2022-08-23
Assalto alla Meloni
Giorgia Meloni (Getty images)
In un solo giorno i giornali di area Pd (cioè la quasi totalità) l’hanno dipinta come fascista, razzista, omofoba, squadrista, nemica di obesi e anoressici, affossatrice dei conti pubblici, mezza mafiosa e violentatrice di donne. Ci si domanda perché non sia in galera. Mi è capitato qualche volta, nei mesi passati, di trovarmi nella stessa stanza assieme a Giorgia Meloni. Talvolta anche a distanza abbastanza ravvicinata. E non ha mai cercato di aggredirmi, mordermi o pugnalarmi, né ha tentato di infierire sugli altri presenti. Mi stupisce un po’, dunque, apprendere dalla lettura dei principali quotidiani che la presidente di Fratelli d’Italia sia quasi più pericolosa di un serial killer: una sorta di fiera assetata di sangue, priva di umanità e di rispetto per la vita umana, una satanassa a cui fa un baffo persino Ilsa la belva delle Ss. Se non ci credete, a farvi cambiare idea potrebbe bastare una rapidissima rassegna stampa. Grazie a Repubblica aumentare il debito pubblico e ci renderebbe ancora più schiavi dell’Europa. Inoltre imporrebbe a tutti, come spiega lo scrittore Paolo Di Paolo, «corse, sforzo muscolare e nerbate raddrizza-schiena da scuola militare». Non solo. Sempre tramite il più blasonato quotidiano progressista scopriamo che le liste del partito sono piene di fascisti, nostalgici di Italo Balbo e Rodolfo Graziani, addirittura temibili «negazionisti del diritto all’aborto» come Paolo Inselvini, che essendo nato nel 1994 ha sicuramente partecipato alla marcia su Roma e ammazzato qualche partigiano.Fin qui, le bazzecole. Il bello arriva quando si sfoglia La Stampa. Il titolone di prima pagina fa sapere alla nazione che Giorgia Meloni intende portare un «attacco ai diritti» e che «critica obesi e anoressici». Ma certo, non abbiamo dubbi che sia vero. Di sicuro Giorgia, quando non sa cosa fare, esce di casa e si aggira rabbiosa per le vie di Roma. Non appena vede un obeso, gli si lancia addosso e inizia a inveire: «Ciccione! Palla di lardo! Soffocati con questa fetta di mortadella!». Quando agli anoressici, siamo certi che la Meloni si periti di inseguirli senza tregua, lanciando loro manate di mezze maniche e rigatoni, così a sfregio.Dopo tutto, come chiarisce sempre La Stampa, la destra italiana ha «il vizio della caccia alle streghe». E se fosse il suo aspetto peggiore, ci sarebbe da festeggiare, perché secondo il quotidiano torinese quelli di Fratelli d’Italia fanno molto di peggio. Ad esempio, essi «evitano di fare i conti con il passato», e infatti «lo squadrismo è ancora attivo», o almeno così sostiene Roberto Jarach, presidente del Memoriale della Shoah. Sicuro: in giro è pieno di squadristi di Fdi, se ne vedono ovunque, e probabilmente questi brutti ceffi se ne vanno in giro proprio a menare gli anoressici e gli obesi di cui sopra. E pazienza se nel Partito democratico spuntano antisemiti come funghi: a preoccupare sono i soliti fascistoni. I quali, ovviamente, non fanno altro che girovagare per Predappio (ameno luogo di nascita del Duce) in cerca di cimeli grotteschi con cui imbottire le case della brava gente democratica. Già, perché i segugi della Stampa - noti ambientalisti che amano riciclare scoop - hanno scoperto che a Predappio si vendono souvenir mussoliniani, pensate un po’ che notiziona. E se ciò avviene è ovviamente colpa della candidata di centrodestra, la quale - una volta al potere - non mancherà di costringere tutti a comprare il grembiule da cucina con scritto «Credere, obbedire, grigliare».Sì, cari amici, non c’è quotidiano che non lo rimarchi: la sadica Meloni intende senz’altro riportare l’Italia al più cupo medioevo hollywoodiano. Domani grida che Giorgia ha scelto di portare avanti il «modello Marche», che prevederebbe il «no alla pillola e al gay pride». Al confronto, l’Arabia Saudita è un paradiso libertario. Inoltre, la perfida megera destrorsa ha messo in lista l’ex vicecapo della Polizia, Giuseppe Pecoraro, «l’ex prefetto che non vedeva la mafia a Roma», il che sembra suggerire una simpatia melonesca verso il crimine organizzato.Infine, come se tutto ciò non bastasse, c’è la storia dello stupro di Piacenza. Stando a ciò che raccontano i media italici, sembra che la responsabile sia la leader di Fdi in persona. Giorgia, dice ancora Domani, ha «scelto uno stupro come spot per le elezioni». Michela Murgia sulla Stampa ribadisce invece che la Meloni ha costretto la vittima «a rivivere lo stupro che ha subito». Il suo interesse - specifica Nadia Terranova sullo stesso giornale - «non