2018-11-20
L'India cattura l'intermediario della presunta tangente Finmeccanica
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Christian Michel, manager britannico, coinvolto nell'inchiesta sulla maxi commessa da 560 milioni di euro per 12 elicotteri di AgustaWestland perde il ricorso alla Corte di cassazione di Dubai. Sarà estradato nelle carceri di Nuova Delhi. Chi lo conosce dice: «Rischia la vita per un processo politico». E la procura generale di Milano critica la sentenza di assoluzione di Giuseppe Orsi. «Costruita in buona parte con copia e incolla di quella del primo grado».«Michel era uomo di Orsi e cioè era quello che era stato nominato da Orsi per far tornare i soldi nelle tasche di Orsi stesso». Parlava così nel novembre del 2011 Lorenzo Borgogni, ex capo delle relazioni esterne di Finmeccanica, di fronte ai magistrati della procura di Napoli che lo interrogavano sulle presunte tangenti del nostro colosso della Difesa ora chiamata Leonardo. A distanza di quasi otto anni, dopo due gradi di giudizio in Italia e un'inchiesta aperta in India, l'inglese Christian Michel, presunto intermediario di una mazzetta da oltre 20 milioni di euro, fa ancora parlare di sé. Perché proprio ieri la corte di Dubai, negli Emirati Arabi, ha deciso in appello di concedere l'estradizione richiesta dalle autorità indiane, che lo accusano di riciclaggio di denaro, corruzione e frode in relazione all'accordo di acquisto di 12 elicotteri AgustaWestland (l'attuale divisione elicotteristica di Leonardo) per una commessa da 560 milioni di euro. La vicenda è quella che coinvolge l'ex amministratore delegato di Finmeccanica Giuseppe Orsi, è stata già affrontata in Italia da tre diversi gradi di giudizio, in una sentenza di primo grado Orsi e l'altro ex amministratore delegato Bruno Spagnolini sono stati assolti. In appello sono stati condannati, ma nell'appello bis, dovuto a un vizio di forma, sono stati di nuovo assolti. Ma appena due settimane fa la procura generale di Milano, insieme con l'agenzia delle entrate e il ministero della Difesa indiano hanno deciso di fare ricorso in Cassazione. Nel formulare la richiesta la procura generale scrive del rischio di «motivazione apparente» nell'assoluzione, perché «la sentenza» sarebbe «per buona parte costruita con copia e incolla di quella di primo grado e con note inserite a piacimento». Anzi, si parla di «citazioni indicate in modo confuso e contrario». Se in Italia si aspetta la decisione della Suprema corte, in India ora le autorità aspettano di interrogare Michel. Si tratta di un successo da parte del governo di Nuova Delhi, dopo che in questi anni due altri presunti intermediari, Guido Hascke e Carlo Gerosa, erano stati arrestati in Italia e poi rilasciati per mancanza di un accordo con il nostro Paese. A Dubai chi lo conosceva e lo frequentava teme per la vita del manager britannico, quando sarà portato nelle carceri di Nuova Dehli. Per l'avvocato di Michel, Bin Suwaidan, «il nome del mio cliente è stato falsamente e senza ragione sollevato in questo caso per costringerlo a testimoniare contro ex politici indiani, frutto della rivalità politica tra i vari partiti». Tutta la vicenda ruota infatti intorno alla presunta corruzione della famiglia Gandhi, il partito in questo momento all'opposizione del premier Nerendra Modi. La Corte di cassazione di Dubai ha respinto le due obiezioni presentate dagli avvocati di Michel e ha confermato la decisione della Corte d'appello di considerare la possibilità di estradarlo. La notizia è rilevante, perché da almeno due anni il Cbi (Central Bureau of investigation) sta cercando con mandati di arresto internazionale quelli che sono già stati processati in Italia. Da Haschke a Gerosa, fino appunto a Orsi e Spagnolini. Secondo l'accusa indiana, Michel sarebbe stato arruolato da AgustaWestland per influenzare politici, autorità militari e giornalisti, con l'obiettivo di far vincere la gara all'azienda italiana. «Il mio cliente ha una società con sede a Dubai» ha spiegato l'avvocato di Michel. «Nei documenti di estradizione, le accuse che sarebbero state commesse, presumevano che la compagnia del mio cliente fosse usata per riciclare denaro. Se questo è vero, allora non dovrebbe essere processato per quelle presunte accuse in India. Dovrebbe essere processato qui davanti ai tribunali degli Emirati Arabi Uniti. Pertanto, la Corte d'Appello avrebbe dovuto respingere la richiesta». Ma non c'è stato nulla da fare.
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)