
Il rinvio di visite mediche e interventi chirurgici provocherà danni enormi alla nostra sanità (già allo sfascio).Come spiegano Roberto Volpi ed Eugenio Serravalle nel loro imperdibile libro Il Covid-19 e la quarantena la pandemia Covid-19 non è stata troppo diversa da altre dal punto di vista epidemiologico. La Sars e la febbre suina non sono state meno pericolose. Quello che è stato incredibile è la gestione, una gestione assurda e soprattutto una gestione cinese. La Cina è una terrificante dittatura che non ha avuto alcuna remora a sterminare i propri stessi figli. La legge del figlio unico è stata realizzata con aborti forzati, anche al nono mese, e infanticidi di massa: i neonati indesiderati , in maggioranza bimbe, sono state sterminate in orfanotrofi che avevano una mortalità annua del 92%. Una nazione per la quale la vita umana vale zero, la parola libertà è una parolaccia, se da alcuni punti di vista ha una notevole potenza tecnologica, tanto da essere definita un gigante industriale, dal punto di vista sanitario è gravemente arretrata.Sul documentato e imperdibile testo Volpi e Serravalle spiegano che tutte le nazioni che hanno applicato il lockdown come ha fatto la Cina (o come la Cina ha finto di fare?) hanno avuto risultati disastrosi, come è ovvio che sia perché il Covid si contagia nei luoghi chiusi e chiudere la popolazione in casa ha favorito i contagi, come era ovvio che fosse. La Cina ha affrontato l'epidemia in maniera squisitamente dittatoriale, una micidiale dittatura fatta sommando confucianesimo e comunismo di alto livello finanziario. All'inizio la malattia è stata negata, così da favorire al massimo il contagio. Una volta il contagio venuto si è risolto il problema in una maniera folle, rinchiudendo le persone in casa, senza il permesso di uscire se non per motivi di assoluta e improrogabile necessità. Le nazioni occidentali e soprattutto l'Italia hanno incredibilmente copiato lo stesso delirante schema, prima negano, sbeffeggiano chi dà l'allarme, non fanno scorte di presidi e farmaci (idrossiclorochina), poi si fanno terrorizzare da buffi algoritmi matematici che non calcolano che la medicina è fatta di creature umane. Detto in parole povere quello che ha fermato le epidemie sempre è il sistema immunitario. Buffo come nessuna nazione abbia dato le quattro semplicissime istruzioni contenute al capitolo 1 paragrafo «A» di immunologia per principianti su come potenziare il proprio sistema immunitario: stare il più possibile all'aria aperta, prendete vitamina D, A, C, un po' di zinco e un po' di selenio e il vostro sistema immunitario migliora. Malati che hanno fatto la colonscopia con qualche mese di ritardo causa Covid hanno scoperto in ritardo di avere il cancro. Secondo gli ultimi studi il blocco dei trasporti causerà un arrivo insufficiente di antiretrovirali in sud Africa e Africa sub sahariana, con una impennata di Aids e milioni di morti. Milioni di morti li farà anche la tubercolosi, ma ci parlano solo del Covid.L'Italia ha imitato più da vicino la Cina. Fortunatamente in Italia ci sono i cani, e la gente ha potuto portarli fuori. I bambini no, i bambini sono stati chiusi in casa, a diventare malati e fobici. Ora è noto: il lockdown è stato istituito contro il parere del Comitato tecnico scientifico.Dalla piccola parte di documenti desecretati emerge che l'idea di un lockdown esteso a tutto l'Italia per oltre due settimana è stata un'idea di genio partorita dalle potenti menti degli incredibili Conte e Casalino. Come era ovvio i tecnici avevano chiesto che il blocco riguardasse solo alcune zone e che non durasse più di due settimane. Ricordo che avevo riportato sulla Verità un articolo che spiegava come dal punto di vista epidemiologico il prolungarsi oltre della chiusura è controproducente, quindi dannoso. Erano dati di epidemiologia facilmente reperibili. Le mascherine chirurgiche se sono indispensabili in alcune situazioni, nella maggioranza dei casi non sono di alcuna utilità, i loro effetti collaterali quindi sono ingiustificati. Le attività di ristorazione e di commercio e di turismo avrebbero potuto restare aperte e invece sono state chiuse: i forti hanno cominciato a traballare, quelli che già traballavano sono falliti, tra lo scherno della signora Laura Castelli, laurea triennale in Economia, che li ha invitati a cambiare mestiere, perché l'economia funziona così. Non è stato il Cts a chiedere gli arresti domiciliari per una nazione, si era limitato a chiedere la chiusura per non più di 15 