2025-10-08
L’Emilia destina 2 milioni al relax dei drogati
Michele De Pascale (Ansa)
Prima raddoppia i ticket sanitari per i cittadini e ora la Regione rossa stanzia denaro per le stanze «Chill Out», dove i consumatori di stupefacenti possono riposare post sballo. Un’altra alzata di palla alle dipendenze, dopo l’ideona delle pipe per il crack gratis.Leggi la delibera e subito ti torna alla mente l’ultimo frame di C’era una volta in America, con Bob De Niro che sorride obnubilato dalla morfina nella fumeria d’oppio, comodo fra i tendaggi e i cuscini. La Regione Emilia-Romagna potrebbe usare l’immagine simbolica per lanciare l’operazione «Sballo pulito», l’ultima trovata di una giunta fortemente determinata a fare concorrenza ad Amsterdam e alle città cuori di tenebra del Sudest asiatico. Dopo essere stato superato a sinistra da Matteo Lepore, che a Bologna ha organizzato la distribuzione di 300 pipe da crack, il governatore Michele De Pascale ha trovato il modo di tornare in testa - nel gran premio della follia istituzionale - stanziando 2 milioni di euro all’anno (già confermati anche per il 2026, quindi 4) per il relax dei tossicodipendenti.Peraltro è la chiusura del cerchio: prima si fuma grazie al Comune, poi si «viaggia» in proprio o in compagnia, infine serve un luogo dove recuperare il senso di benessere dopo il volo lisergico nei paradisi psichedelici. E la Regione serve a questo, che altro? È la stessa che qualche mese fa ha raddoppiato i ticket ai cittadini (da 2 a 4 euro a farmaco) per ridurre un buco di 645 milioni; la stessa che ha deciso di incassare con il balzello 450 milioni da chi ha bisogno di cure; la stessa che a pranzo e a cena alza la voce chiedendo sovvenzioni al governo come se tutto fosse dovuto. E poi sforna supporti per agevolare le tossicodipendenze. Per la verità l’ideona fu dell’ex presidente Stefano Bonaccini, che nel 2017 diede il via libera al progetto, ora ribadito con orgoglio (pur in una situazione di pre collasso della Sanità territoriale) dal suo successore. La delibera regionale ha lo scopo ufficiale di «indicare indirizzi per l’organizzazione e l’attuazione degli interventi di riduzione del danno svolto in strada o in strutture a bassa soglia di accesso rivolte a persone dipendenti da sostanze psicoattive». E si pone l’obiettivo di favorire «una diminuzione del numero dei consumatori e l’affermarsi di modelli di consumo meno rischiosi per la salute individuale e collettiva». Detto così, nessun problema. I dubbi e lo stupore sopraggiungono nello scorrere il documento, che spiega nel dettaglio cosa mette a disposizione l’istituzione per spazzare via le droghe dal mondo giovanile: siringhe sterili monouso, fiale di soluzione iniettabile, lacci emostatici, carta stagnola, kit sniffo pulito con specifica tecnica («dosatore monouso di carta per lo sniffo»). Non mancano i «dental dams», le dighe dentali, fazzoletti in lattice che fungono da preservativi per il sesso orale.Tutto questo dev’essere in dotazione alle «Chill Out» o luoghi dove «i consumatori di sostanze» possono riposare, rilassarsi, rigenerarsi dopo lo sballo con annessi e connessi. La Regione Emilia-Romagna spiega anche come devono essere organizzate per ottenere il finanziamento. «È necessario disporre di un camper o furgone attrezzato, veranda o gazebo in grandezza o quantità sufficienti a contenere lo spazio Chill Out con materiali e generi di conforto adeguati alla stagione». Curiosa precisazione, che esclude ghiaccioli a Natale e polenta a Ferragosto. Il vademecum è preciso e gli stanziamenti per provincia già decisi: 461.000 euro a Bologna, 450.000 all’Ausl Romagna, 301.000 a Modena, 228.000 a Reggio Emilia, 193.000 a Parma e via distribuendo a pioggia. Ora, quella della droga è una piaga drammatica e ci fermiamo qui, sottolineando che la percentuale di dadaismo in eccesso sta nelle pieghe delle 20 pagine della delibera vergata proprio in Emilia-Romagna, che sembra legittimare il consumo di sostanze proibite invece di contrastarlo. Basterebbe trascorrere un’ora a San Patrignano per comprendere il senso della caduta e della rinascita, del dolore e della speranza di ragazzi restituiti alla vita grazie al lavoro, non certo alle Chill Out. Sulla collina di Coriano la droga si estirpa combattendola, non strizzando l’occhio «a modelli di consumo meno rischiosi». Anche perché tutti sono rischiosi.L’ennesima costosa bizzarria dei Pascale boys ha sollevato un polverone. L’opposizione è sulle barricate e la capogruppo di Fdi, Marta Evangelisti, ha messo il dito nella piaga: «È vergognoso che la Regione continui a sprecare oltre 2 milioni di denaro pubblico all’anno in progetti che, invece di combattere la droga, finiscono per normalizzarne l’uso. Solo a Bologna vengono destinati oltre 460.000 euro per interventi di cosiddetta riduzione del danno, ormai solo un paravento ideologico. La Sanità pubblica dovrebbe salvare vite e accompagnare i tossicodipendenti in percorsi di cura e reinserimento, non creare spazi dove rilassarsi dopo aver fatto uso di droghe. Altro che riduzione del consumo, qui si incentiva. La politica del «tutto è permesso» è pericolosa e diseducativa soprattutto per i giovani». Dopo le pipe da crack, i kit sniffo e i dental dams con i soldi dei contribuenti. Verrebbe da dire, cambiate pusher.
(Arma dei Carabinieri)
L’attività dei Carabinieri della Compagnia di Caivano non si è mai fermata. Nel rione Parco Verde e nel “Bronx” l’attenzione è sempre alta. E ogni timido tentativo di ripristinare le piazze di spaccio è immediatamente bloccato. Come accaduto nelle ultime ore. Durante una perquisizione a tappeto degli ambienti comuni nel complesso popolare che nel nome richiama il più noto distretto newyorkese, i militari della locale stazione hanno scoperto l’ennesimo luogo di smercio. Nell’androne condominiale di uno dei palazzoni, un vano a doppio fondo, alimentato da un ingegnoso sistema elettronico. All’interno 16 panetti di cocaina: 1 chilo e 200 grammi di polvere ancora da tagliare. Sotto un corrimano di una rampa di scale ancora droga, 167 grammi di hashish e un proiettile calibro 22. In un sottoscala, invece, una piccola postazione di monitoraggio dell’area. Telecamere in HD puntate lungo le strade collegate ad un grosso monitor per intercettare l’arrivo delle forze dell’ordine e dare l’allarme ai pusher. Un concentrato di tecnologia servito a poco.
Il servizio, mirato a indebolire il già fiacco traffico di stupefacenti della zona, non ha trascurato i controlli alla circolazione. 98 i veicoli ispezionati, 21 quelli sanzionati.
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