era la violazione del corpo, ma il decoro delle città con l’individuazione squadrista del nemico». Infatti, aggiunge Mattia Feltri sull’Huffington Post, «anche Giorgia Meloni, come lo stupratore, usa una donna non consenziente per i suoi scopi».Ebbene, se ci basiamo sul ritratto che la stampa italiana ne ha tratteggiato (in un solo giorno!), dobbiamo pensare che Giorgia sia fascista, omofoba, nazista, squadrista, nemica di obesi e anoressici, razzista persino «più di Matteo Salvini», come certifica Francesco Merlo su Repubblica, aggiungendo che la signora «addolcisce l’infamia con un presunto femminismo accreditato dal peggio della sinistra che non riesce ancora a denunciare la sua “femminilità” come un’aggravante». E ancora, la Meloni è incapace, cattiva, è pronta consegnare l’Italia alla rovina economica, è mezza mafiosa e - ciliegina - è praticamente una stupratrice. Dunque mettiamola così: se questa donna è davvero come viene descritta, deve essere immediatamente arrestata e rinchiusa in una prigione di massima sicurezza, possibilmente nello spazio profondo, come nei peggiori film di fantascienza.L’altra possibilità è che Giorgia Meloni non sia affatto come la raccontano i giornali progressisti. In questo caso, però, una riflessione si impone. Sappiamo che il Pd ha rivendicato con gusto d’essere a favore delle devianze, in particolare delle dipendenze da alcol e droga. Ma qui siamo di fronte a qualcosa di più di un’ubriacatura; qui c’è di mezzo una patologia psichica, e anche piuttosto grave. Ogni giorno che Dio manda in terra dobbiamo leggere una sequela di deliri senza fine. Sulla carte e in tv non si assiste a discussioni politiche - magari anche ruvide - su argomenti pregnanti. No, per lo più volano insulti e falsità. Siamo alla manipolazione quotidiana, all’assalto quotidiano, talvolta portato a livelli parossistici. A volte viene persino da pensare che Enrico Letta stia facendo apposta, che le spari così tanto grosse per disgustare gli elettori a suon di balle e spingerli a scegliere la destra: sarebbe una spiegazione complottista, ma comunque più sensata della follia totale a cui ogni giorno siamo sottoposti.Della Meloni ciascuno può pensare quel che vuole. Di sicuro si può non votarla, e chiaramente è lecito persino detestarla. Ma davvero qualcuno può ritenere che metterla sullo stesso piano di uno stupratore sia accettabile? Davvero una persona di buonsenso può credere che il problema sia la condivisione di un video da parte della candidata di Fdi e non lo stupro commesso da un immigrato che avrebbe dovuto essere espulso? Davvero credete che Giorgia voglia rimettere in piedi il regime fascista, perseguitare i gay e gli obesi (e pure gli obesi gay) e rispedire le donne in cucina con lo strofinaccio? Beh, se sul serio pensate cose di questo tipo, allora - signore e signori - ci sentiamo di svelarvi una grande verità: Giorgia Meloni è davvero l’ultimo dei vostri problemi.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
Sempre più risparmiatori scelgono i Piani di accumulo del capitale in fondi scambiati in borsa per costruire un capitale con costi chiari e trasparenti. A differenza dei fondi tradizionali, dove le commissioni erodono i rendimenti, gli Etf offrono efficienza e diversificazione nel lungo periodo.
Il risparmio gestito non è più un lusso per pochi, ma una realtà accessibile a un numero crescente di investitori. In Europa si sta assistendo a una vera e propria rivoluzione, con milioni di risparmiatori che scelgono di investire attraverso i Piani di accumulo del capitale (Pac). Questi piani permettono di mettere da parte piccole somme di denaro a intervalli regolari e il Pac si sta affermando come uno strumento essenziale per chiunque voglia crearsi una "pensione di scorta" in modo semplice e trasparente, con costi chiari e sotto controllo.
«Oggi il risparmio gestito è alla portata di tutti, e i numeri lo dimostrano: in Europa, gli investitori privati detengono circa 266 miliardi di euro in etf. E si prevede che entro la fine del 2028 questa cifra supererà i 650 miliardi di euro», spiega Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie di investimento di SoldiExpert SCF. Questo dato conferma la fiducia crescente in strumenti come gli etf, che rappresentano l'ossatura perfetta per un PAC che ha visto in questi anni soprattutto dalla Germania il boom di questa formula. Si stima che quasi 11 milioni di piani di risparmio in Etf, con un volume di circa 17,6 miliardi di euro, siano già attivi, e si prevede che entro il 2028 si arriverà a 32 milioni di piani.
