giorni a Teheran il nostro nuovo ambasciatore, Giuseppe Perrone.