2018-11-12
Crosetto: «All’Italia serve uno choc fiscale e con l'Ue bastone e carota»
Il coordinatore di Fdi: «Il reddito di cittadinanza premierà i fannulloni, sarebbe stato molto meglio tagliare le tasse. A Bruxelles prendiamo a calci gli eurocrati, però teniamoci buona la Bce».È il «gigante buono» di Fratelli d'Italia. Democristiano in gioventù, sottosegretario alla Difesa durante il governo Berlusconi IV, è stato uno dei pochi oppositori del fiscal compact nel 2011. Già dimessosi dagli incarichi politici nel 2014, Guido Crosetto è stato rieletto il 4 marzo scorso. Ma vorrebbe lasciare di nuovo Montecitorio.Onorevole Crosetto, intanto come sta? Dato il vizio di fumare, so che se l'è vista brutta più di una volta…«Combatto».Quante sigarette fuma?«Fumavo…».Ha smesso?«Sì, da quattro anni. Ne fumavo 100 al giorno».E da 100 è passato a zero? Come ha fatto?«Ho deciso e basta».Complimenti.«Sì, solo che da quando ho smesso sono peggiorato…».È per questo che voleva dimettersi da parlamentare di Fratelli d'Italia? «Motivi personali»…«È una scelta di vita: si può fare politica anche fuori dal Parlamento. E di questa scelta sono ancora convinto, tant'è che ho ripresentato le dimissioni».Quindi non c'entra niente il potenziale conflitto d'interessi tra la carica di deputato e la presidenza della federazione delle aziende italiane per l'aerospazio, la difesa e la sicurezza.«No. Ma con l'Aiad ho iniziato un percorso che voglio proseguire. Mi sento più utile al Paese così».Spiega a mia zia cosa fa questa Aiad?«Fa parte di Confindustria. Io ho realizzato il coordinamento delle campagne all'estero, che prima non c'era e ha funzionato benissimo, consentendoci di concludere ottimi contratti come quello per la fornitura di elicotteri in Qatar e di aerei in Kuwait».Però un conflitto d'interessi esisteva. Lei è stato sottosegretario alla Difesa, è parlamentare e fa il lobbista.«Mai stato un lobbista. Agivo nell'interesse del nostro Paese e delle sue esportazioni. Consideri che si tratta di un'attività particolare: le trattative sono sottoposte a preventiva autorizzazione dello Stato. E i clienti sono gli Stati. Quindi si lavora soprattutto a costruire rapporti bilaterali, non solo industriali ma anche politici e istituzionali».A un certo punto si era vociferato che potesse avere un incarico nel governo gialloblù. Poi Fdi è stato escluso dall'esecutivo.«Prima ancora dell'esclusione, avevo detto di non essere interessato».Su molti aspetti i programmi di Fdi e Lega sono simili.«Certo. Sta parlando con uno di quelli che ha scritto il programma del centrodestra».Quindi questo governo un po' le piace.«Ci sono aspetti positivi e altri negativi per il Paese».Quali sono quelli negativi?«L'abolizione della prescrizione: l'uccisione dell'ultimo scampolo di Stato di diritto».Altro?«L'interruzione delle grandi opere».E il reddito di cittadinanza?«Sono favorevole a combattere la povertà, non a premiare il fancazzismo».Ma il welfare tedesco funziona così.«Il modello tedesco ha causato il totale ribasso degli stipendi. E infatti è criticatissimo. Ormai è un cappio: non puoi più rifiutarti di prendere un lavoro, anche se ti danno solo 10 euro in più rispetto al sussidio statale. In Italia poi c'è un'aggravante».Cioè?«In Germania c'è abbondanza di offerte di lavoro. Qui no».Non teme che pian piano la Lega prosciughi i vostri voti?«Il mio approccio alla politica non si fonda su chi può prosciugare voti a chi, ma su chi può presentare proposte utili. Sono un romantico che si preoccupa delle idee».Però i voti servono.«Certo».E allora come la mettiamo?«Verrà il tempo in cui la serietà e il senso delle istituzioni verranno riconsiderati».Il centrodestra è morto?«No. Ma deve tornare a parlare al mondo del lavoro, degli artigiani, dell'industria, delle partite Iva, dei professionisti, anche dei dipendenti pubblici seri. A quel mondo che pensa che la politica non si faccia con i sondaggi o con i post su Twitter».Il suo partito ha detto che sosterrà il governo sui singoli provvedimenti. Sul dl Sicurezza, però, non avete votato la fiducia. Perché?«Per una questione tecnica».Ho già paura…«Gliela spiego semplicemente. Al Senato non ci sono voti distinti sul provvedimento e sulla fiducia. Alla Camera sì».E quindi?