2019-03-16
Le infezioni fanno più di 10.000 morti. Menarini punta sui super antibiotici
Ansa , Alberto Giovanni e Lucia Aleotti
La multinazionale di Firenze annuncia quattro nuovi prodotti per far fronte a un allarme nazionale dovuto alla resistenza diffusa ai battericidi: 30 decessi al giorno. Lucia Aleotti: «Destinati all'uso ospedaliero».Sono 33.000, ogni anno in Europa, le morti causate da batteri resistenti ai farmaci e di questi circa un terzo soltanto in Italia. La Verità ha già denunciato il dramma in occasione dell'ultimo intervento dell'Iss, Istituto superiore di sanità sui rischi del morbillo. Stonava l'importanza e i toni di fronte a 8 decessi quando ogni giorno 30 persone ci lasciano per via di infezioni e resistenza agli antibiotici. Tra l'altro il 70% dei decessi avviene in ospedale. Ecco che il tema è bollente. La speranza è quella di affilare le armi farmaceutiche con nuovi antibiotici per i ceppi multiresistenti e ne sono in arrivo quattro nuovi tipi che serviranno proprio a far fronte al trattamento dei pazienti che non rispondono ad altre cure. Ogni anno, ricorda Lucia Aleotti, della multinazionale Menarini con sede a Firenze, «abbiamo in Italia 10.000 morti a causa della resistenza batterica, ovvero persone che muoiono perché contraggono infezioni che non rispondono ai farmaci. Per questo, abbiamo deciso di fare un accordo per portare a registrazione e far arrivare, in 64 Paesi, nuovi antibiotici destinati a batteri resistenti. Non devono essere di largo utilizzo ma destinati a un uso ospedaliero, in pazienti che manifestano resistenze». Grazie a un accordo dello scorso anno con l'azienda americana Melinta Therapeutics, Menarini ha acquisito, infatti, i diritti per la commercializzazione di quattro antibiotici che agiscono su ceppi multiresistenti responsabili di infezioni gravi.Il primo, spiega Annamaria Pizzigallo, direttore medico scientifico Menarini, «è un'associazione di un carbapeneme e un inibitore della beta-lattamasi ed è mirato alle infezioni delle vie urinarie o post operatorie. Due riguardano batteri responsabili di infezioni acute della pelle e dei tessuti molli: uno agisce sul pericolosissimo Staffilococco aureo resistente alla meticillina e un altro è un nuovo fluorochinolone, per il quale è allo studio anche un'estensione delle indicazioni alle polmoniti. Infine un antibiotico per via venosa efficace contro l'Acinetobacter baumannii, uno dei batteri ospedalieri più diffusi». A che punto siamo? «Negli Usa sono già stati approvati e sono disponibili per l'uso ospedaliero. L'iter di approvazione presso l'Agenzia europea dei medicinali (Ema) è, a seconda dei casi, in corso o già terminato e si dovrà ora avviare la fase di approvazione in Italia». È fondamentale in ogni caso prendere di petto un problema che da troppo tempo passa sotto silenzio. E sul quale che le aziende farmaceutiche sembrano restie a investire. Menarini ritiene, invece, che sia arrivato il momento di portare sul mercato risposte alle necessità dei pazienti in modo da portare il proprio business su filiere le più ampie possibili. Il medesimo discorso applicato anche alle aree geografiche. «È una squadra vincente e la sfida è continuare a farla vincere portandola verso nuovi traguardi in un mercato che cambia e che diventa sempre più esigente», ha spiegato in occasione della presentazione dei conti il presidente, Eric Cornut. Nel futuro dell'azienda, infatti, ci saràsempre più la Cina ma anche gli Usa. «È una sorta di trittico», ha detto Cornut, che haricordato l'ossatura centrale del business del gruppo, il quartiere generale dell'Asia Pacifico e l'espansione verso Cina. «Ed in questo quadro», ha aggiunto, «non si può non guardare agli Stati Uniti». Intanto il gruppo ha dovuto fare fronte alla scadenza di alcuni brevetti di farmaci importanti (altri scadranno nel 2019), alle fluttuazioni dei cambi (in particolare da Turchia e Russia) e ad un black out delle piattaforme internet in Cina (sulle quali transitano anche la maggior parte delle vendite di farmaci) per un aggiornamento del regime regolatorio, con un peso complessivo di circa 200 milioni di euro sul fatturato dell'azienda (cresciuto dell'1,2%). In calo l'Ebitda che è passato dai 530 milioni del 2017 ai 400 dello scorso anno ma con mercati in crescita come la Cina (+40%), la Thailandia (+26%) e il Centro America dove il gruppo si posiziona al primo o secondo posto. In ogni caso il fatturato complessivo cresce anche nel 2018 e si attesta a 3,6 miliardi di euro.