2020-06-01
Riccardo Molinari: «Altro che fondi Ue, la svolta è votare»
Il capogruppo leghista alla Camera: «Domani in piazza distanziati contro un governo che si è "distanziato" troppo dalle imprese. Le tasse poteva abbassarle Conte, i miliardi dell'Europa ce ne imporranno di nuove».Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera dei deputati, il Palamara-virus è un caso isolato o si rischia un'epidemia anche nella giustizia italiana? «Sicuramente questo virus ha contagiato il Consiglio superiore della magistratura, che rischia di non essere più in grado di funzionare. Non so quanto sia ampio il contagio, ma sicuramente il sistema della giustizia ne esce danneggiato. I primi ad essere arrabbiati dovrebbero essere i tanti magistrati, e sono la stragrande maggioranza, che non prendono ordini politici. E che non si agganciano a una corrente politica per fare carriera. Per questo continuiamo e continueremo a riporre grande fiducia nella saggezza del presidente Mattarella».Il Quirinale ha parlato di «inammissibile commistione tra politici e magistrati», ha espresso «grave sconcerto» per quanto emerge dalle intercettazioni. Non le basta?«Ottimo il messaggio del capo dello Stato. Adesso ci aspettiamo che, con tutto il peso della sua autorevolezza, unisca le Camere per una riforma condivisa del Csm. Mattarella non può lasciare la riforma in mano a Bonafede: mi vengono i brividi al solo pensiero». Ma spetta al Parlamento riscrivere le regole.«Sì, ma una riforma seria va portata avanti con l'avallo del Quirinale, che può fornire anche delle linee guida, essendo a capo dello stesso Csm. Insomma, il presidente deve avere voce in capitolo. Ripeto, dal solo governo non ci aspettiamo nulla di buono. E il Pd, del resto, è in grave imbarazzo per la vicenda Legnini». Su quali basi rifondare il Csm? Pensa si possano sorteggiare i componenti? «È una riforma che non si può fare con un decreto spot. Il sorteggio può garantire il superamento delle correnti, ma va comunque assicurato un elemento di competenza. Non dev'essere una riforma punitiva, o percepita come tale: la magistratura non è quella che emerge dalle intercettazioni».L'obiettivo è eliminare le contrade politiche tra le toghe? «Se le correnti si confrontano sugli orientamenti giuridici, possono essere un valore, come ogni forma di associazionismo. Ma se pretendono di accordarsi sulla carriera di questo o quello, degenerano. Più che sul correntismo, occorre intervenire sui meccanismi di avanzamento di carriera dei magistrati». E come? «Le ultime inchieste ci dimostrano che il metodo dell'autonomia della magistratura tramite Csm non funziona. Forse anche un controllo dell'autorità politica su alcune progressioni di carriera potrebbe essere una soluzione: il Csm potrebbe avvalersi di una commissione esterna formata da tecnici con competenze giuridiche, che valutino nel merito». Non si rischia un'ingerenza governativa sull'autonomia delle toghe? «Prendiamo l'obbligatorietà dell'azione penale, che andrebbe abolita: è un concetto che esiste solo in Italia. Negli altri Paesi democratici è il Parlamento che fornisce le priorità sui reati da perseguire per mantenere salvo il principio di autonomia e separazione dei poteri. L'autonomia totale della magistratura sfocia nella discrezionalità: siamo fuori da un sistema liberale. È davvero una situazione che fa paura». Intende dire che teme per la salute della democrazia?«Quando si viene a sapere che c'era un piano per attaccare politicamente e far saltare il ministro degli Interni, cioè il responsabile della sicurezza di un Paese, nonché il capo del più grande partito italiano, allora sì: siamo al limite dell'eversione. Siamo di fronte a un potere dello Stato che sta travolgendo gli altri». Intanto sulla vicenda Open arms Matteo Salvini è stato «salvato» da Matteo Renzi nel voto in commissione. «Ormai abbiamo un concetto di giustizia così degradato che ci aspettiamo che uno di centrosinistra mandi in galera uno di centrodestra. In un Paese normale non funziona così. Il voto su un processo si basa sulle carte, e se Italia viva ha valutato che Salvini agisse nella legalità, dov'è il caso di Stato?».L'ex pm Carlo Nordio dice che incriminare Salvini sulla Open arms sarebbe come incriminare Giuseppe Conte per averci sequestrato per tre mesi. «Ma con una differenza: Salvini ha agito sulla base del decreto sicurezza, una legge dello Stato. Conte ci ha blindato tramite Dpcm, senza copertura di legge e senza il vaglio del Parlamento e del Quirinale. Forse erano tutti troppo impegnati a cantare dai balconi per