Uno degli aspetti più cruciali di un investimento a lungo termine è il costo. Spesso sottovalutato, può erodere gran parte dei rendimenti nel tempo. La scelta tra un fondo con costi elevati e un Etf a costi ridotti può fare la differenza tra il successo e il fallimento del proprio piano di accumulo.
«I nostri studi, e il buon senso, ci dicono che i costi contano. La maggior parte dei fondi comuni, infatti, fallisce nel battere il proprio indice di riferimento proprio a causa dei costi elevati. Siamo di fronte a una realtà dove oltre il 90% dei fondi tradizionali non riesce a superare i propri benchmark nel lungo periodo, a causa delle alte commissioni di gestione, che spesso superano il 2% annuo, oltre a costi di performance, ingresso e uscita», sottolinea Gaziano.
Gli Etf, al contrario, sono noti per la loro trasparenza e i costi di gestione (Ter) che spesso non superano lo 0,3% annuo. Per fare un esempio pratico che dimostra il potere dei costi, ipotizziamo di investire 200 euro al mese per 30 anni, con un rendimento annuo ipotizzato del 7%. Due gli scenari. Il primo (fondo con costi elevati): con un costo di gestione annuo del 2%, il capitale finale si aggirerebbe intorno ai 167.000 euro (al netto dei costi). Il secondo (etf a costi ridotti): Con una spesa dello 0,3%, il capitale finale supererebbe i 231.000 euro (al netto dei costi).
Una differenza di quasi 64.000 euro che dimostra in modo lampante come i costi incidano profondamente sul risultato finale del nostro Pac. «È fondamentale, quando si valuta un investimento, guardare non solo al rendimento potenziale, ma anche e soprattutto ai costi. È la variabile più facile da controllare», afferma Salvatore Gaziano.
Un altro vantaggio degli Etf è la loro naturale diversificazione. Un singolo etf può raggruppare centinaia o migliaia di titoli di diverse aziende, settori e Paesi, garantendo una ripartizione del rischio senza dover acquistare decine di strumenti diversi. Questo evita di concentrare il proprio capitale su settori «di moda» o troppo specifici, che possono essere molto volatili.
Per un Pac, che per sua natura è un investimento a lungo termine, è fondamentale investire in un paniere il più possibile ampio e diversificato, che non risenta dei cicli di mercato di un singolo settore o di un singolo Paese. Gli Etf globali, ad esempio, che replicano indici come l'Msci World, offrono proprio questa caratteristica, riducendo il rischio di entrare sul mercato "al momento sbagliato" e permettendo di beneficiare della crescita economica mondiale.
La crescente domanda di Pac in Etf ha spinto banche e broker a competere offrendo soluzioni sempre più convenienti. Oggi, è possibile costruire un piano di accumulo con commissioni di acquisto molto basse, o addirittura azzerate. Alcuni esempi? Directa: È stata pioniera in Italia offrendo un Pac automatico in Etf con zero costi di esecuzione su una vasta lista di strumenti convenzionati. È una soluzione ideale per chi vuole avere il pieno controllo e agire in autonomia. Fineco: Con il servizio Piano Replay, permette di creare un Pac su Etf con la possibilità di ribilanciamento automatico. L'offerta è particolarmente vantaggiosa per gli under 30, che possono usufruire del servizio gratuitamente. Moneyfarm: Ha recentemente lanciato il suo Pac in Etf automatico, che si aggiunge al servizio di gestione patrimoniale. Con versamenti a partire da 10 euro e commissioni di acquisto azzerate, si posiziona come una valida alternativa per chi cerca semplicità e automazione.
Ma sono sempre più numerose le banche e le piattaforme (Trade Republic, Scalable, Revolut…) che offrono la possibilità di sottoscrivere dei Pac in etf o comunque tutte consentono di negoziare gli etf e naturalmente un aspetto importante prima di sottoscrivere un pac è valutare i costi sia dello strumento sottostante che quelli diretti e indiretti come spese fisse o di negoziazione.
La scelta della piattaforma dipende dalle esigenze di ciascuno, ma il punto fermo rimane l'importanza di investire in strumenti diversificati e con costi contenuti. Per un investimento di lungo periodo, è fondamentale scegliere un paniere che non sia troppo tematico o «alla moda» secondo SoldiExpert SCF ma che rifletta una diversificazione ampia a livello di settori e Paesi. Questo è il miglior antidoto contro la volatilità e le mode del momento.
«Come consulenti finanziari indipendenti ovvero soggetti iscritti all’Albo Ocf (obbligatorio per chi in Italia fornisce consigli di investimento)», spiega Gaziano, «forniamo un’ampia consulenza senza conflitti di interesse (siamo pagati solo a parcella e non riceviamo commissioni sui prodotti o strumenti consigliati) a piccoli e grandi investitore e supportiamo i clienti nella scelta del Pac migliore a partire dalla scelta dell’intermediario e poi degli strumenti migliori o valutiamo se già sono stati attivati dei Pac magari in fondi di investimento se superano la valutazione costi-benefici».
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