2021-08-23
L’ex sindaco dem: «Non sono sorpreso»
Quando Andrea Tolomelli era primo cittadino di Argelato per il Pd, notò stranezze: «Girava voce che degli autobus portassero gli stranieri a fare doppi voti». Poi è uscito dal partito: «Non denunciai per il bene del paese, ma che tristezza».Ieri La Verità ha dato conto dell'esistenza di alcune registrazioni, circolate fra gli iscritti al Pd in Emilia, le quali svelano quanto accaduto il 3 marzo del 2019 ad Argelato, Comune in Provincia di Bologna. Quel giorno i numeri dei votanti alle primarie nazionali sarebbero stati gonfiati ad arte. Secondo quanto emerge dai documenti, furono inserite nel conteggio 120 schede manipolate, che i vertici locali del Pd provvidero a ripartire percentualmente fra i due principali candidati alle primarie, ovvero Nicola Zingaretti e Maurizio Martina. Il terzo partecipante, Roberto Giachetti, fu invece trascurato. Nelle registrazioni le nostre fonti hanno riconosciuto le voci di Matteo Meogrossi, coordinatore della segreteria provinciale del Pd di Bologna; Claudia Muzic, sindaco pd di Argelato dal 2014; Manuela Bulla, allora segretario del circolo del Pd di Argelato Funo. I tre parlano di trovare un accordo con Laura Zoboli, segretario del circolo del Pd di Argelato, per far lievitare i dati dell'affluenza alle primarie, e fanno capire di averlo già fatto in passato. Abbiamo chiesto un'opinione sulla vicenda ad Andrea Tolomelli, che è stato sindaco di Argelato dal 2009 al 2014, cioè l'anno in cui ha lasciato il Partito democratico. Tolomelli è stato sconfitto alle primarie locali, per una manciata di voti, proprio da Claudia Muzic. Dopodiché si candidò ugualmente a sindaco con una lista civica, e arrivò secondo. «Io sono stato nel Partito democratico dal 2007 al 2014, e sono uscito perché sulle primarie avevo il sentore che qualcosa non funzionasse». E che cosa non funzionava?«Avevo questa sensazione sentendo che cosa diceva la gente in paese. Ad aggiungere sospetti c'era quello che avevano visto tanti miei collaboratori prima e durante le primarie. Però preferii non fare denunce: dopo le primarie ero ancora sindaco, avevo obblighi amministrativi a cui ottemperare e non me la sono sentita». Nel 2014 lei è stato sconfitto alle primarie da Claudia Muzic. È uscito dal Pd, e si è ricandidato a sindaco.«Mi sono ricandidato con una lista civica, in pochissimo tempo abbiamo organizzato una campagna elettorale e siamo arrivati a un passo dalla vittoria. Le primarie le abbiamo perse per 70 voti, le elezioni per 190 voti». Restiamo sulle primarie. Che sensazioni negative aveva in proposito?«Ripeto, sentivo che cosa diceva la gente in paese. E cioè che c'erano stranieri che non si sa bene in quale modo erano stati indirizzati a votare alle primarie e votavano nei due seggi di Argelato e Funo». Qui dobbiamo spiegare. Ad Argelato allora, come nel 2019, i circoli del Pd erano due: quello di Argelato e quello di Funo. In pratica questi stranieri votavano in entrambi?«Facevano il doppio voto». Quindi lo stesso straniero votava due volte, e non per lei immagino. «Votavano due volte, prima in un seggio e poi in nell'altro. Si spostavano con l'autobus, li vedevamo. Erano gruppi organizzati che si spostavano da Funo ad Argelato, c'è l'autobus che li collega. Non si muovevano autonomamente, erano gruppi organizzati. Ripeto, stiamo parlando delle primarie per le amministrative del 2014. Però le persone che c'erano allora sono le stesse che avete citato voi nell'articolo. E ci tengo a dirlo subito: io non nutro né rancore né altro verso di loro, sono tranquillissimo».Ma per quelle primarie non ci furono controlli interni?«In teoria era tutto registrato, ma non ci sono mai stati controlli dei registri a Funo e ad Argelato». Lei però decise di non sporgere denuncia o comunque di non approfondire.«Non feci nessuna denuncia, no. C'erano delle scadenze amministrative importanti, ad esempio la scadenza di una richiesta di un finanziamento, che poi è arrivato, di quasi 1 milione di euro per la ristrutturazione dell'oratorio di Argelato, che era stato danneggiato dal terremoto del 2012. Serviva una delibera, temevo che se avessi scatenato un polverone grosso mi sarebbero venuti a mancare i voti o mi sarei addirittura ritrovato defenestrato da sindaco prima ancora di portare la delibera in consiglio comunale. In pratica avrei privato la mia comunità dei fondi necessari per l'oratorio. Ero combattuto. Da una parte avevo dubbi concreti sullo svolgimento delle primarie, dall'altra dovevo portare a casa una delibera per avere quasi 1 milione di euro, che per il nostro paese era molto importante». E ha preferito lasciare perdere. Ma quando ha letto la notizia che abbiamo riportato che cosa ha pensato?«Ovviamente non sapevo e non so nulla di tutto ciò, se non quello che ho letto. Però è una notizia che non mi fa dire “cavoli sono sorpreso". Io con quelle persone non l'ho mai vista chiara. E infatti poi sono uscito dal Pd». Anche altri, negli anni seguenti, sono usciti dal Pd locale.«Nel 2019 avevo notato qualcosa. Anche durante la campagna elettorale, alcuni membri del partito che notoriamente mi erano avversi da anni, hanno iniziato a cercare un dialogo con me. Non ho mai capito bene per quale motivo. Dopo le amministrative alcune di queste persone si sono dimesse dalle cariche di partito. Avevo avuto il sentore che fosse successo qualcosa, sembrava che qualcosa non andasse. Ma erano sensazioni, niente di più».Adesso pensa che fossero sensazioni fondate?«Ora sinceramente, leggendo queste cose, provo soltanto tristezza».