«E quindi al Senato non abbiamo potuto votare la fiducia al governo, visto che siamo all'opposizione. Alla Camera voteremo il provvedimento».E pensa che gli elettori capiranno questi tecnicismi? Che messaggio passerà?«Passerà il messaggio che daremo alla Camera, quando voteremo sì al provvedimento».Sull'immigrazione Matteo Salvini sta agendo bene?«Sì. Anche se noi sosteniamo il blocco navale».Quindi voi sareste anche più duri di lui.«Avremmo fatto qualcosa di diverso, ma sostanzialmente siamo in linea con Salvini».La manovra non le piace perché c'è troppo Movimento 5 stelle.«Non mi piace perché c'è troppo poco sviluppo. Per distribuire la ricchezza la devi prima creare. E la crei solo attraverso le imprese, che aggiungono tecnologia e know how alle materie prime».Avreste puntato sullo choc fiscale alla Donald Trump?«Sullo choc fiscale, sul taglio del cuneo fiscale, in generale sull'abbassamento delle imposte. Bisogna ampliare le misure di riduzione delle tasse a tutto il comparto produttivo. E poi non comprendiamo perché sono state eliminate cose intelligenti delle leggi di Bilancio precedenti».Ad esempio?«Il super ammortamento, che agevolava l'acquisto di beni strumentali nuovi per le imprese. E poi i fondi alla ricerca sono stati dimezzati».Pierre Moscovici dice che l'Unione europea è un condominio e noi dobbiamo rispettare le regole. «Moscovici si comporta come se lui fosse l'amministratore di un condominio, ma abitasse da un'altra parte, insieme a Francia e Germania. Noi, invece, come condomini abbiamo sempre pagato di più rispetto a quello che ricevevamo».Qualcuno però sostiene che Salvini, anziché puntare allo scontro aperto con gli eurocrati, avrebbe dovuto cercare il dialogo.«Servono bastone e carota. Lo scontro con una certa eurocrazia è una necessità di sopravvivenza. Ma poi bisogna tenere i piedi per terra, ricordando che abbiamo bisogno di qualcuno».Di chi?«Per esempio della Bce e del Quantitative easing. Ma ciò detto, questa Europa, se vuoi cambiarla, un po' a calci devi prenderla».Fdi è entrato nel gruppo dei Conservatori e riformisti europei. Che fine ha fatto l'internazionale populista lanciata da Steve Bannon, che è stato anche ad Atreju?«Bannon era venuto a raccontarci una sua idea, ma noi non abbiamo bisogno di ideologi. E non decidiamo la linea in base alle suggestioni che arrivano da Oltreoceano».Dopo le europee l'Ue si disgregherà?«No. Però credo che si debba riscoprire lo spirito originario dell'Europa. Lo dico sempre ai tedeschi: l'Unione nacque quando tutti i Paesi decisero di tagliare il 50% del debito della Germania. Loro si sono dimenticati cosa significhi far parte di una famiglia».Però nei Conservatori e riformisti ci sono anche i partiti di destra di Visegrád, che si oppongono alla redistribuzione dei migranti. Come facciamo a convincerli ad affrontare il problema degli sbarchi se loro si preoccupano solo dei movimenti secondari?«Dovremo far capire loro che il problema che oggi abbiamo noi, domani sarà di tutti. Presto avremo 2,4 miliardi di africani che si accalcheranno su quello che è il confine dell'Europa, non solo dell'Italia».Un'invasione.«Come quando crollò l'impero romano. Scavalcati i confini dell'Europa orientale, in un attimo i barbari arrivarono a Roma. Stavolta il movimento sarebbe in senso contrario, ma la sostanza è la stessa».Qual è la soluzione? «Intanto dovremmo trasmettere l'idea che non è facile arrivare in Europa. Il contrario del messaggio che è stato lanciato finora».E poi?«Far crescere l'Africa. Si ricorda i barconi dall'Albania? Quando quel Paese ha iniziato a crescere, loro sono tornati indietro. Anzi, ora sono gli italiani che vanno a investire lì. L'Africa invece viene soltanto sfruttata».Chi la sfrutta?«Pensi a Emmanuel Macron, il moralizzatore sull'immigrazione che è uno di quelli che contribuisce di più alla povertà dell'Africa».Quindi serve il famoso piano Marshall per l'Africa?«Lo chiami come vuole, ma il senso è quello».In politica estera è giusto che cerchiamo il sostegno di Trump? O lui vuole solo dividere l'Europa per controllarla meglio?«Dobbiamo imparare a comportarci come le altre nazioni: trattano bene tutti e cercano l'aiuto di chi serve».La chiamavano Realpolitik…«Be', Niccolò Machiavelli è nato in Italia…».