2025-01-11
«Lascerò il segno come facevo in campo»
L’ex Pallone d’oro Luis Figo: «L’abbigliamento permette di esprimere la propria personalità. Quando giocavo in giro per il mondo ho avuto modo di osservare varie culture, che mi hanno ispirato. Voglio che il mio marchio porti idee, ma anche dei valori».La leggenda del calcio mondiale e Pallone d’Oro 2000, Luis Figo, entra nel mondo della moda con quella grinta e determinazione di una carriera leggendaria. Al Pitti a Firenze Luís Figo sarà presente insieme al suo amico, socio e fondatore Gandolfo Albanese, per condividere una storia di successi e passione che oggi si trasforma in un progetto moda innovativo: il brand di lusso maschile LF Luís Figo. Come nasce la passione per la moda? «È una cosa cresciuta nel tempo. Ho sempre avuto un grande interesse per lo stile e l’eleganza, anche durante la mia carriera sportiva. Credo che l’abbigliamento sia un modo per esprimere la propria personalità e lasciare un segno, esattamente come accade in campo, dove ognuno porta la propria unicità. Inoltre, viaggiando per il mondo, ho avuto la fortuna di osservare culture, tendenze e modi di interpretare la moda che mi hanno ispirato. Con il tempo, è nata in me l’idea di creare qualcosa di mio, un brand che fosse in grado di rappresentare non solo il mio stile personale, ma anche quei valori che ho sempre portato avanti: qualità, eleganza e autenticità». Quando è partito il brand? «LF Luís Figo è un nuovo brand appena nato, da un mio desiderio e da un’idea del mio caro amico e socio in questo progetto: Gandolfo Albanese. Lui è un imprenditore del mondo della moda, con esperienze in aziende importanti nel settore lusso, e ha fatto sì che la mia idea di creare un brand di moda unico e speciale si realizzasse. Io amo la moda e i prodotti di qualità, ed è venuto spontaneo pensare di creare una mia linea: una linea che parli di me, che sia esclusiva e di buon gusto. È stata una sfida emozionante, che ha richiesto tanto studio e dedizione, ma è anche un progetto che sento profondamente mio». Da dove trae ispirazione? «La mia carriera calcistica ha avuto un impatto enorme sulla persona che sono oggi, e questo si riflette sicuramente nel mio approccio alla moda. Nel calcio, come nella moda, la disciplina, la determinazione e l’attenzione ai dettagli sono fondamentali. La mia storia è fatta di sacrifici, successi e sfide che mi hanno insegnato a non accontentarmi mai, ma a puntare sempre a qualcosa di unico e straordinario. In questo progetto, ho voluto trasmettere proprio questi valori: l’impegno nel creare qualcosa di speciale, il rispetto per la qualità e il desiderio di distinguersi, senza mai perdere la propria autenticità. Ogni capo della collezione racconta questa filosofia: un’eleganza che non è solo apparenza, ma che deriva da una continua ricerca del meglio, proprio come è stato per la mia carriera nel calcio». Chi disegna la collezione? «È il frutto del lavoro di un team interno di designer altamente qualificati. Abbiamo un ufficio stile che lavora quotidianamente con passione e creatività per tradurre la nostra visione in capi che siano moderni, sofisticati e al passo con i tempi. Ogni dettaglio, dalle linee ai tessuti, viene studiato con cura per garantire qualità e coerenza con l’identità del brand. Ovviamente io sono coinvolto nel processo creativo: collaboro con il team, condivido idee e mi assicuro che ogni collezione rispecchi i miei valori e il mio senso estetico. È un lavoro di squadra, dove la mia esperienza incontra il talento di professionisti che sanno interpretare la moda in modo unico». I capi più rappresentativi? «Senza dubbio la giacca, un elemento iconico che incarna perfettamente la filosofia del nostro brand: eleganza senza tempo e attenzione ai dettagli. Ogni giacca è studiata per offrire una vestibilità impeccabile, grazie a linee pulite e tessuti di altissima qualità. Ma non ci fermiamo qui. Abbiamo voluto creare una collezione che fosse versatile, includendo capi pensati per diverse occasioni». I materiali? «Utilizziamo rigorosamente tessuti Made in Italy selezionati con estrema cura. Abbiamo scelto di lavorare solo con tessuti pregiati che garantiscono qualità, comfort e durata. Lane merino per capi sartoriali come giacche e pantaloni, cotoni di qualità superiore, maglieria realizzata in filati di cashmere, seta e misti lana. Le pelli utilizzate per cinture e dettagli sono conciate artigianalmente in Italia, con metodi tradizionali che rispettano l’ambiente». Dove avviene la produzione? «Tutta in Italia, una scelta consapevole e fondamentale per il nostro brand. Crediamo fermamente nel valore del Made in Italy, sinonimo di eccellenza, artigianalità e attenzione ai dettagli. Lavoriamo con laboratori artigianali e aziende storiche distribuite in diverse regioni italiane, ognuna specializzata in un aspetto specifico della produzione. Questa filiera completamente italiana non solo garantisce un prodotto di altissimo livello, ma ci permette anche di sostenere l’economia locale e valorizzare il savoir-faire unico che il nostro Paese può offrire». I mercati di maggiore espansione? «Lo sviluppo passa dai mercati Ue con particolare attenzione a Spagna Dach Benelux e Italia, ma con prossimi target Giappone e Korea. Le percentuali Italia estero sono al momento 50/50 con 80 doors nel mondo». Cosa c’è nel futuro di Luis Figo? «Vedo tante cose, ma soprattutto crescita e nuove opportunità. Voglio continuare a sviluppare il brand, portandolo a livelli sempre più alti e raggiungendo un pubblico internazionale. Naturalmente, il calcio rimane una parte importante della mia vita: attraverso la mia fondazione e altri progetti, voglio continuare a dare il mio contributo al mondo dello sport e ai giovani. Il futuro è pieno di possibilità, e io sono pronto ad affrontarlo con la stessa energia che ho sempre messo in campo».
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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