giorni di alcune zone: è stata un'idea di Conte, Casalino e Speranza; è un'idea che viola completamente la Costituzione. In parole povere si chiama golpe. La fuga al sud dell'8 marzo non ha causato un'ecatombe, e questo dimostra che la chiusura è stata un provvedimento molto opinabile. La parte divertente di tutto questo è che chi ha vietato ai bambini di uscire ha abbattuto il loro sistema immunitario oltre che la loro psiche, e che chi ha chiuso le persone senza cani in casa ha incrementato diabete, obesità, malattie cardiovascolari e depressioni, tutte conseguenze della sedentarietà. Chi ha vietato di vedere i congiunti, chi ha ordinato che gli anziani e le persone con disabilità fossero rinchiusi negli istituti, ha danneggiato in maniera irreversibile le loro capacità cognitiva.I cadaveri cremati sono una maniera di cancellare prove, non servono a fermare un'epidemia. Mancano nei documenti desecretati le 44 pagine che parlano di Bergamo: cosa accidente è successo a Bergamo? Un suggerimento sulla risposta a questa domanda arriva d'oltremanica. Uno studio inglese riportato dal Telegraph ci informa che il lockdown «ha ucciso due persone ogni tre che sono morte di coronavirus» al culmine dell'epidemia. Secondo lo studio inglese senza il lockdown, cioè, i morti sarebbero stati un terzo. «Le stime mostrano che 16.000 persone sono morte per mancata assistenza medica entro il 1 ° maggio, mentre il coronavirus ha ucciso 25.000 nello stesso periodo. Le cifre includono 6.000 persone che non si sono presentate al pronto soccorso al culmine della chiusura a causa del timore di contrarre il virus [...]. Allo stesso modo, si pensa che 10.000 persone siano morte in case di cura a causa della dimissione anticipata dall'ospedale e dell'impossibilità di accedere alle cure critiche. […] Secondo questo studio altre 26.000 pazienti potrebbero morire entro il prossimo mese a causa delle restrizioni sanitarie». In totale, i ricercatori prevedono che 81.500 persone potrebbero perdere la vita nei prossimi decenni aspettando più a lungo per cure elettive non urgenti e l'impatto della recessione causata dalla crisi del virus. Nei prossimi cinque anni, si prevede che moriranno anche 1.400 persone perché è stato diagnosticato un cancro troppo tardi. La mia domanda è questa. Chi ha fatto il calcolo del rapporto costi/benefici e ha condannato l'Italia a morte con una chiusura tardiva e di lunghezza insensata? Casalino, Conte e Speranza?C'è ancora un giudice in questo Paese? C'è ancora un magistrato? O abbiamo solo Palamara?
Il presidente di Generalfinance e docente di Corporate Finance alla Bocconi Maurizio Dallocchio e il vicedirettore de la Verità Giuliano Zulin
Il panel dell’evento de La Verità, moderato dal vicedirettore Giuliano Zulin, ha affrontato il tema cruciale della finanza sostenibile con Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente di Corporate Finance alla Bocconi.
Dopo l’intervista di Maurizio Belpietro al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, Zulin ha chiamato sul palco Dallocchio per discutere di quante risorse servono per la transizione energetica e di come la finanza possa effettivamente sostenerla.
Il tema centrale, secondo Dallocchio, è la relazione tra rendimento e impegno ambientale. «Se un green bond ha un rendimento leggermente inferiore a un titolo normale, con un differenziale di circa 5 punti base, è insensato - ha osservato - chi vuole investire nell’ambiente deve essere disposto a un sacrificio più elevato, ma serve chiarezza su dove vengono investiti i soldi». Attualmente i green bond rappresentano circa il 25% delle emissioni, un livello ritenuto ragionevole, ma è necessario collegare in modo trasparente raccolta e utilizzo dei fondi, con progetti misurabili e verificabili.
Dallocchio ha sottolineato anche il ruolo dei regolamenti europei. «L’Europa regolamenta duramente, ma finisce per ridurre la possibilità di azione. La rigidità rischia di scoraggiare le imprese dal quotarsi in borsa, con conseguenze negative sugli investimenti green. Oggi il 70% dei cda delle banche è dedicato alla compliance e questo non va bene». Un altro nodo evidenziato riguarda la concentrazione dei mercati: gli emittenti privati si riducono, mentre grandi attori privati dominano la borsa, rendendo difficile per le imprese italiane ed europee accedere al capitale. Secondo Dallocchio, le aziende dovranno abituarsi a un mercato dove le banche offrono meno credito diretto e più strumenti di trading, seguendo il modello americano.
