2024-04-16
Letta spegne le illusioni. Case green solo a spese nostre
Enrico Letta (Imagoecoomica)
L’ex premier smonta la narrazione mediatica: a Bruxelles non c’è Giuseppe Conte e adeguare gli immobili alla nuova direttiva non sarà gratis. Ogni famiglia dovrà sborsare circa 60.000 euro per appartamento.Sono tanti gli orfani del Superbonus e tutti sperano che la direttiva Green dell’Unione europea restituisca loro ciò che hanno perso, ovvero una montagna di quattrini. Ne ho avuto la prova l’altro giorno, partecipando all’assemblea del mio condominio. Dovendo discutere se fare o rinviare i lavori di manutenzione, molti inquilini esitavano a dare il via libera all’intervento. «Perché spendere ora di tasca nostra, quando domani sarà l’Europa a pagare le spese?», è stata la domanda ricorrente durante la riunione. Beh, spiace dirlo, ma costoro dovranno mettersi l’anima in pace, perché non ci sono né il 110 per cento né lo sconto in fattura dietro l’angolo. In altre parole, a Bruxelles non esiste un Giuseppe Conte che promette agli elettori di ristrutturare casa «gratuitamente», perché di gratis a questo mondo non c’è nulla e se c’è di solito nasconde una grossa fregatura. Nel caso dell’incentivo voluto dal governo giallorosso guidato dall’avvocato di Volturara Appula, il bidone è costituito da un boom della spesa pubblica e da un aumento del debito, che - ça va sans dire - verrà pagato nel futuro prossimo dai contribuenti. Per quanto riguarda la direttiva Ue, chiariamo subito che nessuno ha mai pensato che sia gratuita e se lo fosse sarebbe a carico dei portafogli di chi paga le tasse. I soldi la Ue non li ha, e per trovarli dovrebbe prelevarli dal bilancio comunitario, cioè dalle somme messe a disposizione dai singoli Stati. Vale a dire che si tratterebbe di una partita di giro: ogni Paese versa la sua quota per mantenere il baraccone di Bruxelles e questo, una volta preso ciò che serve per il suo mantenimento (e non è poco), distribuisce il resto secondo le politiche decise dai cervelloni dell’Unione. Ma da dove attingono i quattrini i singoli membri della Ue? Dalle tasche dei cittadini. Dunque, ammesso e non concesso che l’Europa voglia varare incentivi a favore della transizione energetica, a pagare saranno sempre gli stessi, ovvero i contribuenti. Tuttavia, io sono arcisicuro che ciò non accadrà e il motivo ai miei occhi è evidente. Primo. Gli italiani sono padroni a casa loro, nel senso che la maggior parte delle abitazioni, oltre a essere vecchie e spesso bisognose di manutenzione per migliorarne l’efficienza energetica, sono di proprietà. Si calcola che l’80 per cento delle famiglie sia titolare del tetto sotto cui vive. La nostra tuttavia è un’anomalia, perché altrove non accade. Tedeschi, francesi, spagnoli non hanno la nostra abitudine di investire nel mattone. Immagino quindi che i nostri simpatici partner europei si opporranno a una misura che sostenga gli investimenti privati per isolare meglio gli appartamenti e cambiare serramenti e caldaie. Ve la immaginate la polemica? Gli italiani, che hanno la prima e a volte anche la seconda, si rifanno la casa con i soldi dell’Europa. Se c’è un fattore che impedisce la nascita degli Stati Uniti d’Europa è la condivisione del debito, ma finanziare le ristrutturazioni significa mettere insieme le risorse e questo l’egoismo nazionale non lo contempla. Già ci considerano le cicale d’Europa, figuratevi se i tedeschi si diranno disposti a mettere mano al portafogli per conto nostro. Anzi, ciò che vogliono è mettere le mani nelle nostre tasche. Come? Facendoci spendere 50-60.000 euro per ogni appartamento (questo è il costo stimato) per far aumentare la nostra classe energetica. Chi lo dice? Uno che lavora per il Consiglio europeo di nome Enrico Letta. L’ex premier, da quando si è dimesso da segretario del Pd, fa il consulente di lusso e per Bruxelles ha appena redatto un piano che dovrebbe far rizzare i capelli in testa a qualsiasi risparmiatore. In pratica, per trasformare la Ue in qualche cosa di più efficiente «Enricostaisereno» suggerisce un’Unione dei risparmi e degli investimenti, da usare per finanziare la transizione energetica. In pratica, si tratterrebbe di prendere denaro privato e usarlo per un piano pubblico. Come fare tutto ciò non è chiaro, ma essendo l’Italia il Paese in cui un premier - di sinistra - nottetempo mise le mani in tasca ai risparmiatori, esiste un concreto pericolo che con la scusa della difesa della natura si attacchi il patrimonio degli italiani.Del resto, da tempo la ricchezza delle famiglie fa gola all’Europa, che da anni chiede una patrimoniale e in questo modo otterrebbe ciò che desidera.C’è poi un fattore che i contribuenti devono avere ben chiaro: a Bruxelles e ai compagni vari non interessa che gli italiani ristrutturino casa, rifacciano le facciate o sistemino il tetto. Alla Ue preme solo di inseguire la follia delle abitazioni a emissioni zero, installando pannelli solari e pompe di calore ovunque, senza neppure badare se tutto ciò si porta dietro una serie di effetti collaterali. Ma questa è un’altra storia, che merita altri articoli.
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