accorgersene».Quindi, il lockdown è illegittimo? «Sì, ma comunque la politica non si fa nei tribunali: la mia arringa contro Conte l'ho già fatta in Parlamento. Saranno i cittadini a incriminarlo, quando andranno a votare». A proposito di voto: una pattuglia di governatori spinge per anticipare le elezioni regionali. Con una seconda ondata di Covid, si rischia di non votare più? «Il decreto sulle elezioni è fermo alla Camera, ci siamo presi ancora una settimana, sperando in un'intesa. Se si riaprono i confini si potrebbe votare anche d'estate. Se invece si va a settembre, meglio fissarle alla fine del mese: dateci almeno il tempo di fare la campagna elettorale». Intanto la Sardegna chiede un patentino di immunità ai lombardi per le vacanze estive: lei da che parte sta?«Da nordico, questa storia del patentino, come se ci fosse la dogana da attraversare per andare al mare, mi ha fatto un po' girare le scatole. Ma in realtà il governatore Christian Solinas ha fatto una proposta in buona fede che è stata strumentalizzata: credo che l'obiettivo sia semplicemente quello di garantire vacanze in sicurezza per tutti». In autunno ci saranno grandi sfide economiche da affrontare: il governatore della Banca d'Italia prevede un Pil in caduta fino al 13%. Il nuovo pacchetto europeo da 172 miliardi ci salverà?«Non mi sembra quella svolta salvifica che viene tanto sbandierata. Ammesso che la proposta della Commissione trovi l'unanimità dei governi, tutta la pratica inizierà a funzionare dal 2021. Intanto il governo Conte accederà o no al Mes?».82 miliardi a fondo perduto e 91 in prestito. Le pare poco? «Allargare il bilancio europeo è sicuramente un passo verso una maggiore solidarietà. Ma non stappiamo certo lo champagne. Sono soldi comunque vincolati a riforme europee, i cui contenuti non decideremo noi. E dove sta scritto che queste riforme siano nell'interesse del Paese? La famosa agenda green, per dirne una, è quella che sta smantellando l'industria dell'auto italiana a favore dell'elettrico». Insomma avere quei soldi sarà un percorso a ostacoli, per di più disseminato di trappole? «E non dimentichiamoci che il recovery fund è finanziato con maggiori contributi da parte degli Stati, cioè nuove tasse europee, soprattutto sui consumi». Una nuova eurotassa?«Sicuramente. L'integrazione europea dovrebbe passare anche dall'integrazione fiscale. Invece stiamo aumentando i contributi europei dell'Italia mentre l'Olanda continua a fare dumping sulle nostre imprese. Ripeto, ci sono aspetti positivi, ma in linea generale l'unico strumento davvero risolutivo è una Bce che implementi gli acquisti diretti dei titoli di Stato». E Luigi Di Maio, che ha proposto addirittura di abbassare le tasse con gli aiuti europei? «Di Maio non deve bussare alla porta di Bruxelles, ma a quella di Giuseppe Conte. Il decreto Rilancio era l'unica vera occasione per abbassare le tasse, ma è stata sprecata. Capisco le risorse per la cassa integrazione, a patto che i soldi arrivino davvero. Ma per il resto abbiamo distribuito i bonus per i monopattini». Cosa avrebbe preferito?«Potevano utilizzare quei denari per una revisione fiscale, almeno per le partite Iva. Anche per questo domani organizzeremo flash mob in tutta Italia: sono presidi simbolici, per via del divieto di manifestazione e dell'obbligo di distanziamento. Purtroppo il governo si è “distanziato" un po' troppo dalle imprese». Anche sulla pratica delle concessioni autostradali ad Atlantia avrebbe gradito scelte più tempestive? Cosa si aspetta dal ministro Paola De Micheli?«Sulla questione autostrade la cosa peggiore è non decidere. Sembra incredibile, ma la De Micheli riesce ad essere più immobile di Toninelli. Stiamo bloccando nell'incertezza milioni di investimenti sulla rete autostradale, che oggi è una groviera di cantieri che non finiscono mai». Se a settembre si mette male e il governo affonda, quali sono le alternative? È ancora in piedi l'idea di un esecutivo di unità nazionale?«Se il governo non tiene si va a votare. Non condivideremo responsabilità con chi ha fatto delle scelte sbagliate senza coinvolgerci».Si riproporrebbe il vecchio modello di centrodestra? La Lega sembra soffrire nei sondaggi in queste settimane… «La Lega sconta un po' il lockdown, perché siamo l'unico partito ancora basato sul contatto diretto con i cittadini, sul territorio. Detto questo, siamo stati per 20 anni tra il 4% e l'8%: se navigare al 27% è un disastro, ditemi dove devo firmare».
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)
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