Infine, il confronto tra politica monetaria europea e americana ha messo in luce contraddizioni: «La Fed dice di non occuparsi di clima, la Bce lo inserisce nei suoi valori, ma non abbiamo visto un reale miglioramento della finanza green in Europa. La sensibilità verso gli investimenti sostenibili resta più personale che istituzionale». Il panel ha così evidenziato come la finanza sostenibile possa sostenere la transizione energetica solo se accompagnata da chiarezza, regole coerenti e attenzione al ritorno degli investimenti, evitando mode o vincoli eccessivi che rischiano di paralizzare il mercato.
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2025-09-15
Pichetto Fratin: «Auto elettriche, l’Ue sbaglia. Così scarica i costi sugli europei»
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Nell’intervista con Maurizio Belpietro, il ministro dell’Ambiente attacca Bruxelles: «Il vincolo del 2035 è una scelta ideologica, non scientifica». Sul tema bollette, precisa: «L’obiettivo è farle scendere, ma non esistono bacchette magiche. Non è che con un mio decreto domani la bolletta cala: questo accadeva solo in altri regimi. Noi stiamo lavorando per correggere il meccanismo che determina il prezzo dell’energia, perché ci sono anomalie evidenti».
Intervistato da Maurizio Belpietro, direttore de La Verità, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin non usa giri di parole: «Io non sono contro l’elettrico, sono convinto che il motore elettrico abbia un futuro enorme. Ma una cosa è credere in una tecnologia, un’altra è trasformarla in un’imposizione politica. Questo ha fatto l’Unione Europea con la scadenza del 2035». Secondo Pichetto Fratin, il vincolo fissato a Bruxelles non nasce da ragioni scientifiche: «È come se io oggi decidessi quale sarà la tecnologia del 2040. È un metodo sovietico, come le tavole di Leontief: la politica stabilisce dall’alto cosa succederà, ignorando il mercato e i progressi scientifici. Nessuno mi toglie dalla testa che Timmermans abbia imposto alle case automobilistiche europee – che all’epoca erano d’accordo – il vincolo del 2035. Ma oggi quelle stesse industrie si accorgono che non è più sostenibile».
Il motore elettrico: futuro sì, imposizioni no. Il ministro tiene a ribadire di non avere pregiudizi sulla tecnologia: «Il motore elettrico è il più semplice da costruire, ha sette-otto volte meno pezzi, si rompe raramente. Pensi al motore del frigorifero: quello di mia madre ha funzionato cinquant’anni senza mai guastarsi. È una tecnologia solida. Ma da questo a imporre a tutti gli europei di pagare la riconversione industriale delle case automobilistiche, ce ne corre». Colonnine e paradosso dell’uovo e della gallina. Belpietro chiede conto del tema infrastrutturale: perché le gare per le colonnine sono andate deserte? Pichetto Fratin replica: «Perché non c’è il mercato. Non ci sono abbastanza auto elettriche in circolazione, quindi nessuno vuole investire. È il classico paradosso: prima l’uovo o la gallina?». Il ministro racconta di aver tentato in tutti i modi: «Ho fatto bandi, ho ripetuto le gare, ho perfino chiesto a Rfi di partecipare. Alla fine ho dovuto riconvertire i 597 milioni di fondi europei destinati alle colonnine, dopo una lunga contrattazione con Bruxelles. Ma anche qui si vede l’assurdità: l’Unione Europea ci impone obiettivi, senza considerare che il mercato non risponde».
Prezzi eccessivi e mercato bloccato. Un altro nodo è il costo delle auto elettriche: «In Germania servono due o tre annualità di stipendio di un operaio per comprarne una. In Italia ce ne vogliono cinque. Non è un caso che fino a poco tempo fa fossero auto da direttori di giornale o grandi manager. Questo non è un mercato libero, è un’imposizione politica». L’errore: imporre il motore, non le emissioni. Per Pichetto Fratin, l’errore dell’Ue è stato vincolare la tecnologia, non il risultato: «Se l’obiettivo era emissione zero nel 2035, bastava dirlo. Ci sono già veicoli diesel a emissioni zero, ci sono biocarburanti, c’è il biometano. Ma Bruxelles ha deciso che l’unica via è l’elettrico. È qui l’errore: hanno trasformato una direttiva ambientale in un regalo alle case automobilistiche, scaricando il costo sugli europei».
Bruxelles e la vicepresidente Ribera. Belpietro ricorda le dichiarazioni della vicepresidente Teresa Ribera. Il ministro risponde: «La Ribera è una che ascolta, devo riconoscerlo. Ma resta molto ideologica. E la Commissione Europea è un rassemblement, non un vero governo: dentro c’è di tutto. In Spagna, per esempio, la Ribera è stata protagonista delle scelte che hanno portato al blackout, puntando solo sulle rinnovabili senza un mix energetico». La critica alla Germania. Il ministro non risparmia critiche alla Germania: «Prima chiudono le centrali nucleari, poi riaprono quelle a carbone, la fonte più inquinante. È pura ipocrisia. Noi in Italia abbiamo smesso col carbone, ma a Berlino per compiacere i Verdi hanno abbandonato il nucleare e sono tornati indietro di decenni».
