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Le lettere del ministro di Zaev alla Cina: dateci i vaccini, rischi tutti nostri

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Le lettere del ministro di Zaev alla Cina: dateci i vaccini, rischi tutti nostri
Zoran Zaev (Getty Images)

A oggi la Macedonia, ancora priva di una linea di approvvigionamento, conta più di 3.200 morti a causa del Covid-19 su una popolazione di due milioni di abitanti. In seguito all'analisi pubblicata ieri dalla Verità sulle modalità di ricerca sul mercato dei vaccini da parte del governo locale, il premier Zoran Zaev ha ammesso che l'anticipo pagato alla Cina per ricevere i prodotti della Sinopharm potrebbe essere stato restituito, e i vaccini mai consegnati, a causa dell'utilizzo di società straniere quali intermediari. La Verità è in possesso di lettere del ministro della Salute Venko Filipche che tirano in causa una società diversa da quelle presentate come interlocutrici dal premier macedone durante la sua conferenza stampa di ieri e che potrebbe rappresentare il motivo della mancata collaborazione da parte di Pechino.



Tuttavia, la lettera degna di nota per le democrazie occidentali e l'Alleanza Atlantica è quella datata 25 gennaio 2021 nella quale il ministro della Salute, contraddicendo la sua stessa missione istituzionale di cura delle vite dei cittadini e calpestando numerose convenzioni internazionali, dichiara di sollevare la Sinopharm, ovvero il regime cinese, da qualsiasi responsabilità sull'eventuale malfunzionamento del vaccino. È oramai chiaro che a dicembre la Cina ha ricevuto quasi in contemporanea la richiesta di vaccini dalla Macedonia e dal vicino Montenegro. Il fatto che solo la prima sia riuscita a vedersi consegnare il vaccino lascia intendere che con Skopje anche il regime comunista di Pechino fatica a trovare una modalità di cooperazione che lo ponga al riparo da eventuali critiche legate alla gestione della cosiddetta diplomazia sanitaria.

Quando opera l’assistente sociale, i piccoli siano affiancati da un perito
Il Tribunale dei minori de l'Aquila. Nel riquadro, la famiglia Trevallion Birmingham (Ansa)
Si faccia subito una legge: tra i bimbi e l’autorità ci vuole una figura scelta dai genitori.

Per quale motivo i bambini della famiglia nel bosco non torneranno a casa per Natale? Cominciamo a stabilire, senza tema di denunce per diffamazione, che nei casi conosciuti come il Forteto, la Bassa Modenese e Bibbiano è successo che assistenti sociali abbiano mentito. È successo anche che psicologi abbiano proiettato addosso ai bambini le loro teorie e li abbiano ingabbiati in una menzogna conducendo interrogatori in maniera non deontologica, così da ottenere informazioni false e creare false memorie. Ci sono stati guadagni enormi. Famiglie sono state distrutte, persone sono state spinte alla disperazione e al suicidio. Questi rischi esistono e sono stati dimostrati. Il disastro può avvenire per malafede, o perché ci si innamora tutti di una teoria. Ricordiamo sempre il caso giudiziario Tortora: tutti i magistrati si erano innamorati di una teoria e, attraverso il meccanismo della dissonanza cognitiva, hanno continuato nella loro tesi senza rendersi conto che non c’era nessuna prova contro l’imputato, salvo la parola di alcuni «testimoni», già condannati per innumerevoli reati. Ed Enzo Tortora aveva un avvocato! Figuriamoci se l’avvocato non c’è!

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I burocrati di un Paese devastato dai divorzi dividono un nucleo unito
La famiglia Trevallion-Birmingham (Ansa)
Una nazione le cui grandi città sono abitate per lo più da persone single invade un focolare felice. È il delirio di onnipotenza dello Stato moderno.

Forse è vero che gli Stati sono un po’ troppo invadenti. Per ora, l’intervento salvifico dello Stato italiano per salvare i tre bambini Trevaillon dagli orrori dei boschi e delle famiglie giramondo ha dimostrato soprattutto la distanza abissale tra le convinzioni e le pratiche dell’assistenza sociale italiana ai bambini e la realtà dei loro bisogni, delle loro attese, e delle loro risorse. L’irruzione salvifica della giustizia in una famiglia che è ancora felicemente unita in una nazione devastata dai divorzi, dagli omicidi tra i famigliari e da ogni tipo di disturbo e violenze tra di loro lascerebbe di stucco se non fosse che l’ultimo episodio di una situazione frequentissima, del resto appartenente alle fantasie di onnipotenza degli Stati moderni, con la loro ridicola pretesa della superiorità burocratica sui saperi e risorse della semplice persona umana e delle sue radici profonde e naturali.

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L’Anm fa pressioni sul tribunale. Pensa al referendum, non ai bambini
(Imagoeconomica)
Il presidente della sezione Abruzzo accusa l’esecutivo di strumentalizzare la famiglia nel bosco in vista delle urne, ma è lei a parlare di riforma e a pretendere l’intoccabilità delle toghe. Con il sostegno della sinistra.

Marika Bolognese, curatrice speciale dei bambini della cosiddetta famiglia del bosco, ha rilasciato al Corriere della Sera alcune dichiarazioni che fanno saltare sulla sedia. «I tre figli dei Trevallion sono bambini fantastici, rispettosi. Ma hanno delle difficoltà che non possono essere taciute», dice la signora. «Si tratta di bambini ben più maturi della loro età. Hanno maturato esperienze sul campo. Però quando la più grande di 8 anni ha difficoltà a scrivere correttamente il suo nome e cognome, non si può soprassedere».

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Una commissione farsa per i medici free vax
Orazio Schillaci (Ansa)
Il comitato voluto da Schillaci dovrà valutare in secondo grado se radiare definitivamente alcuni dottori che, sotto il Covid, avevano utilizzato protocolli alternativi. Ma la sentenza è scritta: saranno giudicati da coloro che li avevano già sospesi.

Il ministro della Salute ha messo in piedi un altro comitato che dovrà revocare. Dopo aver ceduto alle pressioni di chi non voleva due medici «no vax» all’interno del Nitag, il gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni, adesso Orazio Schillaci non può fingere che sia credibile un organo di giurisdizione speciale, con all’interno magistrati e medici «schierati» contro i dottori critici della gestione dell’emergenza Covid.

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