2020-05-11
L’ipocrisia dei giallorossi: festeggiano le mamme dopo averle abbandonate
Sparito l'assegno universale promesso da Elena Bonetti. Con le scuole chiuse, le donne hanno dovuto badare a figli e lavoro: per le istituzioni la priorità era l'utero in affitto.A queste donne Conte ha dedicato il suo «pensiero e ringraziamento più sincero». È un vero peccato che le mamme non possano ricambiare con ringraziamenti altrettanto sentiti.Nel giorno della festa della mamma, purtroppo, abbiamo avuto la prova di quanto questo Stato e questo governo sviliscano le madri, tanto da far pensare che le detestino. Sembra che in Italia, soprattutto a livello mediatico, si debba parlare di donne solo se sono vittime di violenza fra le mura domestiche, intrappolate nella «famiglia patriarcale» che si rivela «il peggiore degli inferni» (come scriveva ieri sulla Stampa Michela Murgia). Oppure se sono vittime di altre «discriminazioni» vere o presunte (tipo essere in minoranze nelle task force).Qui, però, c'è almeno un'altra violenza da tenere in considerazione: quella delle istituzioni verso le donne comuni, quelle che magari nella famiglia tradizionale si trovano bene, che hanno figli e vorrebbero poterli crescere decentemente. Su 100 donne occupate con almeno un figlio sotto i 15 anni, ben 74 hanno continuato a lavorare ininterrottamente dall'inizio dell'emergenza. Tantissime di loro, con le scuole chiuse, hanno dovuto occuparsi - oltre che della professione - pure dei figli. Altre a lavorare non hanno potuto andarci, e si sono trovate in difficoltà economiche. Altre ancora vorrebbero riprendere, ma non sanno come gestire i bambini a casa. Per tutte loro di sicurezze non ce ne sono.«I bonus baby sitter, i congedi di 15 giorni prorogati a metà paga e già finiti per troppi non sono sufficienti, non possono garantire un ritorno al lavoro di entrambi i genitori in una famiglia». Lo ha scritto l'Espresso, non certo un pericoloso giornale sovranista nemico del governo. Cercare soluzioni a tutti questi problemi nelle centinaia di pagine del decreto Rilancio serve soltanto a farsi venire i sangue amaro. «Su un totale di 500 pagine», dice Jacopo Coghe di ProVita e Famiglia, «la parola famiglia ricorre solo 5 volte». Già, perché pensare alle mamme significa pensare alle famiglie, ma nel decreto gli aiuti sanno di presa in giro. Parliamo di 150 milioni di euro per la disabilità divisi in tre fondi, più 150 milioni da dare ai Comuni per centri estivi e «contrasto alla povertà educativa». Inoltre sono previsti mini bonus da 500 euro più altri 500 per i collaboratori domestici, fra cui si suppone rientrino anche le babysitter. Tutto qui. I famosi assegni universali di cui il ministro della Famiglia, Elena Bonetti, ha tanto fantasticato, sono scomparsi dalla scena. Questo è l'aiuto che viene dato alle care mamme italiane?Dice bene Giorgia Meloni: «Ripartono alcune attività produttive, ma nessuno - tra governo, task force e decine di consulenti vari - che abbia previsto per le mamme lavoratrici strumenti adeguati che consentano loro di poter tornare al lavoro tranquillamente. Si parla tanto di diritti delle donne, eppure le mamme continuano a rimanere una categoria dimenticata da tutti». Anche volendo, darle torto è difficile.Ci sarebbe bisogno di riaprire asili nido e scuole materne, come ha fatto la Regione Veneto, oppure bisognerebbe mettere in campo risorse cospicue per consentire alle donne (e anche ai papà, perché no) di conciliare famiglia e lavoro. Lorenzo Fontana, europarlamentare leghista ed ex ministro della Famiglia, fa notare che questo è il momento di «sostenere i genitori e i progetti di conciliazione lavoro-famiglia, soprattutto in un momento in cui, lo ricordiamo, i figli sono costretti a casa per la chiusura delle scuole. Alla luce di tutto questo», continua Fontana, «spiace constatare che il fondo per la famiglia che, al governo, avevo voluto (come fondo strutturale per ogni annualità), e che avevo scelto di utilizzare in larga parte per finanziare un bando di decine di milioni di euro proprio per il sostegno e il rilancio del welfare aziendale, sia stato decurtato di 30 milioni di euro da questo esecutivo». Saluti alle mamme, ma soprattutto tanti saluti ai soldi che avrebbero dovuto sostenerle.In fondo non stupisce. Il disinteresse per le madri è cosa antica, era forte già prima del covid. Giusto per citare un particolare: ancora alla fine di aprile le istituzioni erano impegnate a discutere sulla legittimità di una pratica barbara come l'utero in affitto, che vessa e umilia la figura materna. La Corte di Cassazione ha di nuovo cercato di aprire uno spiraglio sul tema, chiamando in causa la Consulta. E dire che, in questi giorni drammatici, stanno emergendo tutti i disastri causati dalla surrogazione. In Ucraina ci sono decine di madri in affitto i cui contratti per la consegna dei bambini sono saltati a causa del virus. Carlo Giovanardi di Idea ha lanciato una splendida proposta: quei piccoli siano subito dati in adozione, se non direttamente in Ucraina almeno tramite la adozione internazionale. Sarebbe un gesto meraviglioso. Ma poi viene da chiedersi: chi eventualmente adottasse uno di quei bimbi come farebbe a mantenerlo? Con la grottesca elemosina governativa?Forse qui qualcuno ha capito male: «festa della mamma» non vuol dire fare la festa alle mamme.
Ecco #DimmiLaVerità del 14 ottobre 2025. Ospite Alessandro Rico. L'argomento di oggi è: " Il successo di Donald Trump in Medio Oriente".
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa del 7 ottobre con Carlo Cambi