Obiettivi 2040: «Irrealistici per l’Italia». Si arriva quindi alla trattativa sul nuovo target europeo: riduzione del 90% delle emissioni entro il 2040. Pichetto Fratin è netto: «È un obiettivo irraggiungibile per l’Italia. I Paesi del Nord hanno territori sterminati e pochi abitanti. Noi abbiamo centomila borghi, due catene montuose, il mare, la Pianura Padana che soffre già l’inquinamento. Imporre le stesse regole a tutti è sbagliato. L’Italia rischia di non farcela e di pagare un prezzo altissimo». Il ruolo del gas e le prospettive future. Il ministro difende il gas come energia di transizione: «È il combustibile fossile meno dannoso, e ci accompagnerà per decenni. Prima di poterlo sostituire servirà il nucleare di quarta generazione, o magari la fusione. Nel frattempo il gas resta la garanzia di stabilità energetica». Conclusione: pragmatismo contro ideologia. Nelle battute finali dell’intervista con Belpietro, Pichetto Fratin riassume la sua posizione: «Ridurre le emissioni è un obiettivo giusto. Ma un conto è farlo con scienza e tecnologia, un altro è imporre scadenze irrealistiche che distruggono l’economia reale. Qui non si tratta di ambiente: si tratta di ideologia. E i costi ricadono sempre sugli europei.»
Il ministro aggiunge: «Oggi produciamo in Italia circa 260 TWh. Il resto lo importiamo, soprattutto dalla Francia, poi da Montenegro e altri paesi. Se vogliamo davvero dare una risposta a questo fabbisogno crescente, non c’è alternativa: bisogna guardare al nucleare. Non quello di ieri, ma un nuovo nucleare. Io sono convinto che la strada siano i piccoli reattori modulari, anche se aspettiamo i fatti concreti. È lì che dobbiamo guardare». Pichetto Fratin chiarisce: «Il nucleare non è un’alternativa alle altre fonti: non sostituisce l’eolico, non sostituisce il fotovoltaico, né il geotermico. Ma è un tassello indispensabile in un mix equilibrato. Senza, non potremo mai reggere i consumi futuri». Gas liquido e rapporti con gli Stati Uniti. Il discorso scivola poi sul gas: «Abbiamo firmato un accordo standard con gli Stati Uniti per l’importazione di Gnl, ma oggi non abbiamo ancora i rigassificatori sufficienti per rispettarlo. Oggi la nostra capacità di importazione è di circa 28 miliardi di metri cubi l’anno, mentre l’impegno arriverebbe a 60. Negli Usa i liquefattori sono in costruzione: servirà almeno un anno o due. E, comunque, non è lo Stato a comprare: sono gli operatori, come Eni, che decidono in base al prezzo. Non è un obbligo politico, è mercato». Bollette e prezzi dell’energia. Sul tema bollette, il ministro precisa: «L’obiettivo è farle scendere, ma non esistono bacchette magiche. Non è che con un mio decreto domani la bolletta cala: questo accadeva solo in altri regimi. Noi stiamo lavorando per correggere il meccanismo che determina il prezzo dell’energia, perché ci sono anomalie evidenti. A breve uscirà un decreto con alcuni interventi puntuali. Ma la verità è che per avere bollette davvero più basse bisogna avere energia a un costo molto più basso. E i francesi, grazie al nucleare, ce l’hanno a prezzi molto inferiori ai nostri».
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La dodicenne abusata per mesi, poi gli aguzzini hanno cominciato a far girare i suoi video su Whatsapp. Uno degli stupratori è maggiorenne, l’altro ha la stessa età della vittima, ricattata per provare a zittirla.
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
Il ministro dell'Economia sulla legge di bilancio sottolinea l'obiettivo di tutelare e andare incontro alle famiglie e ai lavoratori. Tenendo conto degli altri fattori che incideranno sulla programmazione.
Giorgetti ha poi escluso la possibilità di una manovra correttiva: «Non c'è bisogno di correggere una rotta che già gli arbitri ci dicono essere quella rotta giusta» e sottolinea l'obiettivo di tutelare e andare incontro alle famiglie e ai lavoratori con uno sguardo alle famiglie numerose». Per quanto riguarda l'ipotesi di un intervento in manovra sulle banche ha detto: «Io penso che chiunque faccia l'amministratore pubblico debba valutare con attenzione ogni euro speso dalla pubblica amministrazione. Però queste sono valutazioni politiche, ribadisco che saranno fatte solo quando il quadro di priorità sarà definito e basta aspettare due settimane».
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